venerdì 27 dicembre 2024

Fumetti - Quando muori resta a me di Zerocalcare: il senso di colpa non te lo spiega nessuno!


Fumetti - Quando muori resta a me. Nella sua nuova opera Zerocalcare ci parla del rapporto con il padre e svela un nuovo lato di sé.

Quando muori resta a me: la nuova commovente storia di Zerocalcare

Innanzitutto, Buon Natale e buone feste anche se siamo al 27 dicembre. Come avrete potuto notare mi sono preso un bel periodo di relax, evitando di stressarmi troppo e di non trasformare il blog nella solita ossessione compulsiva. Avevo intenzione di tenere il sito chiuso fino alla fine dell'anno ma, finalmente, sono riuscito a ritagliarmi un po' di spazio nella lettura di "Quando Muori Resta a Me", l'ultima storia a fumetti di Zerocalcare. Sapete quanto adori Michele Rech e in virtù dello spaventoso ritardo accumulato rispetto alla sua uscita, risalente al sette maggio di quest'anno (ero naturalmente sull'isola per lavoro), ho deciso di interrompere ogni impegno (sto rileggendo Violence Jack e ho detto tutto!) e scrivere due righe dedicate a quello che può reputarsi già uno dei lavori più belli e commoventi dell'autore romano. 

In "Quando muori resta a me", Zerocalcare ci racconta i dettagli sul particolare rapporto con il padre, il quale è noto a tutti come Genitore 2 e viene rappresentato con le fattezze di Mr.Ping di Kung Fu Panda. Si tratta di una storia importantissima non solo per via di varie rivelazioni in merito alla complessa relazione tra i due protagonisti, ma anche perché Zerocalcare mette a nudo un aspetto inedito di sé, quello probabilmente più sincero e autentico che riuscirebbe a spiegare anche il suo carattere. La storia parte da Roma e affronta un lungo viaggio verso Merin, paesino di origine della famiglia paterna, nonché luogo dove si svolgeranno i fatti. Il tema del viaggio però non riguarda il mero aspetto del dinamismo fisico ma ricade anche sul piano spirituale, per non parlare dei ricordi che in "Quando muori resta a me" (ri)emergono con una potenza devastante ed esplodono dal cervello come proiettili pronti a fare davvero male. Da Rebibbia fino a Merìn l'autore recupera le fasi salienti della giovinezza passata e non passata con Genitore 2: gli anni vissuti insieme a Genitore 1, il divorzio, il distacco, l'adolescenza, le cose non dette e quelle pronunciate a metà, le questioni lasciate in sospeso e quel terribile senso di "freddezza" che vediamo spesso dividere genitori e figli, come un insormontabile muro divisorio (proprio come disegna Zero sulle pagine di questo libro). Tuttavia, tutta la preoccupazione dell'autore sarà perennemente collegata al famoso "Giorgio di Merman", quando tutto cambiò improvvisamente. 


Dopo trentacinque anni, Zerocalcare potrà finalmente risolvere il più grande mistero della sua famiglia, nonché della sua infanzia, tra personaggi misteriosi e un amore paterno infinito ma mai corrisposto a dovere. Giunto a Merìn, il nostro Rech va alla riscoperta della storia di suo nonno, personaggio considerato come benefattore da un lato ma anche come traditore dall'altro: cosa sarà mai successo? Lungo le pagine, Zerocalcare inserisce non solo il suo racconto ma anche una voce fuori campo che narra gli anni del primo Novecento a Merìn, attraversando la Prima Guerra Mondiale e il dopoguerra: si tratta di una testimonianza di una vecchia amicizia/inimicizia di suo nonno (Giglio). Nel contempo, a proposito di amicizie e conoscenze, ecco che spunta anche la strana figura di Marla, una donna romana orba e legata in qualche modo a Genitore 2, da anni residente a Merìn per motivi incomprensibili: perché una persona dovrebbe lasciare la Capitale e trasferirsi tra le Dolomiti, dove la vita è ben diversa da quella caotica della metropoli?


La confusione nella testa di Zerocalcare cresce ora dopo ora e i suoi pensieri tornano sempre al giorno di Merman, quando suo padre una sera tornò bagnato e con un viso sconvolto. Intanto, accade qualcosa all'armadillo, il cui aspetto diventa tetro, grottesco e ripugnante, così come alcuni suoi interventi necessari a ridestare il bambino nascosto in Zerocalcare. Tra un ricordo piacevole e uno sgradevole, tra una parola detta e un'altra non detta con Genitore 2, tra i rimorsi della sua egoistica adolescenza e il silenzio imbarazzante della madre in merito al "Giorno di Merman", Zerocalcare incontra un nuovo mostro, una creatura raccapricciante dalla quale è fuggito per 35 anni: la verità o nello specifico il senso di colpa generato da essa! La stessa verità che suo padre fu costretto a fronteggiare quando lui e sua moglie decisero di separarsi, combattendo un essere informe spaventoso nato dal terrore di perdere ogni cosa con suo figlio: i legami, i ricordi, gli affetti. Ed ecco che Zerocalcare mostra Michele Rech, nel suo vero aspetto, riconoscendo che tutti gli errori commessi nella sua vita non sono legati alla storia della sua famiglia ma a sé stesso. Le distanze, la superficialità, la difficoltà nell'avere una relazione amorosa stabile e soprattutto una prole sono tutti gli spettri partoriti dal percorso esistenziale di Zerocalcare, il quale toglie la maschera e mostra al mondo il vero sé, quello che ha messo i paletti con il padre, colui che ha avviato la continua edificazione di quel muro emotivo che alla fine li ha portati a dividersi, comunicando il minimo indispensabile e smettendo di fare discorso tra padre e figlio. 

La maturità di Calcare sta anche nell'aver fatto ammenda e aver ammesso che suo padre ha fatto di tutto, nonostante tante cose, per non fargli mancare nulla. Finalmente il protagonista scopre anche qualcosa in più sul passato di Genitore 2, famoso a Roma per aver preso parte alle rivolte negli anni di Piombo in Italia ma essere riuscito a uscire subito a quei conflitti solo e unicamente per amore dell'ex moglie e soprattutto per quel bambino che sarebbe nato il 12 dicembre 1983. Genitore 2 non solo si rivela un personaggio straordinario ma anche di grande carisma: lui, che veniva da una famiglia abituata a parlare poco, non ha mai e poi mai tentato di zittire o spezzare le ali all'unico figlio che ha, anzi, è stato il primo della sua stirpe ad aver messo fine al tormentone "sta zitto coglione!" perché i figli vanno rispettati esattamente come quest'ultimi onorano i propri genitori. 


Cosa significa "Quando Muori Resta a Me"? Le azioni del nonno e del padre, gli anni dell'impotenza comunicativa, gli affetti inespressi. Tutte queste cose, quando un genitore muore, prima  o poi le lascerà al figlio come una pesante e scomoda eredità difficile da calcolare, se non impossibile da accettare (ma inevitabile). Ed ecco che si scopre chi è Marla, cos'è successo all'Armadillo, cos'era il Giorno di Merman, il ruolo di Genitore 2 (quello di Genitore 1), il mistero della montagna di Merìn. Tante, tantissime altre cose vengono svelate da Zerocalcare in questa incredibile storia, basata su una trama che non vuole promuovere quanto visto nei libri precedenti, non cerca di far mantenere all'autore la sua coerenza, né tanto meno ricama successi per nuove scoperte e maturazioni: qui, in quando Muori Resta a Me, si tratta di fare autocritica, andare in fondo al proprio cuore e far apparire allo specchio non la faccia nasona dello Zerocalcare dei fumetti, bensì quella che si cela dietro la caricatura, quella di Michele Rech


Probabilmente, la separazione dei genitori e le scarse capacità nel creare una sua famiglia, hanno convinto l'autore a chiudersi a guscio, proprio come farebbe il suo armadillo, impedendo così al mondo circostante di sconvolgere (anche nel bene) ulteriormente la sua esistenza. Zerocalcare si mostra uomo e umano, con una sensibilità che non ha tempo di dare spazio ad altri sentimenti e condizioni, specialmente quando c'è di mezzo un padre che per anni ha dovuto combattere da solo contro i suoi sensi di colpa. Non ci sono riferimenti nerd, similitudini o metafore che tengano perché il momento della verità è arrivato, così come la battaglia finale contro quel mostro orripilante che Genitore 2 ha dovuto combattere da solo. Esiste uno Zerocalcare sensibile e finalmente maturo che tuttavia non può reprimere anche la sua coerenza: alla fine (fanculo lo spoiler) il figlio non seguirà i consigli della madre e di Marla in merito a un eventuale chiarimento sulla notte che cambiò i loro destini. Padre e figlio torneranno a Roma con una vittoria, con una consapevolezza in più ma un muro ancora troppo solido per essere abbattuto in così poco tempo. Il tempo li ha aiutati a riscoprirsi e ancora il tempo gli permetterà di chiudere quel cerchio.

I disegni e la sceneggiatura di Zerocalcare toccano punte altissime di nostalgia e commozione. L'autore cerca di non fare mancare nulla della sua produzione nonostante, "Quando Muori Resta a Me", sia totalmente differente dagli altri fumetti di questo mostro sacro della nona arte. Non è come leggere "Dimentica il mio nome", capolavoro che seppe raccontare in maniera magica la storia della nonna materna e dello stesso Genitore 1, bensì abbiamo davanti un manifesto di crescita importante da parte di Zerocalcare perché è risaputo che non abbia mai e poi mai parlato così tanto di Genitore 2. In questa graphic novel possiamo individuare una specie di romanzo di formazione strutturato come un monito a chi legge, un monito atto a indurre chi segue i fatti a fare ammenda laddove necessario: amiamo i genitori e non respingiamoli perché un giorno potremmo pentircene (meglio tardi che mai). Genitore 2 è quel cavaliere silente che non ti aspetti, quell'eroe senza maschera e senza mantello che ha dovuto caricarsi sulle spalle la cattiva reputazione di sua padre e i disastri del suo percorso come genitore, evitando tuttavia di commettere errori dagli effetti irreversibili. Errori irreversibili mai commessi eppure ciò non gli ha impedito di sviluppare quel senso di colpa tipico di queste storie.

Ora, qualcuno si chiederà perché mai leggere proprio ora "Quando Muori Resta a Me" e parlarne nel periodo delle festività? Beh, partiamo dall'idea che potrebbe essere un ottimo regalo in occasione del Natale o dell'Epifania ma, la verità (ecco) e che su certi aspetti l'ultima fatica di Zerocalcare mi colpisce, mi segna... mi vede coinvolto, mi riguarda da vicino (seppure in maniera differente). "Quando Muori Resta a Me" è il fumetto che tutti dovremmo leggere, è una graphic che parla del mondo della famiglia antica, moderna e contemporanea. Non tutti siamo Zerocalcare, nemmeno io visto il suo coraggio, eppure, spero un giorno di essere un Michele Rech.

A scuola ti insegnano "felice-triste-arrabbiato".
Il senso di colpa non te lo spiega nessuno.

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2 commenti:

  1. Neanche a dirlo, consigliatissimo! Fra l'altro io a "Merin" (ovvero il paese reale a cui Merin è ispirato) ci sono stato diverse volte :D

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  2. Infatti esiste una Merin ma sta in Repubblica Ceca XD
    quindi non penso proprio sia quella del fumetto

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