Manga: Gekiman! Come ho creato Devilman volume 2. Ecco la recensione del secondo libro dell'opera scritta e disegnata da Go Nagai dal 2010 al 2012 in Giappone
"Gekiman!" volume 2: continua il racconto editoriale di Devilman negli anni '70
Continua il mio viaggio personale nella lettura di "Gekiman! Come ho creato Devilman" del grande maestro Go Nagai. Il secondo volume dell'opera edita da J-Pop in Italia ha rivelato particolari ancora più interessanti dietro alla realizzazione di uno dei più grandi manga della storia: Devilman non fu creato per puro caso ma per comunicare al Giappone e al mondo intero un messaggio sul futuro dei popoli.
Geki mostra la sua fissazione per Devilman, una fissazione che diventa vera ossessione se non una malattia. In quegli anni infatti stava lavorando a diverse serializzazioni settimanali per un paio di note case editrici e tra l'altro si ritrovò costretto a chiudere alcuni suoi celebri manga, come ad esempio "La scuola senza pudore". Tuttavia, la produzione della storia di Akira Fudo si rivelò molto complessa non solo per le tematiche, il numero di pagine disponibili, lo sviluppo dei personaggi e dei combattimenti ma soprattutto perché il fumetto fu sottoposto a una scadenza. Ebbene sì, non si tratta di spoiler perché chi ha letto interamente Devilman avrà sicuramente notato una certa "velocità e isteria" nella conclusione della storia: nonostante il successo delle saghe di Sirene, dei Ragni e di Jinmen la direzione fece suonare un campanello d'allarme nei confronti dell'uomo diavolo. Ma perché? La risposta è riconducibile a un altro Devilman, cioè quell'anime che in quegli anni camminava di pari passo con il cartaceo nonostante le due cose fossero completamente differenti.
Come se non bastasse, Nagai aveva anche avviato il progetto Mazinger Z che non avrebbe mai rimosso dai suoi piani. Ci viene quindi mostrata la grande intelligenza dell'autore, il quale riesce a tenere banco allo stress e alla vita redazionale trovando delle possibili soluzioni: lo scopo è far scoppiare la guerra tra uomini e demoni per dare una segnale forte soprattutto al Giappone, in vista di una possibile Terza Guerra Mondiale. Geki mette in guardia in suo Paese ma, nel contempo, ricorda quanto accaduto nel secondo conflitto bellico mondiale e quanto la terra del Sol Levante sia cresciuta tecnologicamente nel periodo successivo. Nagai disegnò la scesa in campo di Devilman per combattere da solo contro i nemici: decine e decine di pagine che a un certo punto strappò per cercare di andare oltre i meri combattimenti e creare qualcosa capace di coinvolgere direttamente il lettore dal punto di vista psicologico.
Dimenticate i cinque volumi della D-Visual o il cofanetto della J-Pop perché 50 anni Devilman ha rischiato di essere uno story manga molto più ampio e infatti Nagai aveva previsto per esso una serializzazione molto più lunga nel tempo. Nel 1972/73 però quella tipologia di manga si rivelò una novità assoluta, presentando di conseguenza "pro" e "contro" molto importanti. Intanto continuano le beghe editoriali e il tempo a disposizione di Geki sta per scadere. Come andrà a finire? Quali altri aneddoti ci verranno rivelati? Nei prossimi giorni ci rivedremo con lettura del terzo e ultimo volume.
Se volete conoscere altre curiosità su Devilman vi lascio i seguenti link qui sotto che vi rimanderanno all'analisi letteraria dell'intera opera.
LEGGI ANCHE:
Nessun commento:
Posta un commento