Fumetti - Samuel Stern 54: il figlio dell'abisso. La recensione del nuovo albo legato alla run dell'Apocalisse.
Il figlio dell'abisso è il numero 54 di Samuel Stern
"Il figlio dell'abisso" è l'albo 54 di Samuel Stern e pone nelle mani dei lettori un capitolo che per 98 pagine alleggerisce la fruizione della run dell'Apocalisse. Gli autori hanno deciso di creare una storia romantica e piena di significati, senza però allontanare il protagonista dalla consapevolezza del suo destino, ormai sempre più vicino all'Apocalisse che tanto si teme. Mancano altri tre albi per la conclusione di questa saga, eppure la Bugs Comics ha voluto ridarci un Samuel Stern pronto a storie avvincenti e cariche di sprazzi di umanità in mezzo a macigni di ombre e male. Massimiliano Filadoro e Marco Savegnago sono gli autori della sceneggiatura, mentre la bravissima Lisa Salsi è l'autrice dei disegni de "Il figlio dell'abisso".
Trama in breve
Samuel Stern è ormai consapevole della sua situazione e del destino che lo attende. Dopo essersi riappacificato con Angus, riceve da quest'ultimo un diario su cui deve appuntare tutto quello che gli passa per la mente sull'Apocalisse. Intanto, un gruppo di Travellers irlandesi si imbatte nella figura di Arabella, una vecchia conoscenza del Rosso un tempo morta in mare e improvvisamente tornata in vita per consegnare, alla nostra realtà, la Bestia del mare, uno degli ultimi simboli che precedono l’inizio dell’Apocalisse del nostro eroe.
Ma chi è, ora, Arabella, di ritorno dal regno dei morti? Cosa si nasconde dentro di lei? E mentre Samuel viene chiamato a risolvere questo ennesimo mistero, in una comunità isolata dal mondo, una coscienza angelica sembra essere interessata troppo alla donna tornata dalla morte.
Recensione
Il figlio dell'abisso ci riconsegna il vecchio Samuel Stern, cioè quello che si fa peso dei problemi degli altri e cerca di trovare sempre una soluzione a tutti i problemi. Nonostante continui a essere affetto da violente visioni, l'esorcista di Edimburgo stacca la spina dalla storia dell'Apocalisse per ritrovarsi faccia a faccia con Arabella, tornata dal Regno dei Morti dopo essere "rinata" nell'abisso delle ombre.
La risalita della donna dall'oceano è un messaggio importante che rimanda a uno dei passi cruciali dell'Apocalisse di Giovanni (capitolo 13), cioè quello della Bestia che emerge dalle acque del mare. Tuttavia, pur mostrando un significato di sé ormai oscuro e distruttivo, Arabella ha comunque ben altro da comunicare a Samuel e al mondo: i sogni e i desideri che ha maturato stando nell'abisso. Arabella non è un demone perché non è nata nell'ombra come le creature infernali, anzi in esso ha trovato un senso, risposte e ha costruito i "suoi ricordi" che le hanno permesso di superare la tremenda depressione che l'affliggeva da viva. Tutti questi ricordi (in realtà frutto della sua mente) rimandano a Samuel, l'uomo che lei avrebbe amato per tutta la vita se solo ne avesse avuto l'occasione.
Arabella diffonde amore e speranza negli uomini ma purtroppo è consapevole di non essere più umana, quindi sa di non appartenere più al mondo dei vivi. Per questo, lo spietato angelo Tzaphkiel farà di tutto pur di rispedirla nell'abisso, anche a costo di mietere vittime tra i Travellers. Nei sacri testi questa figura è descritta diversamente: egli è addirittura un arcangelo e secondo la tradizione religiosa è un'entità buona a capo degli Ophanim, nonché uno dei 9 governatori del Paradiso. Tuttavia, le due versioni di Tzaphkiel combaciano abbastanza su una cosa: osservare le persone quando hanno bisogno di prendere decisioni importanti e quando hanno bisogno di esprimerle a parole per gli altri. Se non sono sicuri delle parole, li aiuterà a rendere il messaggio più chiaro. A cambiare è solo il fine in poche parole, dato che Tzaphkiel di Fumasoli e Savegnago si mostra come un angelo con i modi di fare di un demone.
Ancora una volta Samuel si ritroverà a un incrocio che lo porterà a dover comprendere che certe cose non si possono spiegare ma accadono e basta, come nel caso delle vite parallele che non sa (ma poi scopre) di aver vissuto nella mente di Arabella, nei suoi ricordi considerati reali perché abitati da un essere reale come il bibliotecario scozzese. "Il figlio dell'abisso" dà tregua al nostro eroe e lo catapulta in uno dei racconti più belli, romantici e nel contempo drammatici di Samuel Stern.
Devo ammettere che dopo sei mesi senza letture è stato un piacere riprendere in mano Samuel Stern, soprattutto perché mi sono ritrovato tra le mani un albo composto non solo da disegni bellissimi e capaci di adattarsi a qualsiasi situazioni, ma soprattutto da una sceneggiatura strutturata bene e a quanto pare priva di incoerenze. Tutto questo però servirà solo per ricaricare le pile e accrescere il livello di tensione in vista per gli ultimi tre episodi della saga.
Ci rivediamo dunque nel prossimo articolo dedicato a Samuel Stern 55 "Tra le ombre e la luce".
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