La Divina Commedia: ecco la versione manga di Go Nagai sull'opera di Dante Alighieri che negli anni '70 influenzò anche la realizzazione di Devilman.
La Divina Commedia: Dante rivive nel manga di Go Nagai
Go Nagai è da sempre uno di quegli autori che ha reso possibile tutto: ha inventato una storia diabolica come Devilman, ha creato giganteschi robot capaci di vincere da soli intere battaglie e poi ha disegnato in versione manga la Divina Commedia. La trasposizione fumettistica del poema di Dante Alighieri è uno dei pezzi forti del mangaka, il quale ha sempre manifestato grande interesse per la cultura religiosa del Medioevo europeo.
La Divina Commedia di Go Nagai fu pubblicata in Giappone tra il 1994 e il 1995 dalla casa editrice Kodansha che l'accorpò in tre volumi. In Italia, questo manga giunse grazie a d/visual che recuperò lo stesso formato editoriale giapponese di tre volumi. In seguito, nel 2014 Edizioni BD rieditò l'opera sempre in tre numeri e nel 2019 passò al primo formato omnibus. Oggi, come tanti altri manga del maestro, anche la Divina Commedia è edita esclusivamente da J-Pop: l'edizione attualmente più famosa è l'Omnibus.
Go Nagai non ha mai smesso di prendere in considerazione Dante per scrivere e disegnare i suoi manga sui demoni. Fin da giovane aveva già espresso il desiderio di creare una versione a fumetti della Commedia, anche perché è sempre stato legato anche al pittore Gustave Doré che nell'Ottocento creò delle fantastiche illustrazioni basate sui versi danteschi. In un unico lavoro, Nagai riuscì a scrivere e disegnare i passi più importanti di Inferno, Purgatorio e Paradiso cercando di essere sia sintetico sia fedele all'opera.
La prima parte, cioè l'Inferno, è la più lunga e inizia dal canto introduttivo, la Selva Oscura, per poi attraversare la porta del regno di Lucifero, i nove cerchi e il punto più profondo. Go Nagai dà quindi vita a Dante e Virgilio, cercando di mantenere il suo stile inconfondibile ma nel contempo di mostrare una maturazione artistica ormai completa. Le creature e i dannati nati dalla sua matita sono bellissimi anche quando sono spaventosi e inquietanti. Le influenze e le stesse tavole di Doré riecheggiano con una potenza inaudita e i vortici delle anime (punto forte della Commedia) ci riportano alla mente le tavole di Devilman e quelle del miglior Berserk di Kentaro Miura. Le donne sono meravigliose, sensuali, sinuose e messe spesso in risalto sia nel peccato sia nelle buone azioni (come vedremo in seguito). Virgilio manifesta un carisma che rispetta pienamente i versi del poema, Dante lavora per ricercare continuamente sé stesso e la fede in Dio: è ormai noto che la presenza di un essere vivente nei regni dei morti abbia uno scopo divino alle spalle. Per il resto, Go Nagai ha voluto a tutti i costi riportare i personaggi principali del primo viaggio di Dante: Caronte, Minosse, Cerbero, Pluto, Flegias, il Minotauro, Gerione, Melebranche, Lucifero, Paolo e Francesca, Ciacco, Farinata degli Uberti, Ulisse e il conte Ugolino.
Il Purgatorio è più breve dell'Inferno ma non manca di intensità. Qui risiedono le anime che hanno bisogno di purificarsi prima di potere chiedere l'accesso per il Paradiso. Go Nagai riproduce le parti dei due ripiani e le sette cornici, luoghi quest'ultimi in cui le anime devono fare i conti con i loro errori commessi da vivi e dettati dai 7 peccati capitali. Come ormai tutti sappiamo, sarà proprio questo il punto in cui allievo (Dante) e maestro (Virgilio) dovranno salutarsi per lasciare spazio al Paradiso Terrestre. Anche in Purgatorio, Dante incontra molti uomini a lui noti, alcuni dei quali vecchi amici e maestri di arte e poesia.
Arrivato in Paradiso, il sommo poeta ritrova la sua amata Beatrice: comincia l'ascesa verso Dio, attraversando i sette cieli. L'ultima parte è quella basata più sulle immagini che sui dialoghi. Dante ha completato il suo viaggio e ora gli spetta l'arduo compito di decantare un nuovo messaggio di Dio agli esseri umani.
La Divina Commedia disegnata da Go Nagai è avvincente e coinvolgente. Al di là del fatto che il formato Omnibus si presenti come un mattone, alla fine la lettura è comunque facile e scorrevole, nonostante il linguaggio dei personaggi cerchi di non distaccarsi troppo dalla tradizione dell'epoca. L'Inferno prevede inesorabilmente delle componenti tipiche dell'horror ma l'autore è stato bravo ad aggiungere elementi che ci ricordano tanto Devilman, Mao Dante e forse anche qualcosa di Violence Jack. Leggere la Divina Commedia è un piacere ma riuscire anche a dare una forma ai volti e alle situazioni dà quel tocco in più di magia a un capolavoro della letteratura intramontabile.
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