sabato 9 marzo 2024

Fumetti Dc - Batman: Morte della famiglia di Scott Snyder e Greg Capullo


Fumetti Dc - Batman: Morte della famiglia di Scott Snyder e Greg Capullo. Ecco una delle storie più folli con Joker al centro dell'attenzione.

Morte della famiglia: un altro folle Joker per Batman

Morte della famiglia è senza dubbio una delle migliori storie partorite dalle geniali menti di Scott Snyder (sceneggiatura) e Greg Capullo (disegni) negli ultimi anni. La prima pubblicazione risale a ottobre 2012, riscuotendo buone critiche sia negli Stati Uniti sia (successivamente) in Italia. Protagonista assoluto è Joker, il quale torna sulle pagine della Dc nel pieno della sua follia omicida, ripercorrendo tra l'altro molti punti che caratterizzarono il suo primo scontro con Batman


La nemesi del Cavaliere Oscuro minaccia di nuovo Gotham City dopo aver perso letteralmente la faccia: adesso non solo ha recuperato la sua "pelle" ma è intenzionato a far passare le pene dell'Inferno al suo peggior nemico, creando una vendetta quasi "romantica". Snyder crea una sceneggiatura atta a far rivere a Bruce Wayne l'incubo della perdita dei suoi genitori e infatti Joker è intenzionato a colpirlo diritto al cuore, con lo scopo di prendersela con l'intera Bat-famiglia composta da Alfred Pennyworth, Dick Grayson (Nightwing), Tim Drake (il terzo Robin), Barbara Gordon (Batgirl), Jason Todd (ormai Red Hood) e Damian Wayne (figlio di Bruce e Talia Al Ghul, nonché quinta reincarnazione di Robin). Di conseguenza, è logico che la narrazione avvenga dopo la morte di Jason Todd in "Una morte in famiglia" e prima della tragedia che porterà Barbara Gordon sulla sedia a rotelle come visto in "The Killing Joke" (che però viene prima della morte di Jason!).


Snyder e Capullo ci offrono uno dei Joker più spaventosi, psicotici e incontrollabili della storia, a tal punto da mettere Batman seriamente in difficoltà e da porlo in una condizione di crisi esistenziale. La paura di vedere morire il proprio maggiordomo e i suoi allievi lo inducono a isolarsi e a occuparsi da solo di una minaccia che, mai come in "Morte della famiglia", affonda le sue radici nello scontro che diede origine a una delle faide più famose della storia dei fumetti. Questi albi fanno anche un riepilogo sulla nascita del pagliaccio: egli era un tempo uno scienziato sottopagato dell'Ace Chemicals, fino a quando non decise di diventare il criminale Cappuccio Rosso (guarda casa Red Hood) e farsi una fama attraverso una scia di furti e rapine, molte delle quali proprio ai danni dell'azienda per cui lavorava. Un giorno, dopo diverse peripezie, Batman riuscì a beccarlo ma lo costrinse a cadere in una vasca di prodotti chimici che lo trasformarono sia nel corpo sia nella psiche. Il resto è storia ormai nota. 


Joker si presenta pieno di risorse e con l'ideologia tipica di un personaggio sadico. Ha intenzione di distruggere l'uomo pipistrello prima spiritualmente e poi fisicamente, senza dimenticare la loro imprescindibile relazione nel gioco dei ruoli, quella sinistra consapevolezza che l'uno completi l'altro e viceversa. Joker brama la fine del crociato di Gotham ponendolo come sempre sul suo trono, quello tanto meritato dalla più grande ossessione del villain più amato di casa Dc. C'è un momento cruciale della trama in cui però comprendiamo che i due personaggi si conoscano davvero a fondo, anche nelle loro vere identità: Joker probabilmente sa chi sia realmente Batman ma non gli serve a nulla fare la guerra anche a Bruce Wayne perché altrimenti le cose sarebbero "difficilmente semplici" per un giocatore incallito come lui; Wayne invece è pronto a pronunciare il vero nome dell'Arlecchino dell'Odio, il quale trema alla sola idea di sentirlo sospirato all'orecchio. 


I due alternano violente battaglie fisiche a scontri psicologici basati su piccoli ma potenti pezzi di puzzle, fino a quando lo scontro non arriva all'esito che tutti i lettori si aspettano. Tuttavia, nonostante l'ennesima fine apparente di Joker, il vero sconfitto di "Morte della famiglia" è proprio il nostro eroe. Spaventato a morte per la possibile caduta dei suoi compagni, decide di non informarli realmente dei fatti, nel tentativo di evitare il loro coinvolgimento. Quando però Batman rischia realmente di perderli ecco che le loro reazioni emergono, a malincuore, verso la fine: ognuno si rifiuta di vederlo per un po' così da rinfacciargli l'ennesima mancanza di fiducia. Come può esistere una famiglia se un padre non fa affidamento sui propri figli? Per diversi giorni Bruce ha sentito di nuovo gli spari di quella pistola, ha visto le perle della madre cadere per la millesima volta a terra, ha udito il doloroso tonfo dei corpi dei suoi genitori contro l'asfalto, ha avvertito la fuga del carnefice come quando era bambino: una notte resta per sempre, una notte che ancora non è passata, ma resta pur sempre una notte per salvare (seppur a un prezzo emotivo) ciò che ha creato anni dopo la tragedia. 

In qualche modo, Joker ha avuto la sua piccola soddisfazione esasperando Batman fino alla fine. Snyder e Capullo ricreano un mostro capace di superare sé stesso storia dopo storia. Joker è il simbolo dell'esplosione della pazzia umana, è la personificazione che il male non è mai abbastanza in un mondo senza regola. Sadico, folle, sanguinario, vendicativo, geniale, istintivo, possessivo, calcolatore, manipolatore, giocatore, pedina e pedone, insomma per il loro Joker gli autori non si sono fatti mancare proprio niente, specialmente nel renderlo molto simile a Leatherface di "Non aprite quella porta" sia nella portata sia nell'ambientazione. 

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