Cinema - The Mask, da zero a mito: parliamo dello "sfumeggiante" film di Chuck Russell con Jim Carrey nei panni del protagonista. Ecco una delle massime perle di nostalgia anni '90.
The Mask con Jim Carrey: quando Chuck Russell si superò
The Mask è uno dei film che ha permesso a Jim Carrey di consacrarsi come attore di successo negli anni '90. Parliamo di una delle pellicole più belle e divertenti della sua generazione, capace di sfondare al botteghino con un budget nettamente inferiore rispetto ai costi di produzione. Basato sull'omonimo fumetto partorito nel 1989 dalla mente di John Arcudi e Doug Mahnke, The Mask fu rilanciato in America nella sua versione audiovisiva sotto la guida del regista Chuck Russell nel 1994. Il film è stato importante anche per Cameron Diaz, la quale fece il suo esordio nell'industria di Hollywood come attrice.
Dietro alla storia di The Mask però si nasconde un pesantissimo lato oscuro, dato che la versione cartacea è caratterizzata da una trama completamente diversa e da una violenza fuori dal comune, a tal punto da renderlo quasi un fumetto a tinte horror/splatter. Tuttavia, parleremo dell'opera di Arcudi e Mahnke in un altro momento, mentre in questo caso ci soffermeremo sull'esilarante adattamento cinematografico.
A dire la verità, Chuck Russell e lo sceneggiatore Mike Werb inizialmente pensarono di riportare The Mask sul grande schermo seguendo esattamente i fatti del fumetto. La complessità dell'operazione fu di notevole portata, infatti, lo stesso Russell fu costretto a fare un passo indietro quando si rese conto che un The Mask fedele al fumetto avrebbe potuto creare qualche problema sia in termini di costi di produzione sia in merito alla sensibilità dell'opinione pubblica. Non va dimenticato che la trama originale prevede tre filoni narrativi ben concatenati tra loro, eppure alla Dark Horse Entertainment New e alla Line Cinema (le case di produzione) serviva una storia con un protagonista, un antagonista, una ragazza da salvare e altri personaggi utili per lo sviluppo della parte investigativa. La soluzione fu rendere The Mask un film comico, carico di effetti speciali (ma non troppo) e interpretato da attori emergenti. Russell ottenne un budget di quasi 20 milioni di dollari e sapeva che di più non avrebbe potuto avere dato che la sceneggiatura avrebbe partorito un risultato estremamente differente rispetto all'idea iniziale.
La trama vede un giovane bancario Stanley Ipkiss (Jim Carrey) venire in possesso di una strana maschera che, poco alla volta, si scopre potrebbe essere legata al dio norvegese Loki, noto ai più come divinità negativa. Stan è un personaggio timido, generoso ma troppo sfortunato. Viene considerato uno "zero" per via del suo carattere docile e dei suoi sogni da ragazzino ma, dal primo momento in cui indossa la maschera, vediamo emergere un personaggio strambo, con la testa totalmente verde, vestito con uno zoot suit giallo e munito di poteri fuori dal comune. La maschera ha il potere di annullare una persona nella sua morale e far emergere i lati più sfrenati del suo animo, infatti, sotto l'influenza del suo alterego Stan rapina banche e mette KO gli avversari con una facilità straordinaria: il tutto avviene attraverso scene divertenti, balletti coinvolgenti, battute a effetto e un umorismo che ha fatto la fortuna del film di Russell. In alcuni momenti Stan riesce a togliere la maschera, ritornando il personaggio tranquillo che è sempre stato, ma incapace tuttavia di ricordare cosa gli sia successo sotto l'effetto della maschera. Tra una cosa e l'altra, il protagonista si imbatte nel tenente della polizia Mitch Kellaway, nel pericoloso criminale Dorian Tyller (Peter Greene) e nella seducente fidanzata di quest'ultimo Tina Carlyle (Cameron Diaz). Lo scopo di Ipkiss è mettere a posto i disastri combinati, far arrestare Tyller e conquistare il cuore della bella Tina. In parole povere, come riportato anche dalla tagline, per Stan è arrivato il momento di passare "da zero a mito".
Per il ruolo di Stanley Ipkiss fu ingaggiato Jim Carrey che nel 1994 era già reduce dal successo del primo capitolo di "Ace Ventura L'acchiappanimali", senza dimenticare che in quello stesso anno avrebbe conquistato il pubblico cinematografico anche grazie a "Scemo & più scemo". Secondo Russell, Carrey era adatto sia per il ruolo del bravo ragazzo sia per scatenare la Maschera usando la sua comicità e la sua esplosività fisica e facciale. In effetti, il regista non si sarebbe in seguito sbagliato! Come coprotagonista femminile la scelta ricadde sulla bellissima e giovanissima Cameron Diaz, la quale recitò nel suo primo film assoluto all'età di 22 anni. Alla Diaz spettava quindi il compito di interpretare la parte della bella Tina, la sensuale fidanzata di Tyller che però vorrebbe tanto prendere le distanze dai suoi loschi affari.
Il film fu interamente girato in California tra agosto e ottobre 1993, per poi essere distribuito nei cinema degli Stati Uniti d'America il 29 luglio 1994 (quest'anno infatti ha compito trent'anni). In Italia, The Mask giunse il 16 dicembre dello stesso anno. Il successo di The Mask fu clamoroso e i botteghini fecero registrare incassi molti alti: in Usa ottenne 119 milioni di dollari, mentre nel resto del mondo guadagnò oltre 350 milioni. È logico pensare che The Mask sia da considerarsi come uno dei film più redditizi della storia visto che per la sua realizzazione furono spesi oltre 18 milioni.
La critica esaltò il film all'ennesima potenza, premiando non solo regia e sceneggiatura ma anche l'interpretazione di Carrey e la sensualità di Cameron Diaz: per ambo gli artisti, il 1994 sarebbe stato un anno indimenticabile. Il successo di The Mask fu tale da fargli ottenere una nomination agli Oscar per i migliori effetti speciali e a convincere i produttori a realizzare anche un cartone animato, un videogioco e infine un sequel nel 2005, The Mask 2 (che si è rivelato un flop).
The Mask è praticamente una parodia del romanzo "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" o tutt'al può essere visto come una dissacrante ed esilarante rilettura dell'opera dello scrittore Robert Louis Stevenson. La Maschera (questo è il nome attributo a Stan trasformato) si presenta come un "cartone animato" in "carne ed ossa", un essere strabiliante capace di fare con il proprio corpo quello che vuole, per non parlare della capacità di tirare fuori dal cilindro oggetti inimmaginabili. La Maschera appare come una sorta di antieroe per via della sua propensione verso il reato ma è di facile apprezzamento non solo ai grandi ma anche agli spettatori più piccoli. Il tema del doppio è espresso molto bene, specialmente se il povero Stan si ritrova a dover affrontare ogni volta la conseguenze (non volute) delle sue azioni. La fortuna del nostro eroe è che può staccarsi dalla maschera quando gli è possibile, cercando in qualche modo di limitare i danni. Tuttavia, lui ha bisogno di dare un senso alla sua vita piatta e quell'oggetto è l'unica cosa che possa fargli fare il salto di qualità, tramutandolo da "zero a mito": è come se il suo legame con Maschera rischiasse di diventare imprescindibile. Alla fine, la sua buona stella vorrà far finire le cose con il giusto lieto fine.
Del resto il tema del doppio mette in risalto la contrapposizione tra bene e male: Stan è la parte equilibrata ma nel contempo non riesce ad esprimersi al meglio, la Maschera invece è tutto ciò che lui vorrebbe essere ma non ha il coraggio di fare. Memorabili le scene del locale (in cui Jim Carrey nei panni del Testone imita i cartoni di Tex Avery), della finta morte e del ballo di massa con i poliziotti, anche se la più iconica di tutte resta quella in cui esclama "sssfumeggiante!" (e non spumeggiante). La Maschera è un finto cattivo e un falso buono, è soltanto una simpatica canaglia che riesce a fare la cosa più giusta che un film dovrebbe fare: incollare la gente davanti allo schermo e far sì che tutti si innamorino di lui. Negli anni '90 infatti The Mask è stato uno dei costumi più ambiti e imitati a Carnevale e ad Halloween. Oggi è un cult un po' di sordina ma sono convinto che prima o poi tornerà in auge, anche perché parliamo di una delle pellicole comicamente più geniali della storia del cinema. Non era facile prendere un fumetto violento e trasformarlo in qualcosa di più leggero, qualcosa che sta a metà strada tra il genio e follia ma del resto non va sottaciuta l'esperienza pregressa di Cuck Russell, famoso in quegli anni per la sceneggiatura di Dreamscape e film come Nightmare 3 e "Blob - Il liquido che uccide".
Per quanto riguarda il film, almeno per ora è tutto. L'obiettivo di questo post è gettare le basi per il prossimo articolo, dove parlerà del fumetto e della sostanziale differenza con il film.
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