Manga: Gekiman! Come ho creato Devilman volume 3. La conclusione dell'opera di Go Nagai dedicata alla genesi dell'uomo diavolo.
Ecco la conclusione dei "Gekiman!"
Eccoci finalmente alla recensione del terzo e ultimo volume di "Gekiman! Come ho creato Devilman". Come ormai ben sapete, si tratta di una storia autobiografica a fumetti attraverso la quale Go Nagai ha raccontato il percorso intrapreso per la serializzazione di Devilman. In Giappone l'opera è stata pubblicata dal 2010 al 2012 mentre in Italia è arrivato nell'ottobre 2021 grazie all'editore J-Pop. La copertina dell'ultimo tankobon è dedicata a Ryo Asuka/Satana, cioè il personaggio che ha saputo dare una vera impronta narrativa al manga (a dirlo è stato lo stesso autore).
Il terzo volume racconta gli ultimi estenuanti mesi di produzione di Devilman, mentre Geki Nagai e il suo staff erano impegnati anche con le storie di Mazinger Z. Portare alla luce le disavventure di Fudo Akira resta tutt'oggi l'impresa più difficile e colossale compiuta dal mangaka, il quale aveva addirittura rischiato di non riuscire a concludere l'opera: gli anni '70 erano particolari e pericolosi per l'editoria fumettistica giapponese, infatti, i manga violenti ancora non erano pronti per essere del tutto capiti e i produttori di Devilman sapevano che l'horror di Go Nagai avrebbe dovuto semplicemente gettare le basi per gli shonen del futuro. Tale intuizione tuttavia fu proprio partorita dallo stesso Go Nagai che pensò a Devilman in maniera molto simile alle opere che sarebbero venute dopo (come ad esempio Berserk di Kentato Miura).
Devilman avrebbe rappresentato l'evoluzione dei manga in Giappone: filosofia, storia occidentale, storia orientale, violenza, guerre, angeli, demoni, splatter, sbudellamenti, scene di sesso, scene di nudo, stupri, metafore e similitudini avrebbero dovuto essere tutte le tematiche presenti in un manga durato soltanto un anno. Ebbene sì, un anno! Go Nagai avrebbe voluto inserire gli elementi citati poco fa per rompere gli schemi col passato e far distaccare i nipponici dai fumetti prettamente umoristici. Purtroppo, nonostante i riferimenti alla Divina Commedia e alla Bibbia, gli editori misero a disposizione del maestro pochi mesi (e pensare che per la sua maggiore opera aveva in mente una serializzazione di almeno cinque anni). A questo punto sembra palese il perché non siano stati inseriti tanti altri combattimenti e perché il finale sia alquanto sbrigativo (seppur potente e profondo).
Per Go Nagai Devilman non è stato solo il "figlio tanto voluto", non è stato solo il suo manga più famoso ma è stato (e lo è tutt'ora) il simbolo delle sue ossessioni spesso sfociate in momenti di follia onirica e deliri artistici. Ogni decisione per lui è stata sia gioia sia dolore, mentre il potere della sua mente e della sua matita l'hanno portato (anche per colpe non sue) a stravolgere ogni cosa: è stato proprio questo stravolgimento a rendere grande Devilman, il quale doveva lasciare un messaggio ai popoli e quindi evitare di apparire come una banale storia sui supereroi. Nelle battute finali fu necessario dare un'impronta decisiva ai profili di Akira, Miki e Ryo: ognuno dei tre avrebbe infatti giocato un ruolo fondamentale ai fini della trama, così da arrivare alla conclusione di un diabolico ciclo dei vinti. Perché la guerra è così, non ha né vinti né vincitori, ma soprattutto non ci sono eroi in guerra perché essa non ha mai senso.
Con Devilman ho avuto conferma di ciò che ho sempre pensato di Go Nagai e cioè che lui sarà sempre il padre di tutti i manga e degli shonen. Lui concepì un'opera horror che avrebbe lanciato manga più spietati come Berserk di Kentaro Miura a fine anni '80: Miura e altri artisti del settore seppero intravedere quel desiderio di cambiamento da parte del maestro, quindi inserirono le idee mai pubblicate di Nagai nelle loro tavole. È commovente notare che il lato lucente di Nagai abbia preso il sopravvento sulla sua parte oscura, evitando di conseguenza ulteriori mortificazioni e umiliazioni per i suoi giovani personaggi (al di là del loro destino). Gekiman è un box che vale davvero la pena avere perché conclude un viaggio durato oltre 40 anni!
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