In occasione del "Batman Day", la Puteca di Pakos insieme alla Geek League, è pronta a omaggiare il crociato di Gotham City con una riflessione e una rassegna su alcuni dei film più famosi incentrati sul personaggio. Sono stati messi da parte la pellicola del 1966 e quelli più recenti con Ben Affleck per dare spazio alle trasposizioni più discusse dal 1989 a oggi: ecco quindi i registi Tim Burton, Joel Schumacher e Christopher Nolan, accompagnati dai loro interpreti Michael Keaton, Val Kilmer, George Clooney e Christian Bale.
Batman (1989)
Come già anticipato, era il 1989 quando il primo vero Batman cinematografico (non vanno però esclusi gli elogi a West) fece il suo esordio in tutto il mondo. Dalla serie tv degli anni '60 si è finiti a Tim Burton, il quale lavorò con attenzione al soggetto ideato da Bob Kane e Bill Finger negli anni 30 (prima apparizione 1939). Tuttavia, bisogna andare molto indietro nel tempo, perché i diritti per questo film furono acquisti dal produttore Michael E. Uslan nel 1979 e il copione nel tempo subì ben nove cambiati, per non parlare del fatto che furono fatti i nomi di almeno una decina di registi, altrettanti attori e vari stanziamenti economici che oscillavano fino ai 20 milioni di dollari (per arrivare a sfiorare i 50 con la scelta di Burton).
Burton fu scelto dopo il successo dei suoi film più recenti, ma a lasciare i fans del fumetto perplessi fu la scelta per il ruolo di Bruce Wayne/Batman: Michael Keaton, il più improbabile dei gli eroi. Infatti, la produzione esecutiva pretendeva di prestare il volto di Wayne a qualche star poco nota ma il sistema di Hollywood avviò pressioni per puntare in alto. Spuntarono fuori i profili di Mel Gibson, Dennis Quaid, Kevin Costner, Harrison Ford, Charlie Sheen, Pierce Brosnan, Tom Selleck e addirittura Bill Murray. Keaton però era uno dei soggetti preferiti di Burton, specie dopo aver collaborato al successo di "Beetlejuice - Spiritello porcello" (1988). Ebbene, nonostante tutte le perplessità, Keaton dimostrò di essere più che perfetto per la parte: aveva le caratteristiche tipiche di Bruce Wayne se inquadrato per bene. Inoltre, il costume da uomo pipistrello gli donava e come. L'attore fu così convincente che l'amico cineasta lo confermò per il secondo capitolo di qualche anno dopo, "Batman - Il Ritorno".
Se per l'eroe di Gotham City si puntò sulla poca fama, per il ruolo del Joker invece si puntò in alto: tanti furono le alternative anche in questo caso, ma Jack Nicholson accettò la parte dopo i suggerimenti del collega Robin Williams, il quale era uno dei candidati insieme a Tim Curry, Willem Dafoe, David Bowie, e James Woods. Ovviamente ci voleva anche la bonazza di turno e Kim Basinger fu a dir poco perfetta.
A fare la differenza però furono anche le ambientazioni e la scenografia, tipiche del lato oscuro di Tim Burton e dei suoi collaboratori: su tutti si mise in evidenza Anton Furst, accompagnato dal design di un genio come Andreas Feninger. Nessun posto di Gotham fu riprodotto al computer e molti stili architettonici metallici furono messi insieme per dare quel senso di metropoli fredda, turpe, sinistra, un po' come visto in "Metropolis" di Fritz Lang (gotico-espressionistico). Per il resto, si puntò a utilizzare molti dipinti oscuri e riprese dall'alto su palazzi altissimi. Il risultato fu elevato e gli addetti ai lavori ottennero ciò che volevano fin dall'inizio: il Cavaliere Oscuro in tutto il suo splendore.
Paradossale fu il fatto che la critica definì il primo vero film su Batman come qualcosa di troppo oscuro. Eppure, i ben informati sapevano che lo scopo della produzione ero proprio quello di portare Batman sul grande schermo esattamente per come fu pensato dai suoi autori negli anni '30. Lo stesso Burton, per rendere al meglio il concetto, coinvolse nella caratterizzazione del personaggio molti esperti di fumetti, senza mettere da parte letture importanti come "Il Ritorno del Cavaliere Oscuro". Per il resto, la critica rilasciò recensioni molto positive: oggi è un cult senza precedenti.
L'unica cosa che forse lascia perplessi della direzione di Burton è il fatto che avrebbe dedicato maggiori attenzioni al Joker di Nicholson piuttosto che al Batman di Keaton. Questo accadde non solo perché Burton è un genio pieno di "folle ironia" ma anche perché egli desiderava lavorare con un caratterista unico come Jack. C'è anche da dire che l'attore pretese un contratto molto particolare, nel quale venivano specificate le ore di lavoro disponibili nell'arco di ogni singola giornata. Siccome il tempo è denaro, Burton si mosse di conseguenza, come meglio poteva.
Gli incassi furono elevatissimi e "Batman" ottenne anche un Premio Oscar per la migliore scenografia. Fu un successo in piena regola nonostante il parto fosse stato molto lungo e doloroso.
"Batman - Il Ritorno" (1992)
Poteva mai mancare un sequel? Ebbene... No! Tim Burton non è mai stato un amante dei sequel e l'idea di girare un secondo film sul personaggio lo spaventava. Poi lesse la sceneggiatura di Hamm che in principio lo entusiasmò perché si parlava di tanti personaggi (Pinguino e Catwoman appunto), tra cui l'introduzione di Due Facce. Le cose però si fecero difficili e il secondo capitolo rischiava di contenere troppi individui. Per questo motivo Daniel Waters prese il posto di Sam Hamm e riscrisse tutto ponendo l'accento sui profili più adatti alle idee nel cassetto. Fu messa anche da parte l'introduzione di Robin, la spalla di Batman, perché gli autori della pellicola non lo sopportavano per nulla. Burton lo reputava addirittura inutile non solo per il suo lavoro ma anche in generale (nelle sequenze però c'è un rimando se prestate attenzione).
Le atmosfere dovevano essere diverse rispetto a quelle del primo capitolo! Questa fu una delle decisioni più inamovibili degli addetti ai lavori. Per il rifugio del Pinguino, uno degli studi fu letteralmente trasformato in una cisterna contenente quintali di acqua. Inoltre, essendo tutto ambientato a Natale, alcuni set furono addirittura ghiacciati. Eppure, la mano di Burton era comunque più che evidente visto che Bo Welch tornò a collaborare con lui per le scenografie dopo "Beetlejuice" ed "Edward Mani di Forbice" (anche perché Furst si suicidò tre mesi dopo l'inizio delle riprese).
Michael Keaton convinse tutti in "Batman" del 1989, quindi fu confermato e la sua interpretazione lo consegnò di diritto alla classificazione di eterno "Bruce Wayne", dato che è sempre stato ricordato negli anni solo per quello. Il film Birdman (che lo vede protagonista) è paradossalmente una biografia dello stesso Keaton, dato che si parla di un attore finito che tutti accostano al supereroe interpretato in gioventù. Danny DeVito fu ingaggiato per recitare nel ruolo del Pinguino, mentre Michelle Pfeiffer per quello di Catwoman. Risultato? Eccellente! Il primo è stato un villan strepitoso, cattivissimo, arrabbiatissimo ma anche carico di ironia, quell'ironia tipica di Burton che Schumacher ha cercato di copiare nelle opere successive. Se poi dentro ci metti anche Christopher Walker nei panni dell'altro cattivo, spalla del Pinguino, il successo allora è garantito.
La critica esaltò anche questo lungometraggio, nonostante lo avesse classificato come qualcosa di estremamente oscuro, dark, tormentato e violento. In effetti tutto il cast fece la sua porca figura ma Burton era convinto che il primo film avesse qualcosa in più. Oltre alle atmosfere gotiche e cupe, "Il Ritorno" fece la differenza anche per i temi contenuti nella trama: la diversità e la solitudine (che accomunato il trio Batman-Pinguino-Catwoman), il male, l'amore impossibile, la nostalgia dell'infanzia e la magia del Natale. "Batman - Il Ritorno" non vinse alcun premio Oscar ma ricevette due nomination per il miglior trucco e i migliori effetti speciali. Le colonne sonore però diedero quel tocco in più, come accaduto in precedenza con la prima trasposizione burtiana.
Joel Schumacher: "Batman Forever" e "Batman e Robin"
Se dai conclamati e nostalgici Batman di Burton abbiamo visto il Cavaliere Oscuro in tutto il suo splendore, nelle pellicole di Joel Schumacher qualcosa è andato storto. Il compianto regista statunintense creò qualcosa che secondo molti demolì quanto fatto di buono dai suoi predecessori. Nel 1995 si partì con "Batman Forever": cast eccezionale, produzione di un certo peso ma operazione decisamente commerciale e lontana dai temi principali del fumetto. Val Kilmer accettò di interpretare il ruolo del crociato mascherato ma per la critica la sua interpretazione non fu profonda e tormentata come quella di Keaton.
La colpa in primis fu scaricata sulla sceneggiatura e sul fatto che la produzione avesse voluto mettere insieme i cattivi Due Facce e L'enigmista ingaggiando due mostri sacri come Tommy Lee Jones e Jim Carrey. Dentro fu buttata anche Nicole Kidman, la donna che poi intreccia una relazione con il protagonista. A dirla tutta, il progetto attirò le ire dei fans che volevano ancora una volta Keaton nella Bat Caverna, così come il passaggio di testimone da Burton a Schumacher.
A livello di incassi il film ebbe un grande successo, guadagnò molto. Tuttavia, la critica non fu generosa perché notò la vena troppo commerciale e superficiale dell'opera. Batman Forever ancora oggi non convince nessuno e se non fosse stato per Jones e Carrey forse le cose sarebbero andate anche peggio. Eppure, personalmente, noto che l'errore più grande di Schumacher sia stato quello di imitare troppo scenografie e profili ideati da Burton: Due Facce e Joker (proprio loro) sono troppo "pazzi", la loro ironia è troppo estrema, è come se volessero imitare il Joker di Nicholson. Eppure, i due supercriminali non sono proprio così in molte storie a fumetti di Batman. Spesso tendono al ridicolo, all'eccesso. Val Kilmer nei panni di Batman sarebbe stato anche adatto ma il problema che proprio a lui hanno dato forse la psicologia più strana, più debole. Un po' di viaggio interiore c'è, ma non c'è profondità come visto nei primi due film. Ciò comunque non impedì a questo progetto di ottenere tre candidature agli Oscar.
Il film non è bruttissimo, ma non è nemmeno un capolavoro (e poi i capezzoli sul pettorale del Bat Costume, insomma...). Probabilmente, a fare la differenza non è stato solo il cast perché non bisogna dimenticare la tanto attesa introduzione di Robin. Batman Forever comunque può reputarsi qualcosa di salvabile su certi aspetti. Perché penso questo? Perché basti ricordare il terrificante "Batman e Robin".
"Batman e Robin" è stato il suicidio definitivo di Joel Schumacher. Un puro concentrato di pazzia, incoscienza e sopratutto... una trashata di livelli biblici. Il cast sarebbero andato anche bene: George Clooney all'epoca era un sex symbol e aveva molto da condividere con Bruce Wayne, ma se gli metti in mano un copione penoso e costumi coloratissimi, ecco che il tutto va in malora; Uma Thurman ci stava anche bene nel ruolo di Poison Ivy ma poi Arnold Schwarzenegger nei panni di Mr.Freeze è stata la ciliegina sulla torta.
La critica ben prestò capì che se "Batman e Robin" sarebbe stata una grande operazione commerciale per promuovere giocattoli, gadget, magliette (peggio dei primi due) "Batman e Robin" rappresentava una serie di action-figures che ben presto tutti i bambini del mondo avrebbero desiderato: così andò a finire. Il Batman di Clooney non regge il confronto nemmeno con Val Kilmer, è costruito male, troppo basato sulla fascinazione estetica. Ancora una volta, si nota quanto Schumacher fosse in realtà ossessionato da Burton perché è evidente che cercò ancora una volta di imitarlo. Il problema è soltanto uno: Tim Burton è Tim Burton, Joel Schumacher (pace all'anima sua) era Joel Schumacher. Tra l'altro, proprio l'attore Chris O'Donnell avvertì qualcosa di inquietante per questo lungometraggio. Lo definì troppo leggero, troppo liscio, troppo "facile".
Ok, è vero che "Batman e Robin" ottenne un successo piuttosto discreto ai botteghini, ma comunque questo non gli impedì di entrare a far parte della storia dei film più brutti di sempre. Come se non bastasse, Schumacher fu anche accusato di aver inserito elementi sessualmente perversi. Insomma, diciamo che questo caso ci insegna come perdere facilmente il controllo delle cose.
Christopher Nolan: Batman rinasce in una trilogia
A far rinascere il Cavaliere Oscuro al cinema, c'ha pensato il mitico Nolan. Nella sua trilogia abbiamo potuto ammirare un Batman ancora più dark, più psicologico, più mentale, più profondo. Questo ovviamente non vuol dire sia migliore o peggiore di quello di Burton: sono semplicemente diversi ma degni di grande considerazione perché entrambi i registi hanno saputo dare una loro interpretazione del fumetto, mantenendo ovviamente fede al soggetto originale.
A partire dal 2005, con "Begins", Nolan capì subito da dove ripartire per rilanciare il franchise di Batman. Innanzitutto, lui mise mano alla sceneggiatura insieme ai suoi collaboratori, poi concentrò l'attenzione sulla mini-serie di Frank Miller, infine decise di puntare sullo Spaventapasseri perché era uno nemico non ancora apparso sul grande schermo. Per la scelta del protagonista, l'autore di Memento non ebbe dubbi e puntò tutto su Christian Bale, reputato perfettamente equilibrato per mettere insieme Bruce Wayne e il suo alterego mascherato: mai mossa fu più azzeccata. Nel cast fu anche inserito il super duro del cinema hollywoodiana Liam Neeson nei panni di Ra's al Ghul. Ovviamente non possiamo dimenticare Gary Oldman (Gordon), Michael Caine (Alfred) e Morgan Freeman (Lucius Fox). Azzeccatissima anche la scelta di far vestire i panni dello Spaventapasseri a Cillian Murphy. Spazio anche a Katie Holmes (Rachel Dawes, la chiave di volta della trilogia).
Il film ebbe un successo della Madonna. Incassi elevati e critiche positive nella stragrande maggioranza dei casi. Questo però non fu nulla se si tiene conto del grande tormentone creato da "Il Cavaliere Oscuro", il secondo capitolo. In quest'ultimo caso (2008), Nolan aveva intenzione di creare un capolavoro. Come? Confermare Bale nel ruolo di Batman, ingaggiare Heath Ledger per quello del Joker e inserire finalmente Due Facce/Harvey Dent (Aaron Eckhart). Cambio di rotta invece per il personaggio di Rachel che passò da Katie Holmes a Maggie Gyllenhaal. Confermati poi tutti gli altri attori per gli altri ruoli. "Il Cavaliere Oscuro" si è rivelato per quello che deve essere più di qualunque altra pellicola dedicata all'uomo pipistrello: emerge il lato oscuro dei protagonisti in maniera violenta, spietata ma nel contempo elegante, ben argomentata. Batman e Joker sono i due volte della stessa moneta, una moneta tenuta nelle mani di Due Facce che tuttavia nasce perché a Gotham regnano due esseri indivisibili per quanto diversi, cioè proprio il Cavaliere Oscuro e il suo più acerrimo nemico di sempre (perdonate l'esagerazione linguistica che risulta scorretta).
Questo capitolo della saga fu trattato nei minimi particolari come fece Burton: attenzione massima al costume, al BatMobile, ai palazzi, edifici, strade, la Bat Caverna. Il mondo creato da Kane e Finger riprese così vita ma in maniera diversa da Burton. In ogni scena si nota l'adrenalina che spesso lascia spazio anche a momenti di riflessione. Non abbiamo a che fare con un eroismo forzato, forse il Cavaliere Oscuro non è nemmeno una storia di eroi e basta. Ciò che si mette in risalto è la necessità di salvare un ambiente malato, dargli speranze per farlo rinascere. Batman non è ancora l'eroe di cui Gotham ha bisogno e questo mette l'accento sui dolori, le sofferenze e i tormenti di Bruce Wayne, un Batman tanto discusso, in principio acclamato ma che per il momento è solo una riserva: Gotham ha bisogno della legge, di giurisprudenza, di regole e facce pulite.
Il film incassò oltre un miliardo di dollari a livello mondiali (un miliardo) e si aggiudicò due premi Oscar su otto candidature. Nolan con questo film toccò la vetta più alta della sua carriera e ben presto avrebbe preparato il terzo e ultimo capitolo della sua trilogia.
"Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno" nel 2012 chiuse il cerchio. Nolan aveva terminato il secondo film con l'obiettivo di non lasciare nulla in sospeso. Dopo Inception però avvertì il bisogno di riscattare quel Batman di cui la gente ancora non aveva bisogno. Ed ecco che il passato torna nella vita di Bruce Wayne con Bane (Tom Hardy) e Talia Al Ghul/Miranda Tate (Marion Cotillard). Anne Hathaway risultò subito efficace per interpretare Catwoman, mentre Caine, Oldman e Freeman furono ancora una volta confermati.
"Il Ritorno" di Nolan è l'ultimo lungo viaggio nella psiche di Bruce Wayne: questa volta non dovrà affrontare solo un nemico potente, ma anche il suo passato, nonché sé stesso. Ecco che l'eroe torna in tutto il suo splendore per salvare la città e rimanere nella storia. Inutile dire il resto perché la produzione parla da sola grazie alle straordinarie scenografie metropolitane accompagnate da una meravigliosa colonna sonora, costumi belli (ma non esagerati) ed effetti speciali da urlo.
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Quanti ricordi T.T Batman è un personaggio che mi ha accompagnato per tutta la vita tra fumetti, cartoni e film. A quelli di Nolan, con tutti i ridimensionamenti del caso, sono tuttora affezionatissimo...
RispondiEliminaGrazie Cassidy, ma ho fatto una cosa molto sintetica. Se avessi voluto fare di più, a quest'ora sarei morto davanti al pc
RispondiEliminaI film di Batman li ho visti tutti... impossibile resistergli!
RispondiEliminaNon so dirti quale sia il mio preferito perché ognuno ha una sua personale interpretazione ma non posso fare a meno di seguirli e apprezzarli. :p
La trilogia di Nolan la più notevole, ma il cuore va ai primi due film ;)
RispondiEliminaI migliori secondo me? Sono scontatissimo: il primo Batman di Burton e Il cavaliere oscuro di Nolan :)
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