martedì 8 maggio 2018

Goodfellas e Wiseguy: la vera storia di Henry Hill tra cinema e letteratura


L' articolo di oggi affronta un argomento molto importante e complesso che ha attirato l’attenzione di molti studiosi di semiotica e non solo: il problema della comparazione tra letteratura e cinema. In questo campo, il lavoro comparativo non consiste solo nel confrontare un libro e la sua trasposizione cinematografica, ma parte innanzitutto, dal problema del concetto stesso di trasposizione o meglio ancora, di adattamento, che costringe un regista ad affrontare un lavoro duro e a volte lungo. 

Martin Scorsese sta proprio al centro di questa discussione insieme a uno dei suoi lungometraggi più famosi: Goodfellas!. Anche in questo caso, parliamo di un adattamento basato sulla storia raccontata (e realmente accaduta) dalla penna di Nicholas Pileggi, scrittore e giornalista statunitense. Il libro s'intitola Wiseguy (Il delitto paga bene in italiano) e ci presenta la storia del gangster italo-irlandese Henry Hill, associato della famiglia mafiosa dei Lucchese di New York, che dopo il suo arresto rivelò a Pileggi tutti i fatti, gli affari, gli omicidi e le rapine compiute da lui e dai suoi ex soci tra gli anni cinquanta e settanta, mandando gran parte della sua organizzazione in galera, in particolare la famiglia Vario a cui era legato fin da giovane. 

La famiglia Vario di Wiseguy è uno dei sottogruppi della famiglia Lucchese che insieme ad altre quattro famiglie (i Genovese, i Gambino, i Bonanno e i Colombo), tutte di origini siciliane, governa l’intera città di New York e i suoi quartieri. Paul Vario prende sotto la sua custodia degli associati, tra i quali Henry Hill, il quale, pur non potendo mirare al livello di affiliato, ha strada libera ed esercita le più disparate attività. 

Una foto di Henry Hill

Pur riuscendo a trovare una copia del libro e a riportarne la trama, portare fuori molte informazioni sull’opera di Pileggi è stata impresa ardua perché è stato uno scritto totalmente ignorato dalle critiche occidentali a tal punto da costringere l’Italia a pubblicarlo solo in un paio di occasioni con scarsi risultati editoriali. Ancora più dura è stata la ricerca biografica dell’autore di cui sappiamo pochissimo: giornalista del New York Magazine, sceneggiatore di Scorsese nel 1988 e nel 1995 (Goodfellas e Casinò, entrambi suoi romanzi) e marito dell’attrice e regista Nora Ephron.

Nicholas Pileggi

Parte inerente al film, invece, è molto più estesa giacchè è stato sicuramente più semplice trovare una vasta critica e numerose informazioni su di esso. Con Goodfellas si parla di gangster movie, un tipologia di film che parte proprio dal rapporto tra letteratura e cinema, infatti, molti dei film di mafia proiettati sul grande schermo, sono tratti da romanzi (ma di questo magari ne parleremo in un'altra occasione). In Goodfellas del 1990, Martin Scorsese affrontata argomenti già discussi, prima e dopo, in altri gangster movie: It’s Not Just You, Murray?, Mean Streets, Casinò e The Departed

Quei Bravi Ragazzi (è il titolo italiano) viene girato non tanto con lo scopo di fare un semplice e comune film sulla mafia come è capitato altre volte a Scorsese e agli altri, non è un banale lavoro di trasposizione audiovisiva di un libro ma è una chiara testimonianza di vita, che ci mostra non una storia a sé, le cui linee narrative non sono delineate come qualsiasi altro film che prevede una logica narrazione, ma è uno studio, o meglio, una dimostrazione di come una famiglia mafiosa vive in America, una famiglia numerosa che lavora per il potere e usa il denaro come proprio portafortuna, un talismano, un simbolo di forza verso il quale rifuggono compiendo azioni che vanno al di là del buon senso e della morale. Il "dio denaro" che offusca la mente e mette in pericolo l’individuo senza che egli prenda una posizione, che rifletta su ciò che sta compiendo e pensare alle probabili conseguenze di quell’azione.


Wiseguy (Il Delitto Paga Bene): la testimonianza di Henry Hill nel libro di Pileggi

Trovare informazioni a proposito del libro Il delitto paga bene di Nicholas Pileggi non è stata una impresa facile. Tale complicazione si è verificata in virtù della poca considerazione che il testo ha avuto sia in America che in Europa, con le conseguenti uscite editoriali scarsamente ripetute negli anni, infatti, nel nuovo continente la prima pubblicazione risale al 1986 con il titolo originale Wiseguy. In Italia, invece, tramite la Rizzoli Libri di Milano, risale al 1987, seguita da una nuova edizione realizzata nel 1991, esattamente un anno dopo il riadattamento cinematografico. 

Nel 2007 la casa editrice Newton Compton ha pubblicato una nuova edizione sostituendo il titolo originale in italiano con quello del film, cioè Quei Bravi ragazzi. Lo scritto di Pileggi è un esempio di thriller noir con una particolarità interessante: esso è un racconto per lunghi aspetti biografico, che racconta la vera storia di Henry Hill, un criminale italo-irlandese ormai collaboratore della polizia di New York che, alla tenera età di undici anni,  entrò  nella famiglia mafiosa italo-americana di Paul Vario, uno dei più rappresentativi esponenti del clan Lucchese. Dando spazio prima alla sua esposizione, Pileggi alterna le sue descrizioni a quelle di Hill, della moglie Karen e della sua amante: il triangolo (in particolare Hill) racconta e l’autore riassume, riportando tutto su carta bianca aggiungendo alcuni aspetti del carattere del criminale. 

Il 22 maggio del 1980, Henry Hill era in prigione, presso la contea di Nassau, per aver fatto parte di un grande traffico di stupefacenti, inoltre, era perennemente interrogato dagli inquirenti federali nel tentativo di comprendere il ruolo che avesse avuto nel colpo da sei milioni di dollari ai danni della compagnia aerea tedesca Lufthansa e ai dieci omicidi seguiti a quel crimine. 

Questi, però, erano solo i primi crimini di una lunga lista che vedeva Henry Hill coinvolto anche in altri casi di omicidio (precedenti al colpo alla Lufthansa), armi rubate e corruzione. "Era solo un esecutore, ma sapeva tutto; sapeva come andavano le cose". 

Se Hill avesse confessato, avrebbe permesso alla polizia di arrestare tutti i componenti della banda alla quale apparteneva, se non lo avesse fatto sarebbe ugualmente morto perché il suo protettore, Paul Vario aveva smesso di essere tale e aveva autorizzato Jimmy Burke, il migliore amico di Hill, a organizzare un piano per eliminarlo. Di conseguenza, Hill era ormai cosciente della sua situazione e della fine che lo avrebbe atteso, perciò entrò a far parte del piano governativo per la protezione dei testimoni rinunciando così, insieme alla moglie e alle due figlie, alla propria identità. 

Un anno dopo il suo arresto, Pileggi, di professione giornalista, fu chiamato dall’avvocato del criminale che cercava qualcuno disposto ad ascoltare, scrivere e pubblicare la sua storia. Inizialmente Pileggi non era tanto convinto della cosa pensando che Hill fosse l’ennesimo delinquente pronto ed enfatizzare qualcosa che non nasconde nulla di straordinario, ma quando scoprì la documentazione della polizia e l’importanza che fu attribuita al soggetto in questione, Pileggi capì che valeva la pena concedergli una possibilità, almeno una. Quando ci fu l’incontro, Pileggi fu colpito dal personaggio di Hill, perché si dimostrò totalmente diverso non solo da come lo aveva immaginato, ma anche da qualsiasi altro criminale:

Hill era un uomo sorprendente. Non aveva l’aspetto né il modo di fare della maggior  parte dei delinquenti comuni che avevo conosciuto. Parlava con coerenza e correttezza formale. Di tanto in tanto sorrideva. Conosceva molte cose del mondo in cui era cresciuto, ma ne parlava con uno strano distacco ed aveva un’attenzione per i dettagli tipica di uno che guarda le cose dal di fuori. Nella maggior parte dei casi in gangster che nel corso degli anni sono stati intervistati per libri ed articoli vari si sono dimostrati incapaci di distaccarsi dalle loro esperienze abbastanza a lungo per considerare la loro vita in una qualche prospettiva. Hanno seguito tanto ottusamente la via del crimine che raramente si sono dati la pena di accorgersi dello sfondo in cui si muovevano. Ma Henry Hill era tutto occhi. Era affascinato dal mondo in cui era cresciuto e c’era ben poco che non ricordasse.

Con tale descrizione, Pileggi lascia intendere che Hill è una persona che a prima vista tutto poteva essere tranne che un gangster ma una persona elegante, con modi per nulla rozzi e discutibili, colta o comunque con determinate qualità linguistiche ed espressive, capace di riportare la sua storia, e i suoi particolari, come un perfetto narratore. Un personaggio che senz’altro sapeva distinguersi dalla massa.

Non mancano comunque, nell’introduzione al romanzo biografico, parole forti da parte dell’autore, che descrivono in maniera solerte il lato cattivo di Hill che stravolge totalmente la descrizione iniziale del protagonista mostrando il suo vero essere:

Henry Hill era un gangster. Era un individuo aggressivo. Aveva tramato e complottato e spaccato teste. Sapeva corrompere e sapeva raggirare. Era un fuorilegge a tempo pieno, un membro inquadrato della criminalità organizzata, il genere di “rara avis” che interessa tanto a sociologi quanto ai poliziotti. Abitualmente lui e i suoi amici parlavano gli uni degli altri come “dritti”.

Conclusasi in questo mondo l’introduzione, inizia l’intrigante storia di un uomo vissuto, come si dice in questi casi “che si è fatto da solo”, capace di gestire persone e cose, insieme ai suoi amici e soci, come un marionettista che guida i suoi fantocci per poi diventare a sua volta, dopo mille difficoltà e ristrettezze economiche, fantoccio.




LA TRAMA DEL ROMANZO

Nel 1955 a Brooklyn, New York, il dodicenne Henry Hill, figlio dell’irlandese Henry Hill senior e della siciliana Carmela Costa, entra a far parte della criminalità organizzata, iniziando a lavorare nel deposito taxi di proprietà di Paul Vario. il giovane Henry, con il passare degli anni, si fa una reputazione tra i gangster della zona di Brownsville-East New York grazie alla sua prontezza, alla sua dedizione e all'omertà che mantiene quando viene arrestato per contrabbando di sigarette. Un anno dopo conosce James Burke detto "Jimmy il Gentiluomo", rapinatore di camion di origini irlandesi che iniziò la carriera come killer della mafia. 

E' affiancato anche allo spietato Tommy De Simone. Henry crescendo si specializza in tutti i tipi di reati, che vanno dal contrabbando alle rapine, alle scommesse su partite truccate, al furto e riciclaggio di carte di credito. 

In questo periodo solo le attività di narcotraffico non sono praticate, né da lui né da tutti i membri della famiglia. Nel 1965 conosce Karen, che diventerà sua moglie (dopo la conversione all’ebraismo da parte di Henry) e da cui nasceranno due figlie: Judy e Ruth. La svolta per l'organizzazione dei fratelli Vario avviene nei primi anni '60, quando viene aperto il nuovo aeroporto situato nel Queens, il JFK

Grazie a tutti gli amici e conoscenze che lavoravano all'aeroporto, i membri del clan Vario rubano camion e merci di vario tipo. Nel 1967 Hill e soci trafugano 400.000 dollari dagli uffici dell'Air France. Il colpo più importante, che cambierà la vita del clan, avviene nel 1978 quando i bravi ragazzi riescono a rubare ben 6 milioni di dollari dalla compagnia aerea tedesca Lufthansa

Da quel momento in poi inizia il declino dell'organizzazione: Jimmy Burke non vuole spartire i proventi della rapina ed inizia ad uccidere i complici; Henry Hill, che gestisce un grosso traffico di stupefacenti all'insaputa di Paul Vario, viene arrestato dall' FBI e Tommy viene ucciso dal Clan Gambino poiché aveva ammazzato, dopo una lite, Billy Batts, uno degli uomini di John Gotti (Gambino). Paul Vario, a causa della disubbidienza del suo protetto che ha comunque deciso di spacciare sostanze stupefacenti, non lo supporta più. Jimmy teme che Henry possa raccontare a Paul dell'omicidio di Billy Batts, in cui è coinvolto anche lui. 

Henry sospetta tutto ciò e quindi decide di collaborare con l'FBI raccontando tutto e facendo arrestare Paul, Jimmy e tutti i partecipanti alla rapina alla Lufthansa. A Henry e alla sua famiglia viene assegnata una nuova identità, una casa in una località segreta ed un assegno mensile di mantenimento.

Una foto del boss Paul Vario dopo l'arresto


NICHOLAS PILEGGI: INFORMAZIONI SULL'AUTORE

Nicholas Pileggi è nato a New York il 22 febbraio 1933. Chiaramente italo-americano, ha lavorato come giornalista presso il New York Magazine e fin da giovane ha nutrito molto interesse per gli argomenti di stampo mafioso. Proprio per questo, ha reso note al pubblico le storie di molti pregiudicati mafiosi diventati poi collaboratori della giustizia. 

Questo gli ha permesso di presentare, nel 1986, il suo primo romanzo Wiseguy seguito solo nel 1995 da un’altra storia di delinquenza, Casinò: Love and Honor in Las Vegas. Entrambi i testi hanno attirato l’attenzione del regista Martin Scorsese, italo-americano come Pileggi, e insieme li adattarono a due sceneggiature e poi utilizzate per i film Goodfellas e Casinò che ottennero grandi riconoscimenti sia da pubblico sia dalla critica. Diventato ormai anche sceneggiatore, nel 2007 ha prodotto il film American Gangster di Ridley Scott, anch’esso accolto positivamente dalla critica. 

Dal 1987 è sposato con Nora Ephron, altra famosa scrittrice, sceneggiatrice, produttrice cinematografica e regista, diventata famosa per film come Insonnia d’amore, Agenzia salvagente, Michael e Vita da strega. Purtroppo, Pileggi sembra molto sottovalutato dai media poiché oltre queste notizie, non sembrano emergerne altre. 



QUEI BRAVI RAGAZZI: REALIZZAZIONE E CRITICA

Negli anni in cui Scorsese gira Il colore dei soldi (1986), riesce a procurarsi una copia del libro autobiografico Wiseguy scritto da Nicholas Pileggi. Colpito dal personaggio di Henry Hill, il cineasta chiama Pileggi per proporgli la realizzazione di un film e Irwin Winkler, produttore di Scorsese in New York, New York detiene già una parte del libro, così, dopo l’uscita del film New York Stories, inizia il lavoro di adattamento. Scorsese e Pileggi, dopo undici versioni, riescono a realizzare la sceneggiatura. 

Il film parla della vita di Henry Hill, un gangster di origini irlandesi e siciliane che fin da piccolo svolge commissioni per la mafia di New York. Lui e i suoi amici sono gangster che operano nel Queens, nell’aeroporto JFK e sono stati gli autori del colpo della Lufthansa: sette milioni di dollari rubati ai quali, sono seguiti ben quattordici omicidi. 

Il titolo Quei Bravi Ragazzi è stato scelto in virtù del fatto che il titolo del romanzo è già stato utilizzato per una serie televisiva di Brian De Palma. Per il ruolo di Hill, Scorsese sceglie l’emergente Ray Liotta, mentre per le altre parti principali chiama di nuovo Robert De Niro e Joe Pesci nei ruoli di Jimmy Conway e di Tommy De Vito.


La velocità resta la misura del suo cinema. Scorsese ha appreso la velocità di racconto da Roger Corman, e Saul Bass l'ha capito nel realizzare i titoli di testa in maniera semplicissima, facendoli uscire dallo schermo come i proiettili di una pistola che spara. Sono state usate anche le dissolvenze, mentre i freeze rappresentano i momenti rimasti impressi nella memoria di Henry e immortalano una rottura con la narrazione tradizionale, riportando l’attenzione dello spettatore su certi dettagli. 

Per questa cosa, Scorsese si è ispirato a Ernie Kovacs quando, durante i suoi monologhi, si bloccava improvvisamente e si rivolgeva alla telecamera. Questa tecnica riprende vita nella scena in cui Henry presenta allo spettatore i suoi amici, i quali guardano fissi verso la macchina da presa. La musica è parte integrante delle vita dei personaggi: nella scena in cui si scopre il cadavere nel camion rifiuti, parte Layla dei Dominos, scelta a causa del contesto tragico. In generale, l’impressione che lascia la musica è quella di unire i suoni dei vari decenni. 


Per quanto riguarda lo scopo del film, Scorsese mette in luce la vita quotidiana di una 
famiglia mafiosa negli anni sessanta e settanta, presentata come un gruppo normale che fa solo il proprio mestiere. Si vede il modo in cui operano i gangster, i luoghi che frequentano, le mogli e le amanti, ma soprattutto il lavoro che devono svolgere per tirare avanti e farsi strada nel mondo della criminalità. 

Il loro vero obiettivo è guadagnare soldi su soldi, lavorando più ardentemente di un semplice impiegato. Vogliono essere trattati da re in qualsiasi posto entrino, non sono nemmeno persone obbligatoriamente cattive, infatti, non mancherebbero mai a una festa o ad una celebrazione, ma sono contemporaneamente capaci di sparare a chi gli sta affianco. 

E’ un film che spiega un modo di vivere, che si dimostra interessante ed eccitante a partire dagli occhi di un bambino che, un volta cresciuto, scopre l’altra faccia della medaglia, quindi, finisce per pagare i suoi eccessi e finisce per collaborare con la giustizia, per salvare sé e la sua famiglia. Eppure Henry, dall’inizio alla fine, non ha sensi di colpa, perché aspira a essere rispettato, vuole far parte di quelle persone chiamate “dritti”, dove i soldi sono tutto e la violenza diventa secondaria, solo un mezzo per fortificare il potere dal quale continuano a guadagnare soldi. Henry Hill è una guida che ci presenta il mondo della malavita di New York, ci fa vedere gli eccessi e i vizi di un ambiente per pochi privilegiati.

Per rendere meglio questo, oltre ad usare la voce fuori campo, Scorsese concepisce il film come una sorta di documentario: a lui interessa mostrare la quotidianità di una famiglia criminale. il modo di vestire, le abitudini alimentari e musicali. Per questo motivo, Scorsese evita di dedicare spazio alle riprese del furto alla Lufthansa dove si vedono i personaggi solo entrare e uscire dalla compagnia aerea, ma niente di più. 

per la scena clicca qui


Si tratta di cronaca vera, raccontata in prima persona. Il passaggio delle età sembra privare ciascuno dei personaggi di ogni indugio, inseguendo un’interna disciplina di morte. Il clan diventa coscienza nuova, il denaro e il potere gli unici motivi per andare avanti.

Scorsese lascia alla macchina da presa il compito di mostrare il vero lato di questo mondo, costruendo un ambito di crudeltà e immedesimandosi nei personaggi destinati alla morte, senza alcuna speranza di purificazione come avviene in altri suoi film. Il punto di vista è proprio quello di un malvivente che presenta la propria esistenza come esempio, convito di avere compiuto la migliore delle scelte. Parla dei suoi misfatti come apprezzabili esempi dello spirito di iniziativa; pensa alla sua gioventù criminosa con molta nostalgia. 

L’unico rimorso che non gli darà pace è quello di essersi fatto arrestare. Per il resto ha sempre aspirato a vivere nel migliore dei modi e perciò, la sua ascesa di arricchito è legittima e arriva all’acme nella sequenza al Copacabana dove Henry distribuisce sorrisi, battute e mance. Sì le mance, perché il denaro è il suo talismano e presto passa nelle mani di Karen, la moglie di Henry, quando nel giorno del loro matrimonio, anziché ricevere regali comuni, riceve enormi sacchi di denaro e assegni consistenti. 


La violenza è onnipresente in Quei Bravi ragazzi, emerge a ogni passo in maniera inconcepibile, irrazionale e spregevole, proprio come nella scena in cui Henry attraversa la strada per picchiare a sangue freddo, con il calcio della pistola, il vicino di casa di Karen che le ha mancato di rispetto.

Oppure, quando il folle Tommy, prima pesta e poi uccide un giovane e sfortunato cameriere. Ma l’apice si tocca nella scena in cui il trio Hill/Conway/De Simone massacra a suon di calci e pugni Billy Batts, uno degli esponenti più importanti, di quelli che non andavano toccati: eppure, prima viene caricato in macchina, poi, scoperto ancora vivo, viene definitivamente eliminato con Tony e Jimmy che infieriscono su di lui prima con un coltello e poi con una pistola. 

Il cadavere viene sepolto a diversi chilometri dalla città. Per questo gesto, dopo il colpo alla Lufthansa, quando l’organizzazione scopre la verità sulla scomparsa di Billy Batts, non esita a punire il più folle dei protagonisti, Tommy, ucciso con un proiettile dietro alla nuca, nel giorno che lo avrebbe dovuto consacrare all’interno della famiglia. Sicuramente, si tratta del film più violento di Scorsese, dove la follia, la bestialità e la cattiveria emergono fuori come non mai. 

La lite, la rissa, l’omicidio per Tommy De Vito diventano una routine, perché sono il risultato di un rispetto che lui pretende e se non gli viene recato è capace di reazioni improvvise e sconsiderate, tipiche sicuramente di uno psicopatico. I suoi amici iniziano a temerlo, sanno che ogni gesto, anche il più piccolo, potrebbe comprometterli: nella scena all’interno del bar, mentre Tony da spettacolo con battute e racconti divertenti, Henry gli dice “Sei buffo!” e l’amico gli chiede “Perché mi trovi buffo? Buffo in che senso?”, parte una lunga sequenza di imbarazzo e timore, Henry non sa come reagire, come affrontare la situazione, inizia ad abbassare i toni e a pensare a una rissa, all’ennesima inutile sfuriata di Tommy che poco prima aveva preso a calci il padrone del locale per avergli chiesto i conti arretrati.

Dopo un intenso sguardo, Henry capisce che Tommy sta scherzando e tutto torna come prima, ma il dubbio in loro resta, perché conoscono da una vita il mafioso che si trovano davanti e sanno quanto abbia il grilletto facile.


All’improvviso tutto ciò che ha importanza per Henry, finisce per trasformarsi: il cibo, che ha avuto un ruolo importante nel film, è sostituito dalla droga; quelli che reputava amici, si dimostrano dei veri e propri sciacalli; l’ascesa diventa follia.

Quei Bravi Ragazzi rappresenta il momento conclusivo del cinema di Scorsese, perché vi confluiscono tutti gli esperimenti e le esperienze provati nel suo cinema che solo in questo caso trovano compimento. Goodfellas è la summa del cinema scorsesiano. L’elemento che salta all’occhio in particolare, è la voce fuori campo che in alcune fasi del film, commenta gli eventi appena accaduti o che accadranno rivolgendosi al narratario-spettatore, particolare inedito nella carriera del cineasta italoamericano. Questa scelta non riduce il carattere oggettivante tipico di Scorsese: la cosa fondamentale è raccontare la storia, stare ai fatti, documentare. 

Hill, però, non è una narratore qualunque. Al termine del film, un attento spettatore realizza la narrazione, non solo come il racconto di un’esistenza ma anche come l’esposizione di una testimonianza che Henry offre al tribunale per salvarsi. Per questo motivo, il giudice diventa testimone. Introducendo un narratore contemporaneamente testimone, Scorsese crea un luogo di giudizio, trasforma la sala cinematografica in un’aula di tribunale, infatti, alla fine del film, dopo che Henry ha testimoniato, sia alza di sorpresa, cammina e continua a parlare guardando verso la macchina da presa. 

A questo punto lo spettatore è invitato a giudicare e a prendere una posizione. Il finale si può considerare emblematico, non solo perché tipico di Scorsese, ma perché si sottrae ai giudizi morali che Hollywood si attende per certi racconti. Dunque anche in Quei Bravi Ragazzi, ci sono tutti gli aspetti fondamentali del cinema criminale che, tra l’altro, segue la struttura classica: si parte dall’ascesa e il potere per poi cadere nella polvere.

Che sia sinceramente un film prettamente scorsesiano lo notiamo non solo per il soggetto che ha usato più frequentemente, ma soprattutto perché si tratta di un film diverso e unico. Scorsese lavora in diverse direzioni ma soprattutto sui tempi del film e della storia da lui riscritte. Compie, in parole povere, un vero e proprio lavoro di montaggio. Il regista ne monta i tempi con grande precisione e la libertà che si ritrova nei registi della Nouvelle Vague

Stupenda è la scena dell’elicottero, che riassume la giornata tipo (lavorativa si intende) di Henry, scandita in minuti ed ore, modulata dalla cocaina, esasperata dal terrore di essere arrestato, alternata tra affari e impegni familiari. I tempi in cui andava al Copacabana con Karen, passando per la cucina ed entrando come un re nel locale, salutando i suoi amici, sono ormai lontani. Henry si trova con un piede nella fossa, economicamente barcolla e tutti i suoi amici sono morti. 

L’arresto è l’unica cosa che possa permettergli di porre fine a quell’angoscia, a porre conclusione e rimedio ad un ritmo di vita infernale, ma fuggire specialmente dalle manie omicide e dalle minacce di Jimmy, il quale, dopo avere ucciso tutti i componenti della rapina alla Lufthansa, si accinge a muoversi anche contro di lui, quello stesso Henry che fino a pochi mesi fa era il pupillo di tutti, ma aveva trasgredito alcune regole, come il divieto di spacciare stupefacenti. 

La critica riconosce i meriti di Quei Bravi Ragazzi che agli Academy Awards ricevé sei nomination, ma solo Joe Pesci riuscì ad aggiudicarsi il premio Oscar come migliore attore non protagonista. Tra gli altri riconoscimenti si ricordano il Leone d’Argento per la regia alla quarantasettesima mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, cinque Bafta e tre Kansas City Film Critics Circle Awards


LE DIFFERENZE TRA FILM E LIBRO

La sceneggiatura di Goodfellas è un chiaro esempio di adattamento e si basa su due dei tre fondamentali metodi che permettono il lavoro di trasposizione: recuperare alcuni elementi del libro e non tutti; estrarre dal libro solo alcuni momenti chiave legando ancora di più letteratura e cinema. Inoltre, sono presenti al suo interno due modelli d'isotopie, cioè quelle tematiche e quelle figurative, in quanto il film tratta le stesse questioni di fondo e gli stessi dati oggettivi del romanzo di Pileggi, attuando di conseguenza (come è riportato nel sottoparagrafo precedente) alcune modifiche. 

L’analisi comparativa, però, deve concentrarsi in particolare sulle sottrazioni e sulle aggiunte, perché nel film ce ne sono alcune che hanno tra l’altro permesso al film di guadagnarsi la fama di cult-movie. 
Il film inizia con un flashback del 1970. Henry Hill accosta con la propria auto e insieme a Jim Conway e Tommy De Vito, scopre che un uomo da loro precedentemente pestato a sangue è ancora vivo. 



Conway e De Vito lo eliminano a colpi di coltello e di pistola. Dopo questa scena, la storia torna ancora più indietro, ai tempi in cui Hill era un ragazzino che desiderava diventare come quei signori che vedeva ogni sera dalla finestra della sua camera, tutti seduti fuori a una pizzeria e ben vestiti. 

Nel libro il racconto inizia direttamente dal 1955 e non c’è ancora alcun cenno dei primi misfatti del protagonista, anzi egli ci racconta come è riuscito ad entrare nella famiglia dei Vario, composta da cinque fratelli: Lenny, il più grande, sindacalista ed ex distillatore clandestino di alcolici; Paul Vario, secondogenito e boss del gruppo; Tommy Vario ex sindacalista e sovraintendente delle scommesse clandestine; Vito “Tuddy” Vario, gestore del deposito auto e privo di una gamba che ha perso durante la guerra di Corea; SalvatoreBabeVario, gestore del gioco d’azzardo. 

Inoltre, gli uomini che contano, cioè quelli che sanno stare nel mondo dei gangster meritando il rispetto di tutti, vengono chiamati “diritti”. In Goodfellas i fratelli Vario sono solo due, Paul il boss e Tuddy che ha entrambe le gambe e, come nel libro, si comporta come mentore di Henry



I “diritti” sono chiamati “bravi ragazzi” e della famiglia Lucchese non si fa alcun riferimento, infatti, si parla di “Organizzazione” e non è un caso che gli autori del film hanno cambiato i cognomi di tutti i personaggi, tranne quello di Henry Hill, quindi i Vario acquisiscono il nome di Cicero.

Durante gli anni apprendistato, il giovane Henry conosce Jimmy Conway (Jimmy Burke in Wiseguy) che ci viene descritto allo stesso mondo del libro, infatti egli regala mance a tutti: al portiere perché gli apre la porta, al barista perché tiene in fresco i cubetti di ghiaccio, ad Henry perché gli porta da bere. 

Jimmy è un noto rapinatore di camion, ruba di tutto, in particolare le sigarette e ogni volta che dirotta un camion, prende i dati del conducente e poi, dopo avere controllato la sua patente, gli lascia cinquanta dollari. Per questo è famoso come “il gentiluomo”, ma è sempre meglio guardarsi le spalle da lui, perché averlo per nemico significa avere un grosso problema. Tra film e romanzo, il personaggio interpretato da Robert de Niro sembra non avere subito alcun cambiamento.


Nel film, l’adolescente Henry viene arrestato per spaccio di sigarette davanti all’amico Tommy De Vito; nel libro non c’è Tommy De Simone ma Lenny, figlio di Paulie e il motivo dell’arresto è stato l’utilizzo di una carta di credito falsa, utilizzata per cambiare gli pneumatici ad un auto. A questo punto, per quanto riguarda la giovinezza di Henry, Scorsese ha seguito in linea di massima il libro alla perfezione, anche se la narrazione è più spedita e va diritta al punto; del deposito taxi si dice poco e nulla e non si parla del periodo che il giovane gangster ha passato nell’esercito

La narrazione riparte dal 1963, i personaggi interpretati da Ray Liotta e Joe Pesci sono cresciuti e ci mostrano come funzionano gli affari, tipo il furto dei camion. Poi si recano verso un locale, il Copacabana, all’interno del quale la voce off ci presenta i vari amici della banda Cicero



Proprio qui Henry e Jimmy parlano con una talpa per un colpo da mezzo milione di dollari ai danni l’Air France, che viene risolto in poco tempo. Infatti, la talpa che è anche il custode della compagnia durante il turno di notte, aiuta i “bravi ragazzi” ad entrare ed uscire tranquillamente e fare bottino pieno.

Nel libro però le cose non sono così facili, perché il loro contatto, Frenchy, non fa il guardiano e la chiave di cui hanno bisogno ce l’ha un altro. Per procurarsela dovranno coinvolgere una prostituta che terrà il guardiano a bada mentre Hill e compagni duplicano la chiave per aprire la porta dietro alla quale sono rinchiusi e depositati i soldi.

La scena successiva dell’adattamento è straordinaria, perché ci mette su un piatto d’argento una delle immagini più belle, quella in cui Henry dice a Tommy di essere buffo. “Come sarebbe buffo? Cosa ci trovi di buffo?” chiede Tommy provocando un lungo momento di imbarazzo e tensione all’interno del gruppo di amici che, per fortuna, si conclude scherzosamente. 

Questa scena in Wiseguy non è presente ma è stata aggiunta da Scorsese dopo aver sentito un racconto proprio da Joe Pesci che in passato ha vissuto, per davvero, una situazione simile. Tornando al film, si avvicina il momento in cui Henry conosce Karen: Tommy vuole cercare di frequentare una ragazza, Diane, la quale non vuole uscire da sola con lui perché è italiano. 



Allora chiede a Henry di fargli compagnia e di uscire con l’amica di Diane, Karen di religione ebraica. Nell’altra versione non è Tommy a chiedere il favore all’amico ma è Paulie jr., altro figlio dell’omonimo boss, perciò, anche in questo caso, come in quello di Tommy/Lenny, Pileggi e Scorsese utilizzano una condensazione concentrativa dei personaggi. 

Per il resto, sia libro che film spiegano allo stesso modo come sia iniziata la storia tra Henry e Karen (partita da uno stato di antipatia reciproca, per poi portare i due ragazzi ad uscire e a costruire una relazione), e riportano la famosa scena in cui lui picchia, con il calcio della pistola, il vicino di casa di Karen per averci provato spudoratamente con lei e averla abbandonata a diversi chilometri di distanza da casa. Risulta chiaro che siano stati evitati alcuni capitoli del libro, perché facevano chiari riferimenti agli affari della banda ai quali partecipavano direttamente anche i Gambino e i Lucchese

Dopo la rissa con il vicino di casa, Henry e Karen si sposano e la ragazza rimane molto stupita dagli amici del marito, i cui figli si chiamano tutti allo stesso modo (cosa non vera nel libro), ma soprattutto Karen resta sconvolta dopo aver passato un pomeriggio con le mogli dei gangster, donne afflitte e degenerate che pur parlando delle disgrazie altrui, mostrano ugualmente i segni dei loro stenti con orecchini e vestiti di basso prezzo e volti rovinati dall’eccessivo trucco. Nel libro accade il contrario: Karen prima passa una serata con le mogli degli amici di Henry (e qui non ci sono variazioni) e poi si sposa. Nel film, sono tutti presenti al matrimonio. Nel libro manca solo Paulie che è in carcere.

L’11 giugno 1970, presso un ristorante di proprietà di Henry, Jimmy e Tommy uccidono Billy Batts, esponente del clan Gambino. Batts è tornato in libertà dopo sei anni di cercare e, rivedendo Tommy, inizia a prenderlo in giro ricordandogli il suo passato da lustrascarpe. Le parole volano e Tommy si offende, perciò se ne va con la promessa di ucciderlo. Nel film Batts viene picchiato violentemente e ucciso la sera stessa dell’episodio; nel libro solo dopo due settimane. 



Il cadavere viene seppellito fuori città, presso un canile e dopo tre settimane i protagonisti sono costretti a disseppellirlo perché il proprietario della struttura ha venduto il terreno, quindi, per evitare che venisse trovato e che mettesse a rischio il trio, è stato necessario recuperalo. 

Dopo questa tragedia, ecco emergerne un’altra, quella di Spider il cameriere, prima gambizzato da Tommy perché non gli aveva portato da bere, poi assassinato dallo stesso mafioso perché gli aveva mancato di rispetto. In questo caso non ci sono variazioni, anzi emerge un altro aspetto importante del lavoro della sceneggiatura: la sintesi drammatica. 

I casi di Batts e Spider sono due momenti drammatici che si susseguono immediatamente in entrambe le storie, mettendo davanti al lettore e allo spettatore quanto siano gravi e sviluppate le manie di grandezza di Tommy, troppo fissato con la storia del rispetto, troppo folle per non avere sempre con sé una pistola e troppo psicopatico per non avere il grilletto facile. Alcuni capitoli del testo sono saltati perché parlano di affari di routine e di alcuni arresti di Henry, risoltisi con una veloce scarcerazione.  



Nelle immagini riprese dalla macchina da presa, notiamo la mutazione della vita coniugale di Henry. Dai giorni felici in cui lui e la moglie condividevano tutto, si passa a una situazione più difficile che porta la coppia sull’orlo del precipizio: come ogni “bravo ragazzo” che si rispetti, un gangster di carriera come Henry si fa l’amante, Janice. Janice è una ragazza che lavora in un negozio di vestiti matrimoniali ed Henry la conosce durante una serata al Copacabana

I due si piacciono subito e passano la notte in un albergo. Da qui a poco tempo, l’amante riceve in regalo un lussuoso appartamento nel quale Henry passa la maggior parte del suo tempo libero, tornando molto sporadicamente a casa. Karen scopre tutto e litiga con il marito che puntualmente se ne va per recarsi da Janice

Di conseguenza, la povera moglie malcapitata decide di reagire: prima si reca sotto casa di Janice, dandole della prostituta al citofono e umiliandola davanti a tutto il palazzo in cui vive; poi presa da un momento di panico e follia si fa trovare a cavalcioni su Henry che stava dormendo, impugnando una pistola calibro trentotto. La scena è straordinaria. 

Henry riesce a convincere Karen ad abbassare la pistola e appena lei lo fa, reagisce buttandola giù da letto per schiaffeggiarla e puntarle poi la pistola contro mentre le tira i capelli. L’episodio termina con Henry che se ne va e la povera Karen a terra che piange chiedendo il suo perdono. 



Pochi giorni dopo, mentre Henry è a casa di Janice, arrivano Paulie e Jimmy i quali gli dicono di avere ricevuto diverse visite da Karen, disperatissima, che più volte ha chiesto loro di aiutarla. Per questo Henry è pregato di lasciare Janice e tornare alla sua vita coniugale. 

L’italo-irlandese, pur se a malincuore, non potendo nemmeno dire di no a due uomini come Paulie il boss e a Jimmy “il gentiluomo”, accetta la difficile e frustrante situazione. 

Nel Libro le cose hanno un risvolto poco diverso, infatti, l’amante si chiama Linda e non Janice e come quest’ultima, lavora in un negozio di abiti da sposa. Le pagine successive ci mostrano l’andare di pari passo con il film con qualche lieve cambiamento (in questo caso Karen impreca contro Linda non al citofono ma fuori il suo appartamento), tranne uno, cioè la fine della relazione tra marito e amante. 

Henry e Linda continuano a stare insieme, nella realtà Paul Vario e Jimmy Burke non sono mai intervenuti, anzi non hanno mai dato veramente importanza alla cosa. Nota importante: la scena della calibro trentotto è stata tratta proprio dal racconto autobiografico di Hill, quindi realmente accaduta.

Seguendo sempre la strada del cinema, dai problemi matrimoniali di Henry si passa a una fase successiva, ambientata in Florida. Henry e Jimmy devono avere dei soldi da un tipo, il quale non li ha e viene ferocemente picchiato, ma non contento Jimmy decide di minacciarlo portandolo allo zoo e mettendolo a testa in giù sopra la gabbia dei leoni. 



La vittima, vedendo la morte con gli occhi, dice che pagherà e, infatti, lo fa. Peccato che, una volta tornati a casa, i due amici vengono arrestati per estorsione perché l’uomo picchiato in Florida ha una sorella che lavora come dattilografa nell’FBI, quindi li denuncia. Il giudice condanna Henry e Jimmy a dieci anni di carcere, disponendo però di qualche ora di libertà prima di presentarsi nelle rispettive strutture assegnate. 

Una volta dentro, divide la propria cella con Paulie (anche lui dentro per oltraggio alla corte), Vinnie e Johnny Dio ed è proprio lì, all’insaputa del proprio boss, che Henry inizia a spacciare sostanze stupefacenti guadagnando un po’ di soldi che gli iniziavano a venire meno. Karen è coinvolta nel traffico del marito, infatti, lui non può procurarsi la roba direttamente in carcere, quindi incarica la moglie nel rifornirgliene, portandogli anche prodotti alimentari di vario genere. 

Passati quattro anni, il nostro eroe esce di galera, lasciando un dubbio allo spettatore: perché è uscito di galera dopo quattro anno? Non ne doveva scontare dieci? In effetti, Scorsese non spiega il perché di tale anticipo, Pileggi invece lo fa. Nel libro sono riportate tutte le fasi che costrinsero Henry a fare di tutto per uscire al più presto possibile dal carcere di Leweisburg, in Pennsylvania

Hill esce dopo tre anni e mezzo per buona condotta e per avere aderito ai diversi piani di rieducazione che la struttura ha offerto, ottenendo così la libertà sulla parola. Inoltre, lavora anche a tempo pieno prima in cucina, poi presso una fattoria a pochi chilometri dal carcere. 



Proprio in questa fattoria Henry ristabilisce le cose con la moglie che gli passa la droga, poi venduta nelle maniere più inimmaginabili. Una volta fuori, Henry si rimette nel giro degli affari, in particolare quello delle scommesse e tramite un allibratore, Tony Perla, conosce alcuni ragazzi della squadra di basket del Boston College e tira su un giro di puntate truccate che dovrebbero prevedere alti guadagni, ma in realtà la cosa non frutta. 

Quest'ultimo dettaglio, in Goodfellas non è riportato, perché dopo il carcere Henry apre un grosso giro di narcotraffici insieme a Tommy e Jimmy, andando contro il volere di Paulie che gli aveva raccomandato di non immischiarsi in quel tipo di affari. In poco tempo i tre guadagnano come non lo avevano mai fatto prima e per piazzare le sue partite di droga, Henry sfrutta l’abitazione della sua nuova amante, Sandy

Intanto, Morris "Morrie" Kessler, propone un’idea importante, che può fruttare molto alla banda: un colpo da diversi milioni di dollari alla compagnia aerea tedesca Lufthansa. Per quest'operazione Jimmy convoca i migliori gangster che conosce, alcuni di essi erano coinvolti nel colpo all' Air France. Henry non prenderà direttamente parte al colpo ma fa parte della progettazione del piano che porta alle casse della banda ben sei milioni di dollari. 

Henry apprende la notizia via radio, Jimmy ce l’ha fatta ma l’impresa, anziché essere un segno di tempi migliori, sarà presagio di discordia e morte. Jimmy non vuole che i ragazzi sperperino il denaro rubato come se niente fosse, non voleva che si mettesse sotto agli occhi dei federali, già sospettosi, i risultati di quel colpo, ma alla fine il sangue viene versato lo stesso: "Stacks" Edwards, per avere commesso il grave errore di abbandonare il furgone utilizzato per la rapina, poi ritrovato dalla polizia, viene brutalmente freddato da Tommy; Morrie per le continue pressioni sulla sua parte di denaro, che pretendeva essendo stato lui a proporre il colpo, viene assassinato sempre da Tommy per ordine di Jimmy

Dopo di essi vengono eliminati tutti i partecipanti della Lufthansa, uno dopo l’altro, perché Jimmy è innamorato di quei soldi, li vuole tutti per sé e guai se qualcuno gli chiede la propria parte. L’unico a guadagnarci è Paul Cicero, perché è il boss

Henry resta in vita perché non ha mai chiesto nulla, sa che l’amico è andato fuori di testa e per questo deve accontentarsi di ciò che possiede. Tommy, invece, non ha bisogno di quei soldi perché fa il passo di qualità ricevendo una promozione che aspettava da anni: diventare un affiliato. 

Tommy era uno dei pochi del gruppo di Henry a potere ambire a quel livello, in quanto italiano al cento per cento, quindi, un giorno sarebbe diventato addirittura boss. Jimmy punta molto su di lui, perché avere Tommy come affiliato significava molto per il futuro del gruppo, ma i sogni di gloria dei due si spengono violentemente quando si scopre che la riunione per il battesimo di Tommy non è stata organizzata per fare di lui un affiliato dell’Organizzazione, bensì per ucciderlo. 

Avevano scoperto la brutta storia di Butts e Tommy non poteva passarla liscia, doveva pagare con la morte, una morte che getta nello sconforto Jimmy che, preso dalla collera, abbatte la cabina telefonica dalla quale aveva ricevuto la cattiva notizia. In Wiseguy, le cose vanno allo stesso modo, però la rapina è raccontata per filo e per segno, nel film Henry apprende la notizia tramite la radio, per caso, mentre fa una doccia, ma del colpo non vediamo nulla. Nel libro, al contrario, vediamo tutti i movimenti. 

Il colpo viene proposto da Marty Krugman (un bookmaker che come Morrie vende parrucche) che ne parla con Henry e Jimmy. Lunedì undici dicembre 1978, a partire dalle tre di notte, i rapinatori stendono una guardia, Kerry Whalen, presso il parcheggio dello scalo merci e lo costringono a disattivare l’allarme silenzioso che si trova vicino al cancello. Fatto ciò, lo ammanettarono e uno di essi, a quanto pare Jimmy, gli prende il portafogli, controlla la sua carta di identità e gli dice: “Sappiamo chi sei e dove vivi. Collabora!”. 

Whalen accetta e gli viene sequestrato un mazzo di chiavi magnetiche con il quale, i banditi si recano verso la zona di massima sicurezza, dove ci sono altre due guardie, anche loro ammanettate. Dopo costringono uno spedizioniere a contattare l’impiegato di turno che possiede le chiavi e le combinazioni per aprire la porta dove è depositato il denaro, Rudi Eirich

Jimmy Burke e gli altri prendono tutto ciò che c’è da prendere e imbavagliano Eirich ordinando a lui e agli altri impiegati di chiamare la polizia solo alle 4.30. Erano le 4.16 quando il gruppo se n'è andato, ma intanto, 6 milioni di dollari sono andati e quello della Lufthansa è ancora oggi famoso per essere stato il più grande colpo della storia d’America

Il resto della trama procede esattamente come nella comparazione precedente con il film. Scorsese ha rispettato buona parte della storia, anche se in realtà pone gli omicidi post-Lufthansa prima della morte di Tommy, Pileggi al contrario rispetta gli eventi in base alla loro esatta cronologia. 

Il finale di entrambe le opere, ci spiega allo stesso modo come sono finite veramente le cose. In Goodfellas, l’undici maggio 1980 è il giorno decisivo. Henry ha tre commissioni da fare: vendere delle rivoltelle a Jimmy per i suoi silenziatori, andare a prendere il fratello Michael all’ospedale e ritirare alcuni chili di cocaina da Bob Germaine per dei clienti di Pittsburgh

Si sveglia alle sette del mattino e la giornata inizia male perché Jimmy, ormai invecchiato, rifiuta le rivoltelle perché non compatibili con i suoi silenziatori e gli dice di smettere di drogarsi chiudendogli la porta in faccia senza salutarlo. Finita male la cosa, Henry pensa di vendere le armi a Germaine per guadagnare i soldi persi con Jimmy, ma solo dopo aver preso il fratello in ospedale. 

Nel frattempo, un elicottero vola per i cieli e sembra seguire Henry che inizia a sospettare che dietro quel veicolo ci sia l’FBI, ancora sulle tracce dei rapinatori della Lufthansa. Una volta preso Michael, Henry prepara la cena alla quale parteciperà lui con Karen e le loro figlie, suo fratello e Lois, l’ex baby-sitter degli Hill ora loro corriere. 

Nel pomeriggio Henry, ancora inseguito dall’elicottero, si reca con la moglie da sua suocera entrando in garage e nascondendo le pistole in un contenitore della spazzatura, poi vanno a fare spese e l’elicottero è sempre lì intorno. Usciti dal supermercato, i due coniugi notano che l’aereo è scomparso, così tornano a casa della madre di Karen e recuperano le armi, poi arrivano da Germaine e concludono i loro affari. Henry telefona a Lois, dicendole di prenotare il volo per Pittsburgh e raccomandandole di fare tutte le telefonate necessarie non dal telefono di casa, ma da una cabina telefonica. 

Purtroppo Lois farà l’esatto contrario e telefonerà da casa: intercettazioni per la polizia. Fatto questo, Henry riaccompagna Karen a casa, va dalla sua amante Sandy con la quale taglia e prepara la roba per l’affare di Pittsburgh, torna a casa per cenare e a sera inoltrata accompagna Lois a prendere l’aereo. 

Per sua sfortuna (o fortuna) viene immediatamente fermato dagli agenti dell’FBI e viene arrestato non per il suo coinvolgimento nella questione della rapina alla compagnia aerea tedesca, ma per narcotraffico, dimostrato durante un interrogatorio da alcuni strumenti da cucina usati per lavorare la droga e mai puliti come ogni buon spacciatore come Henry dovrebbe fare. 

Karen convince sua madre a ipotecare la casa e ad usare quei soldi per pagare la cauzione perché Henry ha bisogno di muoversi e concludere alcuni affari, tipo quello mancato di Pittsburgh, ma il povero malcapitato scopre che la moglie, al momento del suo arresto, ha gettato tutto nel gabinetto. 

La reazione di Henry è tremenda, capisce di avere perso un affare da oltre sessanta mila dollari e per questo decide di andare da Paulie a spiegargli tutto. Le cose però sono cambiate, Paulie non ha più fiducia nel figlioccio perché è entrato nel giro proibito della droga e per questo gli gira le spalle lasciandogli nelle mani una somma di tre mila dollari. Troppo pochi per l’avaro Henry.

In un altro, luogo Karen incontra Jimmy per alcuni affari e per poco non rischia di essere accoppata da uno dei suoi scagnozzi, che la fissa dall’interno di un locale abbandonato mentre sistemava alcuni scatoloni. 


A questo punto, Henry ha bisogno di capire le intenzioni di Jimmy, perché tutto sta nelle sue mani: i due s'incontrano in un locale per mangiare qualcosa e Jimmy assicura a Henry che il suo processo andrà bene, ma prima bisogna eliminare un giovane della Florida che ha cantato, mettendo così tutti nei guai e l’incaricato è proprio Henry che deve recarsi lì con un altro uomo di Jimmy

Henry capisce immediatamente che l’amico vuole ucciderlo perché non gli aveva mai chiesto di fare fuori qualcuno, quindi se Henry fosse andato in Florida, non avrebbe più fatto ritorno a casa. Allora, sentendosi come un morto che cammina, il povero gangster decide di collaborare con l’FBI: se non lo avesse fatto, avrebbe dovuto scontare venticinque anni di galera e avrebbe corso ugualmente il rischio di essere ucciso proprio durante la reclusione. Henry Hill non ha scelta e davanti ad un giudice e ad una giuria, racconta tutto e manda i suoi ex compagni all’inferno.

Nel testo letterario le cose procedono quasi allo stesso modo, tranne in alcune circostanze. Gli agenti sono risaliti a lui perché un giovane ha raccontato di conoscere Hill e i suoi affari, soprattutto quello con suo padre, che a sorpresa si scopre che si tratta di Bobby Germaine, quindi si spiega il perché dell’arresto, cosa che nel film non c’è. Da Paulie ci va Karen, mentre il marito s'incontra due volte con Jimmy per capire le sue intenzioni. 

Sia Wiseguy e sia Goodfellas terminano in questo modo. Scorsese ha asserragliato molti particolari in poche scene e ha lavorato molto sul personaggio di Tommy De Vito che nel romanzo si vede poche volte e non si distingue con quel folle carisma che abbiamo visto nel film. Al contrario, Jimmy Conway è stato descritto come uno spietato mandante ma non esageratamente deviato come Jimmy Burke, quello vero, la cui sete di potere è molto più evidente nelle parole di Pileggi che nelle immagini di Scorsese, che ci mettono davanti un personaggio troppo secondario, troppo pensoso e meno attivo, ma di certo superbo come tutti i personaggi del cineasta italoamericano.

4 commenti:

  1. Vedi tu che storia!
    Non conoscevo il libro-inchiesta, nemmeno sapevo che fosse una storia realmente accaduta.
    Insomma, questo Hill è il tipico braccio destro stiloso, ci credo che ne abbiano fatto un film.
    Strano che il libro non si trovi facilmente, dopo l'uscita del film...

    Moz-

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  2. Diciano che a parte Lucky Luciano e Al Capone, non siamo stati molto attenti alle tematiche mafiose in America. C'è voluto il Pizza Connection per vedere l'Italia maggiormente concentrata sull'argomento, per via di Tommaso Buscetta che fece da testimone anche nel processo di Palermo contro i corleonesi.

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  3. Sapevo di Pileggi e del libro, che prima o poi leggerò...bel articolo!

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    1. Te lo consiglio. Il libro è ancora più esplicativo del film!
      Grazie!

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