mercoledì 20 marzo 2024

Fumetti Dc - Batman: "Una Morte in famiglia" di Jim Starlin e Jim Aparo


Fumetti Dc - Batman: "Una Morte in famiglia" di Jim Starlin e Jim Aparo. Ecco una delle storie più decisive e drammatiche del Pipistrello.

Una morte in famiglia: la fine di Jason Todd, il secondo Robin

"Una morte in famiglia" rappresenta una delle storie clou nell'evoluzione delle trame di Batman e della Dc. Sul finire degli anni '80, la casa editrice statunitense decise di fare un passo avanti decisivo, sancendo la morte di un personaggio importante della serie: trattasi di Jason Todd, la seconda reincarnazione di Robin dopo il passaggio di Dick Grayson nei panni di Nigthwing. L'arco narrativo è stato pubblicato per la prima volta tra dicembre 1988 e gennaio 1989 sui numeri 426-429 di Batman, con la sceneggiatura di Jim Starlin, i disegni da Jim Aparo e le copertine di Mike Mignola.

Jason Todd fece la sua comparsa come Robin su Batman 366 del dicembre 1983, esattamente sei mesi dopo la sua presentazione in abiti civili. Il personaggio non fu immediatamente apprezzato per via del fatto che i suoi sviluppatori lo pensarono troppo simile, se non uguale, al primo aiutante del Pipistrello. Nel 1986 il supereroe fu affidato a Max Allan Collins, il quale lo ricostruì completamente la sua storia in maniera più complessa: madre morta per un'overdose, padre criminale ucciso da Due Facce e condizione da orfano con prospettive future da teppista e ladruncolo. Batman lo scoprì mentre gli stava rubando le ruote della Bat-mobile: dopo aver notato la sua condizione e il suo temperamento, decise di prenderlo sotto la sua ala e di trasformarlo nel nuovo "ragazzo meraviglia". 


All'improvviso la svolta! La Dc decise di far morire Jason ma, per andare sul sicuro, preferì  coinvolgere i lettori attraverso un sondaggio telefonico che offriva due opzioni: salvarlo ma costringerlo a lasciare la carriera da aiutante del Cavaliere Oscuro oppure morire tragicamente. Palese quindi l'intenzione della Dc di riportare Batman sulla strada del guerriero solitario, privo di ogni spalla (tranne in qualche rara occasione). Il pubblico decise quindi di favorire la tragica fine di Todd: oltre 10mila persone dissero sì per la morte, solo 72 tentarono di opporsi. A questo punto bisognava solo passare alla realizzazione dell'arco narrativo. 

E pensare che già Frank Miller ne "Il ritorno del Cavaliere Oscuro" (1986), aveva lanciato le base per una chiave di lettura molto familiare, visto che fu il primo a immaginare la brutta fine del secondo Robin. In alcune scene del fumetto di Miller vediamo una teca contenente il costume e la maschera appartenuti  a Jason Todd. Inoltre, durante una conversazione tra Bruce Wayne e il maggiordomo Alfred si intuisce che il giovane sia deceduto in seguito a una missione da supereroe (seppure non in maniera esplicita): questa sarebbe stata una delle tante ragioni a indurre il crociato mascherato ad abbandonare la sua doppia identità. Fatto sta che dopo i fatti di "Una morte in famiglia", indipendentemente dalla Terra di ambientazione del Batman di Miller, per il Pipistrello tutto cambierà e le cose non saranno più come prima. 


Per sua fortuna, Jason Todd tornerà in vita attraverso l'arco narrativo Under The Red Hood, a partire da un'idea di Judd Winick nel 2005. In questa occasione vestirà i panni del nuovo Cappuccio Rosso, in riferimento alla prima identità di Joker. I meno esperti si chiederanno cosa c'entri Joker in tutto questo: in "Una morte in famiglia", storia in cui muore Jason Todd, l'unico antagonista è proprio il principe clown del crimine. Ad ogni modo, il ritorno nei panni del nuovo Red Hood porrà un Todd diverso, ormai impazzito per quello che gli è successo, dedicando la sua vita al crimine e intenzionato a uccidere Joker una volta per tutte. Batman riuscirà a farlo ragionare reinserendolo nella Bat-famiglia, al di là di ogni conflitto di rapporto amore/odio. 


Nonostante Jason non sia stato apprezzato come Dick Grayson, la sua morte è stata paragonata da molti critici come un punto di svolta importante nel fumetto americano, quasi al pari della tragica fine di Gwen Stacy avvenuta nel 1973 in casa Marvel

La trama tra l'altro non si concentra soltanto sulla fine del secondo Robin ma viene catapultata in Medio Oriente, in mezzo ai conflitti islamici con lo Stato d'Israele. Tutto ha inizio quando il giovane viene sospeso da Batman dai suoi incarichi da Robin a causa del suo carattere impulsivo e spericolato. Poco dopo, Jason scopre che Catherine non era la sua vera madre attraverso il certificato di nascita: tuttavia, sul documento danneggiato dalle intemperie, si intravede solo l'iniziale S. e alla fine riesce a risalire ai profili di Sharmin Rosen (agente dei serviti segreti israeliani), Sandra Woosan (alias Lady Shiva e mercenaria impegnata ad addestrare terroristi nel deserto) e Sheila Haywood (dottoressa che lavora in Etiopia). Nel frattempo, mentre il ragazzo è sulle tracce della madre biologica, Batman deve recarsi negli stessi territori perché Joker sta per vendere un missile nucleare in Libano destinato al bombardamento di Tel Aviv


Il dinamico duo si rincontra quindi in Medio Oriente, per poi ritrovarsi in Etiopia: qui Jason troverà la vera madre e purtroppo anche la morte. Per impedire che Joker continuasse a corrompere e minacciare la genitrice, Robin decide di agire contro le raccomandazioni di Batman, finendo prima pestato a morte con un piede di porco e infine coinvolto in esplosione. Il dramma diventa ancora più potente quando il Cavaliere Oscuro trova sia il cadavere di Sheila sia quello del figlio, lasciando che i suoi sensi di colpa aumentino all'ennesima potenza. Mentre Batman era impegnato a sventare un attentato da parte degli uomini di Joker, quest'ultimo aveva ucciso il suo partner in un'esplosione. Dopo aver ridotto Barbara Gordon alla sedia a rotelle, adesso il nostro eroe deve fare i conti con una realtà ancora più amara. Vorrebbe tornare indietro nel tempo e uccidere il Joker quando avrebbe potuto e dovuto. 

A peggiorare le cose poi ci pensa l'incontro tra l'uomo che ride e l'Ayatollah Ruhollah Khomeini con un'insolita proposta, infatti, lo elegge nuovo ambasciatore del governo Iraniano. Ottenuta quindi l'immunità diplomatica, Joker ha l'opportunità di realizzare un altro dei suoi folli piani, cioè sterminare con i suoi gas velenosi tutti i membri dell'Assemblea delle Nazioni Unite. Sarà necessario l'intervento di Superman per cercare di mantenere la calma e affrontare l'imminente caos senza scatenare una guerra mondiale. Alla fine Batman riuscirà a vendicare Jason e a porre fine alla vita della sua nemesi criminale?


La copertina del fumetto è una delle più belle di sempre e prende ispirazione dalla Pietà di Michelangelo. Dopo "Una morte in famiglia", le cose non saranno più come prima, nonostante Batman decida poco tempo dopo di "assumere" il giovane Tim Drake come terzo Robin. Eppure, saranno numerosissime le avventure del crociato senza la sua fidata spalla: il dinamico duo sarà soltanto un ricordo ricorrente nella mente dei lettori della vecchia generazione. 

Una morte in famiglia può definirsi come il capitolo conclusivo della run lanciata da "Batman - Anno Uno" (1987), L'uomo che ride (2005), Il Lungo Halloween (1996/97), Vittoria Oscura (1999/2000) e The Killing Joke (1988). Per alcuni esperti si conclude così una saga cominciata da Frank Miller e che passa attraverso lo stile noir di Jeph Loeb e Tim Sale, senza dimenticare il contributo fondamentale di Alan Moore nella caratterizzazione ultima di Joker. Il primo anno di carriera di Batman sfocia dunque nell'amara esperienza delle sue scelte, con gravi avvenimenti che negli anni gli faranno capire che la guerra al crimine è una cosa che deve sbrigare da solo. 

Il vero vincitore dell'opera è senza dubbio Joker, il quale è riuscito ancora una volta a complicare l'esistenza del Pipistrello, incurante dei tentativi di quest'ultimo di aiutarlo a superare la sua condizione di pazzo omicida. Joker continua a essere il principale artefice del Bruce Wayne adulto e supereroe. Il villain recupererà pienamente la sua centralità, con toni ancora più psicopatici, nella run di inizio millennio a opera di Scott Snyder e Greg Capullo.

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1 commento:

  1. Storia fondamentale, hai detto bene! E lo è anche perché tanto autori bravissimi come Loeb e Miller l'hanno toccata, in un modo o nell'altro... :--)

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