Cinema - Il Corvo: dal fumetto di James O'Barr al film con il leggendario Brandon Lee. Ricostruiamo la storia di un intramontabile cult.
Il Corvo con Brandon Lee
Oggi voglio parlarvi del film "Il Corvo" (The Crow), adattamento cinematografico del fumetto cult di James O'Barr (di cui trovate un articolo QUI). La pellicola fece il suo esordio nei cinema nel 1994 e fu realizzato sotto la regia di Alex Proyas, il quale riuscì a suo modo a narrare sul grande schermo la triste storia del protagonista Eric Draven, musicista rock tornato dall'oltretomba per vendicare la sua morte ma soprattutto la spietata fine della sua fidanzata, Shelly Webster.
In molti ricorderanno "Il Corvo" per le sue battute, le sue ambientazione ma sopratutto per la dipartita di un altro personaggio (stavolta reale): sul set del film, l'attore Brandon Lee perse la vita dopo essere rimasto ucciso accidentalmente da un colpo di pistola. Questo bastò, purtroppo, non solo a dare all'opera un senso di "maledizione" e nel contempo di "epicità" ma anche a consacrare lo stesso Lee alla storia (come suo padre Bruce del resto). Ancora oggi, Brandon Lee nei panni del Corvo resta una delle immagini e delle icone più menzionate della storia del cinema, specialmente se si tiene conto che il tutto avvenne in un decennio particolare come gli anni '90.
Non è un caso che al cinema il successo de "Il Corvo" fu grande e in seguito agli elevati incassi registrati, partirono ulteriori campagne di comunicazione per promuovere action figures, gadget e sopratutto tre sequel girati negli anni a seguire. La critica si mostrò inoltre favorevole nei confronti di una pellicola che nelle battute finali fu girata senza il suo attore di punta, costringendo così produzione e regia a riscrivere parte della sceneggiatura e a rendere alcune scene "deboli". Andiamo con ordine.
La trama
La trama riprende grosso modo l'incipit di James O'Barr: un uomo viene prima ferito e costretto a vedere la sua fidanzata stuprata da una banda di criminali, poi viene finito insieme a lei e alla fine torna dal regno dei morti con una promessa di vendetta. Sotto la guida di un Corvo, Eric crea la sua maschera e comincia a perseguitare la banda di Top Dollar.
Il film
Vorrei partire prima dagli incassi e dalla critica (cosa che di solito si fa alla fine di un pezzo che parla di un film). Dopo mille peripezie per la conclusione delle riprese, Il Corvo fu distribuito nei cinema a partire dal 13 maggio 1994 e conquistò subito la vetta della classifica nordamericana incassando 12 milioni di dollari durante il suo primo weekend di proiezioni. Alla fine della sua avventura nelle sale, il lungometraggio di Proyas e della Dimensions Film portò a casa la bellezza di 50 milioni di dollari (solo negli Stati Uniti): il budget di realizzazione fu di 23 milioni. In Italia, Il Corvo fu l'ottavo film più visto e per incassi della stagione cinematografica 1994/95.
La critica accolse molto positivamente "Il Corvo", reputandolo un film ben fatto in termini di ambientazioni oscure, azioni e recitazioni. Un plauso fu fatto anche nei confronti del povero Brandon Lee, costretto a non vedere mai la sua creatura prendere vita sul grande schermo.
Il film andò dunque bene, ma a quale prezzo? La morte di Brandon Lee avvenne il 31 marzo del 1993 a Wilmington (Carolina del Nord), durante le riprese di una scena in cui l'attore fu colpito a morte da una pistola che doveva essere caricata a salve. Il tutto avvenne a pochissimi giorni dalla scadenza delle proiezioni, particolare che costrinse tutto lo staff a lavorare su una rielaborazione della sceneggiatura.
Per molto tempo, è stata diffusa la notizia che la scena in cui Lee morì fu quella in cui Eric il Corvo viene crivellato a colpi di pistola all'interno della tana dei nemici: in realtà la scena in cui l'attore morì fu quella in cui Eric Draven resuscita e, una volta tornato a casa, rivive i violenti flashback della sua morte e di quella di Shelly. Durante i flashback vediamo il protagonista finito con due colpi di pistola ma in una delle armi c'era qualcosa che proprio non andò a buon fine. A quanto pare, infatti, sembra che la disattenzione dello staff fu letale per il giovane attore. L'arma del delitto non fu controllata a dovere e come se non bastasse fu caricata non proiettili a salve ma con vere pallottole ripulite dalla polvere da sparo, consentendo così allo stesso proiettile di ricongiungersi con la capsula a percussione. La pistola fu anche utilizzata in diverse parti e questo fattore portò un proiettile a rimanere incastrato all'interno della canna per colpa di una carica debole. Tale difetto non fu notato o per lo meno passò inosservato, fino a quando non avvenne la tragedia. La cosa comica è che in principio furono utilizzati proiettili senza polvere da sparo per accelerare i tempi (i tecnici avevano terminato quelli a salve), poi la pistola fu nuovamente caricata a salve ma con la pallottola incastrata. A causa della breve distanza e del difetto della pistola, una carica a salve partì in maniera così violenta da innescare il proiettile bloccato e ferire Brandon Lee gravemente allo stomaco. A tenere l'arma del delitto in mano fu Michael Massee (Funboy), il quale doveva solo uccidere Eric Draven e invece finì per uccidere per davvero Brandon Lee (a sua insaputa ovviamente). Lee fu trasportato d'urgenza in ospedale e sottoposto poi a un intervento chirurgico durato 12 ore. Tuttavia, per lui non ci fu nulla da fare e lasciò amici e parenti a soli 28 anni. A nulla servì l'intervento tempestivo della fidanzata Eliza Hutton al momento dell'accaduto: Il Corvo stava facendo definitivamente rientro nell'aldilà.
Restava naturalmente da concludere la pellicola e questa fu un'impresa a dir poco ardua. Brandon Lee era morto e molti attori non parteciparono all'ultimazione de "Il Corvo". Sofia Shinas (Shelly) si rifiutò di proseguire e tornò nella sua abitazione a Los Angeles dopo aver visto il collega morire sul set. Anche Ernie Hudson (Albrecht) abbandonò per motivi familiari, a causa della morte di suo cognato. A soli due mesi dalla tragica scomparsa di Brandon Lee, i realizzatori portarono a termine l'opera anche grazie al volere di Eliza Hutton e al fatto che alcuni interpreti preferirono andare avanti con le riprese e onorare la memoria di Brandon. Tra loro c'era anche Michael Massee che alla fine di tutto cadrà in depressione per poi riprendersi dopo tempo. Il trauma per l'accaduto fu tale da convincere la regia a non puntare più le armi sugli attori ma di variare con un'angolazione di 30 gradi. Per il resto, grazie all'utilizzo dei computer, di alcune controfigure e di diversi tagli di scene e di montaggio, furono portate a termine anche le scene di Brandon Lee, oltre tutto il film che costò ai produttori 8 milioni di dollari in più rispetto al budget stimato. Eric Draven riprese quindi forma grazie Chad Stahelski e Jeff Cadiente, stuntman e grandi amici di Brandon.
Ecco le scene realizzate dopo la morte di Brandon Lee:
- Eric torna per la prima volta nel suo appartamento. Una sequenza in cui Brandon Lee avanza in un vicolo, durante la pioggia, è stata rielaborata per mostrarlo invece mentre entra dalla porta; sono state aggiunte gocce d'acqua provenienti dall'alto (imputabili ad una tubatura perforata) per giustificare il fatto che l'attore fosse bagnato. Tutta la restante scena in cui Eric viene disturbato dal ricordo del suo assassinio e dello stupro di Shelly (compresa la scena in cui Massee uccise Lee nella realtà) è stata interamente rifatta da uno dei suoi stuntman.
- La scena del trucco. L'attore è una controfigura e il volto di Brandon, visibile riflesso nello specchio rotto, è stato aggiunto in seguito, adeguatamente alterato.
- Le due parti quando Draven suona la chitarra sul tetto della sua abitazione.
- La scena dove il protagonista prepara la condanna a morte di T-Bird (David Patrick Kelly), riempiendo la sua auto di esplosivi. Draven, interpretato da una controfigura, non parla e non viene mostrato in volto e i brevi istanti in cui si nota il suo viso in primo piano fanno parte di una scena tagliata.
- Quando Sarah visita l'appartamento, il viso di Eric non viene mai inquadrato perché si tratta di una controfigura.
- Dopo aver ucciso Skank (Angel David), Eric scappa sui tetti per sfuggire dalla polizia e viene aiutato dal poliziotto Albrecht. Il tutto venne girato da uno stuntman.
La colonna sonora
La colonna sonora de "Il Corvo" è davvero molto interessante dato che ne fecero parte anche artisti molto famosi. I generi punk, rock e metal riecheggiano nella pellicola in maniera fluida, specie nel caso di Burn dei Cure, gruppo musicale che ispirò maggiormente le idee di James O'Barr per la realizzazione del fumetto tra il 1988 e il 1989.
- Burn - The Cure (Robert Smith, Simon Gallup, Boris Williams, Perry Bamonte)
- Golgotha Tenement Blues - Machines of Loving Grace (Scott Benzel, Mike Fisher, Stuart Kupers, Thomas Melchionda)
- Big Empty - Stone Temple Pilots (Dean DeLeo, Scott Weiland)
- Dead Souls - Nine Inch Nails (Joy Division)
- Darkness - Rage Against the Machine (Rage Against the Machine)
- Color Me Once - Violent Femmes (Gordon Gano, Brian Ritchie)
- Ghostrider - Rollins Band (Martin Rev, Alan Vega)
- Milktoast (also known as Milquetoast) - Helmet (Page Nye Hamilton)
- The Badge - Pantera (Poison Idea)
- Slip Slide Melting - For Love Not Lisa (For Love Not Lisa)
- After the Flesh - My Life with the Thrill Kill Kult (Buzz McCoy, Groovie Mann)
- Snakedriver - The Jesus and Mary Chain (William Reid, Jim Reid)
- Time Baby III - Medicine (Jim Goodall, Brad Laner, Jim Putnam, Ruscha, Beth Thompson)
- It Can't Rain All the Time - Jane Siberry (Graeme Revell, Jane Siberry)
Il successo
Il successo de "Il Corvo" fu grandissimo e questo portò diversi autori ed editori a creare romanzi, nuove serie a fumetti e anche una serie tv di 22 episodi tra il 1998 e il 1999. Non vanno dimenticati anche i tre sequel de "Il Corvo" che però ritraggono tre protagonisti diversi con altrettante storie differenti.
Le differenze col fumetto
Il plot del Corvo di James O'Barr è ovviamente presente nel film ma alcuni dettagli vengono modificati in maniera interessante. Innanzitutto, Eric Draven è in realtà uno scrittore nel fumetto, mentre nella trasposizione audiovisiva è un musicista rock. Cambia anche il luogo della loro morte, così come anche il nemico principale. Nell'opera di O'Barr, infatti, Top Dollar è il boss della malavita di Chicago ma viene ucciso facilmente da Eric, mostrando tra l'altro anche scarsa importanza ai fini della trama. Inoltre, nel fumetto è presente nella scena della morte di Eric e Shelly, mentre nel film è assente. Nella versione filmica, Top Dollar è il principale antagonista e viene mostrato in una veste più giovane rispetto al fumetto.
T-Bird invece è il nemico numero uno di Eric nel fumetto di O'Barr e infatti è l'ultimo a morire, mentre nel film è il penultimo. Nel fumetto, T-Bird è di carnagione afroamericana ma nel film questo aspetto viene modificato con un attore di pelle bianca.
Cambia molto anche la guerra di Eric contro i malviventi. Nella pellicola ci sono momenti in cui rischia molto e uno in particolare, verso il finale, dove rischia addirittura di morire (la sua vita è infatti legata alla salute del corvo). Nel fumetto invece la vendetta di Eric non ha tregue, non ha momenti di debolezza, non ha pietà: i ricordi di un passato ormai lontano sono gli unici elementi che gli recano dolore e sofferenza. Eric uccide facilmente tutti i suoi nemici e poi, in maniera poetica, si riunisce con la sua dolce Shelly nel regno dei morti.
È tutto. Vi saluto citando la battuta più celebre del film: "Le case bruciano, le persone muoiono ma il vero amore è per sempre". E per sempre sarà anche il nostro caro Brandon Lee.
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Mai letto il fumetto, ma sempre nel cuore il film, che nonostante tutto lì rimane.
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