È da un po' che non parlavo serie tv di un certo livello. Oggi voglio farlo menzionando una delle mie fiction americane preferite: I Soprano. Questo capolavoro delle storie gangster fa parte della mia personale top 3, dove ci sono anche Twin Peaks e Breaking Bad.
I Soprano (The Sopranos in lingua originale) fecero il loro esordio negli Stati Uniti d'America nel 1999, sull'emittente televisiva HBO e dopo la straordinaria idea dello sceneggiatore e produttore David Chase di creare una trama tutta basata su una piccola famiglia "operaia" della mafia italoamericana. I modelli di riferimento di questa saga sono naturalmente i maggiori film di mafia realizzati dai maestri di Hollywood: Piccolo Cesare, Il Padrino, Nemico Pubblico, Scarface (quello del 1932 e non il remake con Al Pacino) e sopratutto Quei Bravi Ragazzi di Martin Scorsese.
In effetti, le influenze di Goodfellas sono onnipresenti all'interno de "I Soprano" perché le sei stagioni vengono riprese mettendo in risalto l'importanza della famiglia criminale, le tradizioni italiane, la fascinazione del cibo, l'estetica del dialetto di origine. Il tutto viene rappresentato con uno stile documentaristico che ricorda tantissimo le riprese, le tecniche e i montaggi proprio di Scorsese. Oltre a questo, non vediamo solo come lavorano i classici criminali già tanto "decantati" in passato ma "I Soprano" mostra uno specchio continuamente riflesso sulla vita privata dei personaggi, i loro tabù, i loro segreti, i loro piani e tanto altro ancora.
Tony Soprano (intepretato dal compianto James Gandolfini) è un capofamiglia della città di Newark e per vivere si spaccia come specialista nello smaltimento dei rifiuti. È un uomo pieno di vizi e soffre spesso di attacchi di panico e di ansia: mangia di continuo, non ha un carattere facile, tradisce di continuo la moglie (che prende le distanze dal suo operato) e deve badare a dei figli piuttosto ribelli. Oltre a questo, deve gestire tutti gli affari della "famiglia" ereditata da suo padre, un tempo suo predecessore, ma può contare su luogotenenti affidabili come Silvio Dante (migliore amico e consigliere fidato), Paulie Gualtieri, Sal "Big Pussy" Bonpensiero e il nipote Christopher Moltisanti che spesso lo pone in situazioni difficili e rischiose.
I Soprano sono persone originarie della provincia di Avellino, in Campania, sono imparentanti con i DiMeo e appartengono alla cosca degli Aprile (almeno per le prime puntate). Oltre ai problemi quotidiani, Tony deve anche avere a che fare con la madre Livia, con la quale ha un rapporto a dir poco conflittuale e apparentemente privo del tipo amore che una genitrice darebbe al figlio. Dulcis in fundo c'è anche il vecchio zio Junior Soprano che spesso gli dà filo da torcere perché vorrebbe essere un vero e proprio boss a tutti gli effetti (tra l'altro assomiglia tanto al padre di Martin Scorsese, personaggio che lo stesso regista era solito inserire nelle sue pellicole insieme alla madre).
Tutto questo stress indurrà il boss a consultare una psicologa, Jennifer Melfi, la quale cercherà di tirar fuori il meglio dal suo paziente e tentare di liberarlo dalla sue frustrazioni. Tuttavia, l'indole di Tony è malsana su certi aspetti e per alcuni momenti della serie penserà di voler fare sesso anche anche con lei. Tony è un tipo equilibrato, riflessivo e sa prendere le decisioni giuste, ma la mafia prima o poi commette sempre qualche errore e alla fine la trama raggiunge una carica tensiva da far esplodere tutti i colpi di scena migliori e i momenti più tragici con una violenza inaudita, quasi inaspettata. Tony ha un bel caratterino ma non è un genitore cattivo, né tanto meno un boss perfido e privo di misericordia: la cosa che non sopporta è che la sua pazienza venga messa ripetutamente alla prova, oltre al fatto che un gangster non va mai preso in giro.
Lorraine Bracco: da moglie di Henry Hill a psicologa di Tony Soprano
Tony ha tutto sommato una certa sensibilità che si sviluppa quando lo spettatore meno se lo aspetta. A volte viene colto dai sensi di colpa e vive con grande nostalgia alcune cose del passato, mostrando non poco timore per ciò che verrà un domani.
Tornando alla serie, possiamo notare che ogni personaggio riesce perfettamente a immedesimarsi nel tipico delinquente italoamericano: gesticolazioni, accenti (anche siciliani oltre che campani), modi di agire, modi di fare, il pranzo della domenica, gli anelli, la canottiera, i capelli sgargianti, il sugo, la carne, le polpette, il matrimonio, Gesù e il diavolo, Dio e la Madonna. Tutti componenti che a un certo punto sembrano anche porre dei stereotipi ma con chiave di lettura a tratti più ironica e a momenti più riflessiva.
Sono proprio gli attori il punto di maggior forza dei Soprano. Non è un caso che la maggior parte di loro, specialmente quelli che hanno avuto ruoli importanti (in alcuni casi anche se per breve tempo), abbiano recitato in film dedicati alla mafia italoamericana e non solo. Ad esempio, 27 interpreti sono si sono visti proprio in "Quei bravi ragazzi" di Martin Scorsese, tra cui Lorraine Bracco (la psicologa Jennifer Melfi), Tony Sirico (Pulie), Frank Vincent (Phil) e Michael Imperioli (Christopher). A proposito di Imperioli, nel film di Scorsese interpretava il povero Spider, il barista della banda prima gambizzato e poi ucciso dal folle Tommy: nella puntata 8 della prima stagione, nei panni di Christopher, lo vediamo fare le stesse cose contro il garzone di una pasticceria (senza però ucciderlo).
Oltre ai 27 attori già visti in Goodfellas, si contano altri tre avvistati in C'era una volta in America di Sergio Leone; 2 in Il Padrino di Coppola; altri 6 in Fratelli di Abel Ferrara. La lista è ancora lunga, quindi possiamo fermarci qui.
Tra gli altri elementi tipici della cultura criminale italomericana, c'è anche l'immancabile struttura di base: se sei di origini italiane puoi ambire all'affiliazione, se non hai origini italiane invece sei solo un associato, se sei "negro" servi solo per il lavoro sporco, sei sei ebreo "si può fare", se sei un gangster omosessuale finisce accoppato e con una stecca da biliardo su per il deretano, se sei un traditore muori senza onore. Se la famiglia criminale viene prima di tutto, ne "I Soprano" troviamo un altro elemento raccontando nei dettagli da Scorsese: un mafioso come si deve deve tirar su l'altra famiglia, quella composta da moglie e figli, può anche prendersi il lusso di farsi l'amante ma non deve mai e poi mai divorziare o separarsi dalla compagna perché la cosa comporterebbe probemi all'interno del nucleo.
Bellissima anche la colonna sonora, nata dalla mente dello stesso autore Chase che si è affidato alla consulenza del musicista Steve Van Zandt (Silvio Dante nella serie), chitarrista della E Street Band di Bruce Springsteen. La sigla di apertura è il "Chosen One Remix" della canzone Woke Up This Morning degli Alabama 3. Da evidenziare il fatto che quasi tutti gli episodi hanno una canzone di chiusura sempre diversa.
La serie tv de "I Soprano" è andata in onda su Hbo dal 1999 al 2007 per un totale di sei stagioni composte da 13 episodi ciascuna tranne l'ultima che invece ne contiene 21. Il successo fu grande e le storie della famiglia Soprano ottenne addirittura la bellezza di 5 Golden Globe e altri 82 premi principali. Ovviamente, oltre a numerose critiche positive non sono mancate anche le controversie dovute dalle immagini considerate troppo stereotipate e "diffamanti" della comunità italoamericana. Secondo il National Italian American Foundation, "I Soprano" rendono tutti gli americani di origini italiane come dei mafiosi e basta. Fatto sta che la serie ebbe un successo straordinario anche a livello mondiale, nonostante in Italia le cose andarono tuttavia in maniera diversa.
Nel nostro Paese, le prime cinque stagioni sono state trasmesse su Canale 5 e in seconda serata mentre la sesta serie fu spostata su Italia 1, toccando spesso orari a dir poco insoliti. La critica rimase molto incurisita da questa situazione dato che "I Soprano" sono personaggi che trovano i loro natali proprio in Italia, nazione che non ha mai disprezzato il genere gangster anche per una questione di corsi e ricorsi storici.
Ad ogni modo, "I Soprano" non sarà di certo la prima e unica serie sui gangster operai delle famiglie malavitose di New York e del New Jersey ma è senza dubbio la migliore per struttura, sceneggiatura, trama e aspetti psicologici. Per fortuna, noi italiani siamo riusciti ugualmente ad apprezzarla grazie al mercato dvd, vhs e ovviamente agli immancabili siti di streaming e l'amata tv satellitare.
Che ne pensate di questa serie di David Chase che consacrò Gandolfini all'immortalità eterna come divo? Merita? Secondo me più di qualsiasi altra cosa!
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Ne ho visto qualche episodio molti anni fa, ma non mi ha entusiasmata.
RispondiEliminaSicuramente, se avessi seguito la trama con maggiore attenzione e costanza, mi sarei ricreduta, anche se di questi prodotti non amo gli stereotipi Italia= pizza, mafia e mandolino.
È una serie che comunque merita molto e sei sempre in tempo per recuperarla se vuoi ;)
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