Fumetti - Preacher di Garth Ennis e Steve Dillon: no, non è una missione per conto di Dio, anzi! Parliamo di un "western soprannaturale".
Preacher il fumetto tra Hellblazer e The Boys
Maggio comincia bene e la Puteca di Pakos torna in grande stile perché oggi voglio parlarvi di Preacher, uno dei (tanti) fumetti più cazzuti ideati dal genio di Gart Ennis, di cui abbiamo già fatto conoscenza parlando poco tempo fa di The Boys. Si tratta di una delle opere partorite verso la fine degli anni '90, in co-produzione con il disegnatore Steve Dillon che ha contribuito alla creazione di personaggi iconici come Jesse Custer, Tulip O'Hare ma soprattutto Prosinsias Cassidy (probabilmente il profilo che ha lasciato maggiormente il segno nel cuore di molti lettori di Preacher). Tre personaggi differenti, ognuno con delle capacità straordinarie, ognuno parte integrante di un progetto "divino" che li catapulterà in un western soprannaturale fatto di religione, angeli, demoni, anime dannate, vampiri alternativi, poteri straordinari, guerre, esaltati religiosi, sparatorie, morti, feriti, sangue, resuscitati, risse, alcol, sigarette, musica, poveri storpi, parolacce e infine, dulcis in fundo, una sana dose di contenuti che potrebbero far passare Garth Ennis per il solito autore blasfemo.
Tuttavia, chi conosce il suo operato in favore di Hellblazer, Hitman e The Boys (quest'ultimo postumo a Preacher) sa bene che Garth Ennis è uno dei provocatori più intelligenti e sensati del mondo delle storie a fumetti, specie perché sfrutta la nona arte per denunciare argomenti specifici e dire la sua su un mondo che non sempre è come quello descritto dai fumetti di una volta. Preacher nacque in un periodo particolare, infatti, Garth Ennis era reduce dal grande successo di Hellblazer e la DC gli riconobbe la scelta di rendere John Costantine un personaggio capace di invecchiare nel tempo, storia dopo storia. Hellblazer infatti ci presenta un protagonista che compie quarant'anni e continua ad invecchiare, a differenza di altri eroi DC che restano sempre eterni trentenni. La Detective Comics chiese quindi a Ennis, in collaborazione con il fumettista Steve Dillon, di creare un'altra storia soprannaturale ma dotata di connotazioni concrete e realistiche come il suo predecessore.
Ennis concepì buona parte delle fondamenta di Preacher tra il 1993 e il 1994, con l'intenzione di regalare agli amanti del fumetto una storia molto americana, un perfetto western contemporaneo che tuttavia includesse anche il punto di vista del suo ideatore. Tre le fonti di ispirazione si contano Cuore Selvaggio di David Lynch, Il buio si avvicina di Kathryn Bigelow e Gli Spietati di Clint Eastwood: il primo è servito agli autori per plasmare la struggente storia d'amore tra Jesse e Tulip; il secondo per il modo di trattare la figura dei vampiri; il terzo per creare la perfetta incarnazione del Vecchio West. Il tutto assunse maggior potenza con livelli di azione degni del miglior Sam Peckinpah.
La serializzazione di Preacher ebbe inizio nel 1995 grazie all'etichetta Vertigo della DC. In quel periodo Ennis e Dillon furono subito accompagnati nel loro viaggio da Glen Fabry, il quale diventò in seguito famoso per aver ideato e disegnato le immortali copertine del fumetto. La serie a fumetti di Preacher comprese la bellezza di 75 numeri totali, comprendendo 66 albi regolari ad uscita mensile, 5 speciali e una miniserie di 4 spillati dedicati al Santo degli Assassini (Saint Of Killers). La serie regolare di Preacher però fu conclusa nel luglio del 2000 e negli Stati Uniti è stata riproposta negli anni attraverso quattro edizioni: la prima da nove volumi, la seconda da sei, una Absolute Edition da tre e infine il formato Omnibus da due tomi stampati in occasione del venticinquesimo anniversario dell'opera.
Preacher ha in seguito fatto il suo esordio in Italia grazie a 12 numeri brossurati dalla casa editrice Magic Press. Successivamente i diritti sono passati a Planeta De Agostini che sviluppò due formati differenti, cioè uno da edicola da 18 volumi e un'altra da libreria da 3 tomi in formato Omnibus. Un ulteriore passaggio di testimone avvenne con RW Lion che lanciò Preacher seguendo l'edizione originale americana con 6 volumi Deluxe. Oggi, Preacher fa parte del catalogo di Panini Comics e recentemente ha rilanciato il fumetto in vari formati, alcuni destinati alle fumetterie e un altro (appena conclusosi) per le edicole. Infatti, l'edizione in mio possesso è quella da edicola che Panini Comics ha realizzato in collaborazione con Gazzetta dello Sport, ma per gli amanti delle raccolte copiose vi ricordo che è possibile recuperare Preacher in formato DC Pocket.
Il successo di lettori rese in poco tempo Preacher come uno dei fumetti di culto più importanti del mondo occidentale. Il suo successo fu tale da vincere un Eisner Award come miglior serie continuativa nel 1999 e a indurre l'emittente via cavo AMC a produrne una serie televisiva andata in onda negli Stati Uniti dal 2016 al 2019, per un totale di 43 episodi per 4 stagioni. A dirla tutta, Garth Ennis era convinto che Preacher potesse essere sottoposto anche a un adattamento cinematografico e infatti, per poco, l'idea del progetto vide la luce solo per pochi giorni per poi insabbiarsi nonostante l'attore James Marsden fosse stato già chiamato per il ruolo del protagonista Jesse Custer (con i provini già avviati per dare un "volto" ad Arseface, cioè Facciadiculo). Adesso concentriamoci esclusivamente sul fumetto perché su Preacher c'è molto da dire.
La trama vede il reverendo Jesse Custer ritrovarsi al centro di una storia fuori da ogni logica perché un giorno nella sua mente entra Genesis, un essere scappato dal controllo degli angeli per via delle sue pericolose origini. Genesis infatti è il frutto dell'amore tra un angelo e un demone, un dettaglio da non poco se si tiene conto che la sua forza viene considerata paragonabile (se non di più) a quella di Dio. Guarda caso, dopo tale evento le cose in Paradiso non vanno più come dovrebbero: lo stesso Dio è scappato e le forze celestiali hanno messo il Santo degli Assassini sulle tracce di Custer per cercare di ristabilire l'ordine delle cose. Nel frattempo Jesse, ormai dotato del verbo che obbliga la gente a fare ciò che gli viene ordinato, ritrova il suo vecchio ma intramontabile amore di gioventù Tulip O'Hare e fa amicizia con un vampiro molto singolare, il vivace Cassisy. A peggiorare le cose però ci penseranno anche le spaventose origini di Jesse e l'organizzazione Graal (che da secoli mantiene pura la discendenza di Cristo) rappresentata dallo psicolabile Herr Starr.
Preacher si pone fin dall'inizio come un fumetto molto descrittivo e dettagliato, specie sulla narrazione e sullo sviluppo dei vai personaggi. L'autore tratta con grande ironia e con immenso black humor i temi della religione applicati a contesti non apologetici e soprannaturali, buttando all'interno della sceneggiatura bellissimi e immancabili rimandi alla cultura pop, specialmente attraverso la musica e il cinema. I film western sono la maggior fonte di ispirazione per le parti e i personaggi salienti del fumetto, infatti, non a caso è possibile ammirare il fantasma di John Wayne che fa da guida spirituale al reverendo Custer, oppure vedere il lettore catapultato in mezzo a Monument Valley (Ennis è legato a film come "Ombre Rosse" di John Ford e "C'era una volta il West" di Sergio Leone) e Alamo che fungono da sfondi in alcune delle tappe del viaggio dei nostri eroi. Proprio a Monument Valley si consumerà il primo scontro tra il Graal guidato dal folle Herr Starr e i nostri eroi, con esiti per nulla positivi da ambo le parti. Ad Alamo invece viene descritto lo scontro finale finale di Preacher, così da ricreare un chiaro riferimento a una delle battaglie più famose della storia degli Stati Uniti, dove un gruppo di eroi americani aveva resistito al crudele esercito messicano guidato dal generale Antonio Lopez de Santa Anna.
Una foto che ricorda Ennis (a sinistra) con Dillon (a destra): quest'ultimo è morto nel 2016 |
A un certo punto della storia, Jesse veste anche i panni dello sceriffo in Texas (per scatenare il suo personalissimo Mezzogiorno di Fuoco), mentre il Santo degli Assassini appare tutto il tempo vestito da cacciatore di taglie del vecchio west: quest'ultimo infatti era un tempo un fuorilegge riformato morto nell'odio e nella disperazione, quindi, il diavolo e la morte decisero di riportarlo in vita per permettergli di dare sfogo alla sua vendetta e sostituire le due entità nel loro lavoro (soprattutto l'angelo della morte). Ebbene, il Santo degli Assassini appare in Preacher riportando alla mente dei più esperti il profilo di William Munny (ma con le fattezze di Lee Marvin), personaggio principale del film "Gli Spietati" di Clint Eastwood.
Preacher è passato alla storia per aver affrontato tematiche molto complesse legate al destino di Gesù e alla possibile esistenza di una sua discendenza. Naturalmente non si tratta di un argomento nuovo ma è possibile che Garth Ennis abbia tratto ispirazione dal libro del 1982 "Holy Blood, Holy Grail" (scritto da Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln) e che a sua volta abbia influenzato Dan Brown per la stesura del romanzo "Il Codice da Vinci". Vedere per credere, in Preacher si parla di un Gesù mai morto e risorto ma sopravvissuto per avviare una propria discendenza con Maria Maddalena: per l'organizzazione del Graal questo fu così importante da convincere gli antichi vertici a difendere tale lignaggio e fare in modo che esso rimanesse sempre puro nel tempo. Ma come? Partiamo dal presupposto che Ennis racconta la storia di Gesù in maniera ironica, satirica e dissacrante facendolo vivere fino a un certo punto e descrivendo la sua morte avvenuta per mano di un carro di letame in fuga. Oltre a questo, per far sì che la discendenza di Cristo resti pura e immutata, il Graal decide di far accoppiare i consanguinei tra di loro, generando col passar dei secoli un albero genealogico fatto di incesti e bambini non proprio normali. L'ultima generazione della linea di Gesù verrà spazzata via proprio da Herr Starr, il quale diventerà poco a poco vittima del suo percorso di vita e si convincerà del fatto che Jesse Custer sia l'uomo giusto per scatenare l'Armageddon.
Tra le altre fonti di ispirazione di Preacher è possibile riscontrare gli elementi de "La saga di Gösta Berling", romanzo svedese scritto da Selma Lagerlöf nel 1891. Jesse Custer infatti è un predicatore di dubbia natura con un passato burrascoso alle spalle e nelle prime pagine del fumetto lo vediamo rivolgersi ai fedeli dopo aver passato una notte a bere e fumare.
Preacher però non è solo un semplice fumetto che fa satira sulla religione. A dirla tutta si comporta anche come una sorta di testo storico atto ad analizzare l'identità e gli ideali americani nell'età moderna. Un primo passo evidente riguarda il punto di incontro tra gli antiquati principi del west con il moderno femminismo, quindi, da i classici cowboy duri più della pietra si passa anche alla centralità della figura della donna, dei suoi diritti e dell'importanza di considerarla al pari di un uomo. Garth Ennis però ha fatto di più creando il personaggio di Tulip e rendendola tanto corretta dal punto di vista umano quanto spietata quando impugna una pistola per regolare i conti. Non a caso, la fidanzata di Jesse è l'individuo più abile a usare le armi da fuoco, anche più di soldati altamente addestrati e specializzati in operazioni di un certo tipo. Tulip è caratterizzata molto bene perché all'inizio parte come un personaggio apparentemente debole, poi poco alla volta si rivela forse quello più forte, deciso e intenzionato ad andare fino in fondo solo per l'amore che nutre nei confronti di Jesse. Man mano che il lettore va avanti con la fruizione della narrazione, è possibile seguire anche una parte in cui Jesse fa valere l'importanza della lotta contro la violenza sulle donne.
In Preacher c'è anche tanto spazio dedicato ai traumi scatenati dalla Guerra del Vietnam, l'eccesso di corporazioni, la ciclicità della violenza, il conflitto tra la politica liberale e quella conservatrice, la depressione, la repressione, la sessualità, la pornografia, l'abuso di droghe, il problema dei senzatetto e l'immigrazione. In tal senso, in mezzo a tutte queste argomentazioni, il profilo più interessante è forse quello di Arseface (Facciadiculo), un adolescente rimasto con il viso gravemente sfigurato dopo essersi sparato per imitare Kurt Cobain, il leader dei Nirvana morto appunto per suicidio il 5 aprile 1994. Arseface è riuscito a sopravvivere per miracolo ma la chirurgia plastica non ha potuto salvare più di tanto il suo volto, ormai somigliante appunto a un ano. Eppure, nonostante tale tragedia, Arseface insegna molto perché la sua storia parla di una prima caduta esistenziale, attraversata poi da un periodo di successo grazie alla musica, infine ecco la seconda caduta in disgrazia seguita fortunatamente da un bel lieto fine verso le battute finali del fumetto. È doveroso tuttavia precisare che quella di Garth Ennis e Steve Dillon potrebbe essere una ricostruzione della storia e della cultura americana non proprio "pura", infatti la prospettiva dei due autori è da considerarsi pressapoco esterna per via della loro provenienza britannica, quindi europea.
I personaggi sono nella stragrande maggioranza dei casi bizzarri e sboccati. Il primo a non usare mezzi termini è proprio il religioso Jesse Custer, il quale crede in Dio ma è arrabbiato con lui per aver abbandonato il suo posto in Paradiso e il ruolo di Signore del Mondo e dell'Universo. La presenza di Genesis nella sua mente gli permetterà di affrontare un lungo viaggio, non risparmiando epiteti furiosi proprio ai danni dello stesso Padre di tutti gli esseri umani. Jesse vanta un passato terrificante, infatti, è stato allevato in una fattoria ad Angelville da una famiglia di fondamentalisti cristiani ma con metodi alquanto barbari. Sua nonna, Marie l'Angelle, è una donna orrenda dotata di una morale fuori da ogni logica umana e vuole fare di lui un Messia costringendolo da bambino a veder i propri genitori assassinati da Jodie e TC, fedeli servi di Marie e mentori di Jesse nell'arte del combattimento. Jesse Custer crescerà quindi nel sangue e nella violenza, tra tremende paludi e luoghi del Texas abbandonati da Dio. In questa fase della vita del protagonista, Ennis e Dillon hanno cercato di sottolineare alcuni degli aspetti negativi degli Stati Uniti che tanto influiscono sulla cultura occidentale.
Per questa fase della trama di Preacher, tutta incentrata sull'infanzia e la formazione giovanile di Jesse, Garth Ennis lascia intravedere ai lettori un punti di riferimento importanti della tv americana degli anni '70, cioè All The Family, più noto in Italia come Arcibaldo, il cui protagonista è un retrogrado patriarca a capo della famiglia Bunker. Pur trattandosi di una sit-com divertente e leggera, Arcibaldo si pone come un personaggio simbolo del lato più ottuso, bigotto e reazionario della società statunitense degli anni '70, vivendo sempre in conflitto con una nazione ormai prossima al cambiamento. Archie si trova ancora più in difficoltà quando tende a relazionarsi con la mentalità aperta della figlia Gloria e del genero Michael che ormai hanno abbracciato la controcultura giovanile formatasi alla fine degli anni '60. Il tema del razzismo viene affrontato da Ennis menzionando tra le righe questo telefilm e manifestando il lato oscuro degli USA attraverso gli occhi delle fiction importante in Europa proprio dal Nuovo Mondo. Del resto, Ennis e Dillon erano già fin troppo consapevoli che la loro critica dell'America sarebbe stata considerata "riduttiva" dagli esperti, quindi perché non affidare questo arduo compito di sentenze agli stessi media americani che raccontano il loro Paese? Da bravi europei, i due creatori hanno raccontato questa parte di Preacher attraverso i loro occhi impregnati di cultura statunitense. Il tutto viene inserito nella biografia di Jesse Custer, il quale porrà fine a ogni rapporto con il suo passato concludendo con la massima violenza una vera e propria storia dell'orrore, il cui lieto fine lo rivedrà ricongiungersi definitivamente alla sua amata Tulip e a conoscere, tuttavia, i poteri e le intenzioni di Dio. Tra una cosa e un'altra, con il passare dei capitoli, è possibile notare anche qualche piccolo omaggio a Sandman di Neil Gaiman e una certa passione per la musica dei Clash.
Passiamo invece a Cassidy, probabilmente l'eroe più amato e iconico di Preacher che tra l'altro abbiamo potuto rivedere anche in un cameo in "The Boys". La storia di questo individuo parte dal giorno della Rivolta di Pasqua, quando i repubblicani irlandesi lottarono per la propria indipendenza dal Regno Unito, finendo però annegati in un mare di sangue in data 29 aprile 1916. Durante la fuga da quella carneficina, Cassidy finisce morso a tradimento da un vampiro, così da trasformarsi e ritrovarsi costretto a lasciare la terra natia per trasferirsi negli Stati Uniti e inseguire il suo personalissimo sogno americano. Il suo essere vampiro però è diverso da quello visto nel Dracula di Bran Stoker, infatti l'unica cosa che può ucciderlo al cento per cento è l'esposizione al sole, mentre rimedi come l'aglio e il paletto di legno nel cuore non servono assolutamente a nulla. Cassidy però è un vampiro "buono" ed evita di uccidere la gente per nutrirsi di sangue, quindi mangia carne bovina decisamente al sangue (troppo al sangue). Tra i suoi difetti si notano una gran sete di alcol e un vizio per il fumo che non conosce limiti. Tra lui e Jesse nasce subito un'amicizia profonda dettata dalle loro condizioni di "uomini speciali" ma, prima o poi, il reverendo dovrà fare i conti con un periodo oscuro del vampiro, una lunga fase del suo passato americano fatta di alcol, prostituzione, tossicodipendenza, sesso e violenza sulle donne. Tuttavia, il finale di Preacher permetterà a Cassidy di ottenere il perdono di Jesse e Tulip, così da redimersi anche dai peccati di un tempo.
Tulip è l'assoluta co-protagonista di Preacher, vista anche la sua straordinaria capacità nell'usare le armi da fuoco. Nonostante all'inizio la ragazza parta in maniera lenta e debole, finisce per diventare un vero e proprio tornado per il 75% dell'opera, fino a diventare inconsapevolmente la vera protagonista della massacro finale ai danni del Graal (o ciò che rimane di esso prima dell'epilogo). Tulip è una donna cazzuta, forte ma con un cuore immenso verso chi tiene a lei: per Jesse sarebbe disposta a tutto e non accetta di essere troppo protetta da lui. La loro relazione è un chiaro omaggio a "Romanzo del West", film del 1944 diretto da Edwin L.Marin.
Facciadiculo è senza dubbio uno dei personaggi di Preacher che lascia un messaggio di speranza a coloro che sono soliti piangersi addosso ogni santo giorno. In un certo qual modo, Arseface è un Kurt Cobain sopravvissuto al tentativo di suicidio, ritrovandosi però costretto ad affrontare le terribili conseguenze di quel gesto autolesivo. Questo teenager è talmente sfortunato da arrivare a diventare una rockstar e poi perdere tutto dopo essere stato ingannato dal suo agente. Eppure, Garth Ennis ci insegna che nella vita non bisogna mai darsi per sconfitti e guarda caso il nostro Facciadiculo troverà un nuovo senso alla sua esistenza finendo a Salvation, laddove Jesse è stato sceriffo a ha ritrovato alcune sue vecchie conoscenze. Di Arseface non sappiamo molto, nemmeno il nome ma, grazie alla saga "The Story of you Know" ecco che riusciamo a risalire a molti dettagli della sua vita trascorsa: questa parte Ennis la divise in quattro parti intitolate "A day in the life" tratto dall'album Sgt. Pepper's lonely hearts club band dei Beatles), Rebel Rebel (Diamond dogs di David Bowie), New Horizons dei Birmigham Moody Blues, infine ovviamente Nevermind. La gioventù del ragazzo infatti ruota intorno al mito di Kurt Cobain e dei Nirvana, fino a quando non ha deciso di stravolgere la sua vita per un insulso capriccio.
Il personaggio migliore di Preacher secondo me è Herr Starr, questo ex soldato nato in Germania e ritrovatosi a guidare le sezioni speciali del Graal verso l'inizio di un nuovo mondo. Tuttavia, Herr Starr si rivela come un vero malato di mente capace di avviare una cospirazione all'interno della cospirazione per cui lavora. Vuole l'indipendenza, vuole essere l'eroe del Graal ma non ne accetta le regole a tal punto da eliminare i suoi superiori e far sparire dalla faccia della Terra ogni traccia del sangue di Cristo. Eppure, tutte le sue azioni hanno delle conseguenze nefaste su sé stesso, rendendolo alla fine la parodia del classico cattivo psicolabile, se non una presa in giro del suo medesimo profilo. Starr già si presenta al pubblico orbo e con il volto sfigurato, poi nell'arco di mezza storia si ritrova vittima di violenza sessuale da parte di un altro uomo, con una cicatrice che gli fa sembrare la testa un pene, un orecchio disintegrato, una gamba in meno e i genitali strappati via a morsi da un Rottweiler. L'uomo che avrebbe dovuto seminare terrore e panico colleziona solo insuccessi e dolori fisici, riuscendo a malapena a mettere solo una volta seriamente in difficoltà Jesse, Tulip e Cassidy.
I disegni di Preacher sono tanto semplici nelle scene tranquille quanto meravigliose in quelle di azione ed enfasi. Per le tavole, Steve Dillon e Garth Ennis hanno potuto avvalersi in alcuni capitoli anche di collaboratori nonché nomi illustri del disegno come Steve Pugh, Carlos Ezquerra, Peter Snejbjerg, Richard Case. L'abilità di Dillon sta tutta nell'aver saputo riprodurre alla perfezione la geografia degli Stati Uniti, facendo respirare ai lettori non solo il suo inchiostro ma anche il profumo delle strade e delle grandi aree americane.
Preacher è senza dubbio uno dei migliori fumetti mai realizzati negli ultimi 40 anni, se non proprio in tutta la storia della nona arte. La critica immediatamente riconobbe i meriti dell'operato di Ennis e Dillon, così da rendere in poco tempo Preacher come una delle opere di maggior culto della sua generazione. Oggi, soprattutto il personaggio di Cassidy è quello ad aver lasciato maggiormente impressionati i lettori, grazie al suo modo alternativo di essere una creatura della notte (assetata più di alcol che di sangue). Per chi è amante di questo genere consiglio vivamente di recuperarlo o perché no di rileggerlo, specialmente per il bellissimo finale e la morale di fondo che emerge nella pagine conclusive.
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