Fumetti DC - La morte di Superman: la storia che sconvolse il mondo. Il progetto editoriale fu realizzato da Dan Jurgens, Roger Stern, Louise Simonson, Jerry Ordway e Karl Kesel.
1992: quando la DC pubblicò La Morte di Superman e la storia dei fumetti cambiò per sempre
Nei fumetti ne abbiamo viste di morti celebri ma, fino al 1992, mai nessuno si sarebbe aspettato di vedere anche il più grande dei supereroi perire, specialmente sotto ai colpi di un nemico potente e in grado di metterlo in difficoltà senza usare qualche singolare trucco. Stiamo parlando de "La morte di Superman", il crossover narrativo ideato tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 dall'editore DC Mike Carlin e dagli scrittori Dan Jurgens, Roger Stern, Louise Simonson, Jerry Ordway e Karl Kesel. Definita dai suoi stessi creatori come "il giorno del giudizio", l'opera fu divisa e pubblicata in vari capitoli su tutte le testate dedicate all'uomo d'acciaio e non solo, quindi parliamo di Superman, Action Comics, The Adventures of Superman, Superman: The Man of Steel, Justice League America e Lanterna Verde.
Negli anni '80 Superman aveva trovato una nuova identità editoriale grazie al prezioso contributo di John Byrne ma, dopo l'addio dello sceneggiatore nel 1988, i fumetti dell'Azzurrone cominciarono a registrare un mostruoso calo nelle vendite, venendo scalzati sempre di più dalle nuove avventure di Marvel Comics (in particolare da antiteroi come Wolverine e il Punitore). La prima soluzione presa dal nuovo team di sceneggiatori consistette nel creare un arco narrativo incentrato sul matrimonio tra Clark Kent e Lois Lane, con la conseguente rivelazione dell'identità di Superman all'amata futura sposa. Per far sì che il progetto avesse senso e successo, la Warner Bros. (società sorella della Detective Comics), lanciò una serie televisiva basata proprio sulla relazione amorosa tra i due personaggi, Lois & Clark: The New Adventures of Superman. Ovviamente, Jurgens e compagni cercarono di tenere il ritmo narrativo del fumetto in contemporanea con le varie puntate del telefilm, con lo scopo di far combaciare la sorpresa del matrimonio nello stesso periodo.
Tuttavia, vista la situazione economica delle testate di Superman e visto che l'argomento del matrimonio non garantiva al cento per cento il successo del progetto, nel 1991 tutto cambiò quando Jerry Ordway fece una battuta già nota da quelle parti: "perché non far morire Superman?". Louise Simonson lo prese sul serio e propose ai piani alti della DC di approvare l'idea di far morire l'uomo d'acciaio, senza far percepire ai lettori "quando" ci sarebbe stato un ritorno editoriale del personaggio, anzi lasciando nei fan il dubbio di non rivederlo mai più. La DC approvò ma fu necessario passare prima da Jerry Siegel, uno dei creatori di Superman nel 1933, il quale diede il suo consenso per quella che sarebbe stata la morte più terrificante della storia dei fumetti. Una volta messi tutti d'accordo, la DC dovette interrompere alcuni archi narrativi non canonici.
Gli sviluppatori de "La morte di Superman" partirono dalle influenze dei fumetti degli X-Men sulle masse, infatti, da questi supereroi Marvel fu possibile capire quanto la fine di un beniamino potesse in qualche modo segnare il successo di un'opera e il punto di vista dei lettori. Oltre a questo, c'era la consapevolezza che Superman fosse ormai un personaggio di culto imprescindibile, quindi scontato. Allora, perché non far morire il più grande campione del mondo? Non si trattava di Gwen Stacy o di Jason Todd, bensì dell'eroe più vecchio della DC, il più amato della storia, il più iconico, il più copiato.
"La morte di Superma" fu sviluppato in tre cicli narrativi: "Doomsday!", "Funeral for a Friend" e "Reign of the Supermen!". Nel primo c'è la terribile battaglia tra Superman e il mostro Doomsday che si conclude con la morte di entrambi i guerrieri. Il secondo racconta il lutto vissuto degli altri supereroi e in particolari da Jonathan Kent che viene colpito da un infarto. Il terzo, infine, vede degli impostori intenti a prendere il posto dell'Azzurrone.
Per uccidere l'essere più forte dell'universo era necessario creare un nuovo villain, mettendo finalmente da parte quegli avversari storici fatti di ingegno, tecnologie e armati di kryptonite. Lo scopo era quello di vedere l'Uomo d'Acciaio soffrire sotto ai colpi di un nemico potente quanto lui, se non di più. Dopo aver concesso agli sviluppatori qualche minuto per realizzare una bozza del nuovo nemico, ecco che Dan Jurgens tirò fuori un Doomsday fatto con pezzi di ossa sporgenti dal corpo e con una massa fisica mostruosamente esagerata anche per Superman. I due avversari, dopo un coinvolgimento della Justice League, avrebbero dovuto devastare mezza America con il loro terribile combattimento, fino a giungere a Metropolis con lo scopo di uccidersi a vicenda. Fu scelto Doomsday come "assassino" perché, secondo gli autori, l'eroe dal mantello rosso aveva bisogno di una perfetta nemesi, di un avversario che potesse competere con lui sul piano fisico e in grado di fargli davvero male grazie alla forza bruta.
Il successo editoriale de "La morte di Superman" fu stratosferico e il numero 75 (contenente il tanto atteso momento) vendette oltre sei milioni di copie, diventando il fumetto più acquistato nel 1992. Tale successo editoriale andò avanti un anno dopo, quando la DC ritenne necessario la rinascita del supereroi a parte da numero 500 di Adventures of Superman. "La morte di Superman" attirò ogni tipologia di lettore, anche chi non aveva mai letto fumetti: i collezionisti fecero a pugni per accaparrarsi non solo tutte le uscite ma soprattutto il numero 75, così da poterlo rivendere negli anni a un prezzo da capogiro. L'opera è stata sfruttata in seguito per degli adattamenti letterari nel 1993, per un videogioco nel 1994 (il mitico The Death and Return of Superman) e per i film d'animazione "Superman: Doomsday" del 2007 e The Death of Superman e Reign of the Supermen (diviso in due parti tra il 2018 e il 2019).
La critica rimase a dir poco divisa nel giudicare il lavoro di Jurgens, Stern, Simonson, Ordaway e Kesel, i quali furono elogiati per una scelta tanto coraggiosa quanto discutibile. Per una parte della stampa statunitense, "La Morte di Superman" fu un'idea geniale, ben strutturata e indispensabile per comprendere la vera eredità lasciata dall'Uomo d'Acciaio ai suoi ammiratori dopo tanti anni di pubblicazioni. L'evento della sua dipartita fu visto come un atto d'amore da parte dell'intera DC per far capire a tutti che Superman sia stato e sarà sempre il più grande di tutti. Tuttavia, qualcun altro non fu dello stesso parere e attaccò la casa editrice accusandola di aver "ingannato i suoi lettori" attraverso una campagna pubblicitaria atta a rilanciare una serie a fumetti ormai in crisi di vendite. Dal canto loro, i team creativi della DC risposero che l'obiettivo non era quello di vendere di più, dato che non avevano calcolato né il successo del progetto né tanto meno il fatto che i lettori potessero sentirsi "presi in giro". Non è un caso infatti che il numero 75 de "La morte di Superman" fu comprato anche da chi non sapeva nulla del mondo del fumetto e di certo era comunque necessario creare mistero su una futura rinascita del personaggio.
C'è chi addirittura definì "La morte di Superman" come una storia assurda, ridicola e inutile, fatta da personaggi mediocri a partire proprio da Doomsday per via della sua comparsa priva di origini e spiegazioni. Eppure, poco alla volta tale stratagemma è stato capito (e come!) dai sostenitori della DC, visto che idee "mortali" furono recuperate e applicante anche agli altri supereroi, senza dimenticare che molti personaggi comparsi nel crossover narrativo del 1992 hanno continuato a farsi vedere anche negli anni a seguire.
Da quel che io ricordi, nel 1992 avevo sei anni e conoscevo molto bene Superman grazie a una serie animata, qualche fumetto e soprattutto ai film con Christopher Reeve: su tutti i telegiornali italiani la notizia fece molto scalpore e anche la rivista "Tv Sorrisi e Canzoni" dedicò in quel periodo più di un articolo alla "morte del secolo". A proposito, in Italia questi albi arrivarono nel 1993 grazie alla Play Press Publishing che pubblicò il tutto in un unico albo. Oggi anche i diritti de "La Morte di Superman" appartengono ovviamente alla Panini Comics.
E voi, cosa ne pensate di questa operazione della DC? A me comunque è piaciuta e penso che non si possa fare a meno di avere questo fumetto in libreria.
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