Retrogaming - Donkey Kong Country per Super Nintendo. Ripercorriamo la storia di uno dei più grandi videogames della storia.
Donkey Kong Country: il definitivo lancio del franchise Nintendo
Bellissimo, spettacolare, allucinante, divino! Così mi viene da ridefinire Donkey Kong Country, un videogames per Super Nintendo che negli ultimi tempi ho avuto modo di recuperare, ripercorrendo nella mia mente le bellissime avventure vissute insieme a Crash Bandicoot su Sony PlayStation. Donkey Kong Country fu lanciato nel novembre del 1994 per la nota consolle targata Nintendo e il suo sviluppo portò la firma della Rare. La nota azienda videoludica riuscì quindi a realizzare un reboot del personaggio che sancì il lancio definitivo del franchise che, in questo capitolo della saga, vede Donkey Kong insieme al nipote Diddy Kong in viaggio per recuperare il loro tesoro di banane rubato dal malvagio King K. Rool e dai suoi fidati Kremlings.
Donkey Kong Country si presenta come il classico videogioco anni '90 a scorrimento laterale ma con una grafica che per Super Nintendo era impensabile in quel periodo, soprattutto per un videogioco d'avventura (in precedenza, in Advanced Computer Modelling uscirono Stardust e Killer Instinct). Il giocatore deve farsi strada attraverso quaranta livelli composti da piattaforme e ostacoli. L'obiettivo è concludere il gioco non solo per recuperare il tesoro di banane ma anche raccogliendo tutti gli oggetti e risolvendo le varie quest nascoste. Naturalmente, i nostri eroi dovranno anche abbattere un numero considerevole di nemici e affrontare un'avventura fuori da ogni schema. Tra l'altro, Donkey Kong consente tre modalità di gioco: singola, multigiocatore cooperativo e multigiocatore competitivo.
Nel 1993 Aladdin su piattaforme Sega aveva ottenuto un successo considerevole e Nintendo era intenzionata a lanciare un nuovo prodotto che differisse nel contempo dal tormentone Mario Bros. La Rare aveva già sviluppato numerosi giochi per la Nintendo Entertainment System negli anni '80 e così, i fondatori Tim e Chris Stamper, decisero di assumersi un'altra responsabile o meglio una nuova missione. La Rare acquistò delle workstation Silicon Graphics per il rendering di modelli 3D e alla fine ben pensò di recuperare il marchio inattivo di Donkey Kong: ben dodici sviluppatori furono ingaggiati per creare un nuovo DK che poi sarebbe dovuto diventare una della massime icone non solo della Nintendo ma di tutto il mondo dei videogames. Il progetto durò ben 18 mesi e prese ispirazione dalla serie di Super Mario ma con una grafica pre-rendering, nata grazie a una tecnica di compressione che convertiva i modelli 3D in sprite SNES con una piccola perdita di dettagli. Tra l'altro, Donkey Kong Country fu il primo gioco del marchio non prodotto e diretto da Shigeru Miyamoto, suo storico creatore (che tuttavia contribuì ai lavori con alcune idee).
Su Donkey Kong Country l'intero mondo ripose importanti aspettative e molti fan non vedevano l'ora di poterci giocare. La campagna di marketing atta a promuovere il gioco fu colossale e infatti, solo negli Stati Uniti d'America, le campagne di promozione di Donkey Kong Country costarono la bellezza di 16 milioni di dollari: alla fine, ne valsa ampiamente la pena viste le conseguenti vendite e i plausi della critica. Il successo dell'opera videoludica convinse poi la Nintendo ad acquisire la Rare. Donkey Kong Country fu poi piazzato anche su altre piattaforme come Game Boy e al suo seguito si presentarono alcuni sequel come Donkey Kong Country 2: Diddy's Kong Quest (1995) e Donkey Kong Country 3: Dixie Kong's Double Trouble! (1996) e ancora Donkey Kong 64 (1999, naturalmente per Nintendo 64 e non SNES). Dopo alcuni anni e l'acquisizione della Rare da parte della concorrente Microsoft, Retro Studios Nintendo fece tornare il personaggio alla carica con Donkey Kong Country Returns (2010) per Wii e Donkey Kong Country: Tropical Freeze (2014) per Wii U.
Donkey Kong Country fu uno dei primi videogiochi di grafica avanzata a consentire il salvataggio dei dati, mentre i primi a permettere tale opzione esistevano già in precedenza (si ricorda ad esempio Legend Of Zelda per NES). Ai tempi del suo sviluppo, la Rare e la Nintendo pensarono che per un gioco con grafica ACM avesse bisogno di essere quanto più realistico possibile. Per questo motivo gli addetti ai lavori si recarono in uno zoo per studiare per filo e per segno i movimenti di un vero gorilla, consci del fatto che si trattasse di un animale troppo lento per la tipologia di avventure presente in DKC. Una volta rielaborato, il nostro eroe avrebbe indossato per la seconda volta la cravatta rossa (dopo averla vista in precedenza su Donkey Kong per Game Boy), poi avrebbe messo in campo tutte le caratteristiche più autentiche di un gorilla vero e proprio. Diddy Kong è nato solo dopo un'attenta chiacchierata tra Rare e Nintendo: in principio, il gruppo britannico avrebbe voluto rilanciare Donkey Kong jr. con uno stile di abbigliamento più vicino agli anni '90 ma la Nintendo si oppose, preferendo mantenere intatto il personaggio e magari crearne uno nuovo. Prese dunque vita il piccolo scimpanzé, il cui ruolo è stato determinante sia per dare maggior dinamismo al gioco sia per rendere l'idea cooperazione dei suoi creatori.
Il successo di Donkey Kong Country fu straordinario e la critica esaltò ogni aspetto del videogioco a partire dalla facciata in 16 bit, fino a promuovere anche giocabilità e musiche. A da quel preciso momento che Donkey Kong cominciò a diventare un fenomeno di culto al pari di Mario Bros e Sonic, per poi ispirare altri videogames storici come Crash Bandicoot (palese la somiglianza con DKC) e Tombi (che trovò le sue radici soprattutto in Ghosts 'n Goblins).In Donkey Kong Country è possibile fare di tutto: colpire nemici, saltare su di loro, prendere barili e lanciarli, far resuscitare il compagno morto in precedenza (altro aspetto importante che permette di allungare la partita), scoprire aree segrete, beccare nuovi bonus, completare numerose quest e addirittura cavalcare animali come rinoceronti, struzzi e rane giganti. Soprattutto, DKC permette ai nostalgici di emozionarsi ancora, consentendo loro di rivivere la propria infanzia o adolescenza anche dopo 30 anni dal suo esordio. Erano gli anni '90, gli anni d'oro della prima vera rivoluzione dei videogames, gli anni in cui Sega e Nintendo avrebbe lanciato le basi per la nascita di altre console, tra cui Nintendo 64 e la più fortunata PlayStation della Sony. Questa però è un'altra storia!
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