Alla vigilia del numero 16 "Batman: Metal" diamo un attimo spazio al 15esimo volume di "Supereroi - Leggende Dc": martedì scorso è arrivato in edicola "Superman - Origini Segrete", scritto e disegnato da Geoff Johns, Gary Frank e Jon Sibal.
Questa ennesima riscrittura della nascita dell'uomo d'acciaio nasce dopo l'ideazione della serie Tv Smallville e prende molti spunti dal Superman filmico di Richard Donner. Analizzando con attenzione l'intero fumetto (organizzato in 6 capitoli) è possibile naturalmente percepire qualche piccola influenza dal remake di John Byrne nonostante i due mondi siano completamente diversi tra loro. Gli autori di "Origini Segrete" partirono proprio da questa consapevolezza per parlarci dell'adolescenza difficile di Clark Kent, il quale è talmente spaventato dai suoi poteri che decide di allontanarsi da tutti: perde di vista il suo amico Pete, respinge a malincuore l'amore di Lana e viene considerato strambo da tutti gli altri compagni di scuola.
È ciò che abbiamo visto nell'esagerato serie Tv Smalville, nella quale i produttore misero più volte l'accento sulle difficoltà del protagonista nel gestire situazioni, personaggi, poteri, il proprio passato e tutto ciò che deriva dal suo essere il futuro uomo d'acciaio. L'unica differenza è che in questa saga su carta stampata non ci sono molti riferimenti alla nascita del protagonista ma solo qualche accenno al pianeta Krypton e ai genitori di Kal-El.
Johns sintetizzò perfettamente tutte queste cose mostrandoci solo un paio di incontri fugaci tra i due giovani Clark Kent e Lex Luthor, per poi proiettarci in una breve parentesi in cui vediamo il Super Boy di Smallville diventare Superman: l'eroe di cui tutti avevano bisogno per tornare umani. Nella prima parte del fumetto emerge alla perfezione la frustrazione di Clark, il quale riesce a trovare forza e coraggio grazie all'amore dei genitori adottivi che sono i primi a fargli capire cosa può fare con le sue capacità sovrumane. Insomma, il solito discorso che da grandi poteri derivano grande responsabilità (ma quella è un'altra casa editrice).
Quando Superman giunge a Metropolis, Johns decide di lanciare il nostro eroe in un mondo a noi molto familiare: notiamo infatti la paura per il diverso, qualcosa che sfocia onda nel razzismo, quel razzismo tanto criticato negli Usa e che viene applicato nella faida tra Luthor e l'esercito americano contro il misterioso uomo volante. Tutti lo temono, in molti lo allontanano, in pochi lo apprezzano: quando poi i cittadini di Metropolis noteranno chi è veramente "il mostro" tra le varie parti in causa prenderanno le distanze dal male e accetteranno Superman come portare di pace e giustizia, come colui in grado di restituire la serenità nei cuori della gente grazie alle sue azioni (la cosa sarà evidente alla fine del volume).
L'alieno è molto più umano degli stessi umani e agisce in base a un codice preciso: usare la forza quando serve, combattere con tutte le proprie forze e uccidere solo se estremamente necessario (perfetta controparte di Batman). Piccola curiosità per gli ammiratori! Ve la ricordate Chloe Sullivan di Smallville? Ebbene comparirebbe in qualche modo anche nell'opera di Johns, basti infatti seguire le tavole in cui alcune studentesse lasciano la propria firma sul gesso dell'infortunato Pete (che qui non è afroamericano ma bianco): si intravede una Chloe S., che potrebbe indicare un piccolo omaggio a un personaggio che in questa circostanza andava per forza omesso fisicamente.
Passiamo ai disegni. La prima cosa su cui vale la pena soffermarsi e applaudire è il chiaro omaggio al compianto Christopher Reeve, il primo vero Superman "in carne ed ossa" che dopo tanti anni passati su una sedia a rotelle è morto nel 2004. I tratti dell'attore sono evidenti sia nel Kent ragazzino sia in quello adulto. L'unica pecca sta nel primo caso: vedere un liceale con quei lineamenti sembra dargli un'aria "anziana", "vecchia", troppo "matura". Molto meglio qualche anno dopo, dove i disegnatori sono riusciti a rendere l'idea del progetto. Nel complesso, è tutto molto bello, a partire da Lois Lane che è stata resa bella e sensuale come al solito (le curve mozzafiato della giornalista sono state rese quasi alla perfezione).
Anche le atmosfere, l'azione e gli scontri sono resi in maniera soddisfacente, anche se in alcune circostanze vediamo i volti di altri personaggi resi sempre in maniera strana (forse sarà stata una scelta strategica, chi sono io per dirlo?).
Anche per oggi è tutto e vi ricordo che "Leggende Dc" torna domani in edicola con il numero 16 dedicato alla serie Metal di Batman.
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ma quindi ATTUALMENTE hanno ristabilito che Superman E' STATO Superboy durante l'adolescenza?
RispondiEliminaPerché nel post-crisis avevano invece slegato i due pg, di cui il secondo era un mero clone creato durante la "Morte" e poi trasferitosi alle Hawaii...
PS: forse sarò il solo, ma a me questi disegni iper-realistici con quella colorazione digitale non piacciono... preferivo (e non parlo certo per imprinting) i cari bei vecchi disegni e la cara bella vecchia colorazione che si vedeva nei comics fino agli anni '90. Infatti in questa serie ho apprezzato tantissimo solo i volumi più vecchi, come Crisi e il Ritorno del Cavaliere Oscuro, già All Star Superman m'è venuto un po' ostico...
In questo ennesimo remake Clark Kent è stato entrambi i personaggi ma penso che non abbia alcun collegamento con le crisi lette fino al poco prima delle "origini segrete".
EliminaPer quanto riguarda lo stile dei disegni, beh penso che siamo tutti affezionati alla vecchia scuola.A me questi non sono dispiaciuti ma concordo sil fatto che All Star Superman sia un mezzo pugno nell'occhio (dico mezzo per non esagerare)