È in edicola il numero 420 di Dylan Dog che nel contempo rappresenta anche il terzo e ultimo albo dedicato a Vasco Rossi e alla sua musica. Dopo Sally e Albachiara, Bonelli conclude la trilogia con un'altra delle donne decantate dal Blasco: Jenny. In copertina vediamo l'indagatore dell'incubo e Groucho intenti a seguire il cantautore italiano suonare la chitarra. In retrocopertina invece ecco il volto di Jenny e una marea di scheletri intenti a fissarla, mentre Dyd scrive qualcosa sul suo diario. La sceneggiatura è di Barbara Baraldi, i disegni invece portano la firma di Davide Furnò. Le cover sono di Fabrizio De Tommaso e Gigi Cavenago.
La trama in breve (no spoiler)
Dopo un terribile incubo passato a salvare una ragazza di nome Jenny, si scopre che quest'ultima è la donna tanto amata da Dylan Dog, il quale comincia a scrivere sul suo diario tutto ciò che gli passa per la testa. Dyd ripercorre i bei momenti vissuti con lei, camminando di pari passo proprio con il testo originale di Vasco Rossi.
Recensione
Jenny non è una storia horror (tranne per le scene iniziali). Si tratta semplicemente di una storia di depressione raccontata a fumetti dai nostri autori. I fantasmi e i mostri sono tutti frutti della mente della ragazza, la quale vive perennemente tra la paura di non essere apprezzata da nessuno e il costante desiderio di dormire per compensare la stanchezza generata dal suo stress.
Tutto ciò che Jenny vede è la trasposizione delle sue paure. Vede la gente con facce deformi, inquietanti e per nulla umane. Come dimostrato nell'incubo vissuto da Dylan a inizio storia, la depressione è uno stato dal quale si può uscire solo se il soggetto affetto lo vuole veramente. Jenny mostra una chiave al nostro eroe, dimostrazione del fatto che dalla propria insoddisfazione si può uscire in qualsiasi momento ma se la forza di volontà viene meno allora non c'è nulla da fare.
E allora ecco che l'albo si mostra come una storia di dolore: quello dell'Oldboy e della donna che ama. La sofferenza per la perdita di Jenny è tra le più forte mai patite dalla creatura di Tiziano Sclavi. Jenny invece è di una tenerezza unica e porta il lettore a dispiacersi per la sua condizione. Non per nulla, Vasco Rossi scrisse l'omonimo testo in riferimento al suo stato d'animo durante il periodo dell'Università (il famoso 19esimo esaurimento nervoso).
Jenny non vuol più parlare
Non vuol più giocare
Vorrebbe soltanto dormire
Jenny non vuol più capire
Sbadiglia soltanto
Non vuol più nemmeno mangiare
Jenny è stanca
Jenny vuole dormire
Jenny è stanca
Jenny vuole dormire
Jenny ha lasciato la gente
A guardarsi stupita
A cercar di capir cosa
Jenny non sente più niente
Non sente le voci che il vento le porta
Jenny è stanca
Jenny vuole dormire
Jenny è stanca
Jenny vuole dormire
In effetti tutta la prima parte della canzone è stata perfettamente disegnata e sceneggiata in Dylan Dog, così come tutto il resto del testo. Probabilmente questo albo è stato realizzato in maniera più fedele alla musica del Blasco rispetto a ciò che abbiamo visto in Sally e Albachiara (dove comunque i riferimenti sono evidenti e palesi). I disegni di Furnò si sposano perfettamente con il contenuto e le tematiche della storia, mostrando il lato oscuro dei personaggi e come viene vista la depressione sia da chi la vive sia da chi è costretta a guardarla dell'esterno con un senso di impotenza.
Jenny non è un capolavoro ma può essere visto come qualcosa di interessante e di denuncia. Uno sguardo su un mondo che non appartiene solo al punto di vista di Vasco Rossi ma anche della gente comune. La canzone tutto sommato fu scritta da Vasco Rossi quando era un ragazzo comune, pieno di paure e spaventato da un mondo che forse non lo avrebbe mai capito. La nostra storia però è di tutti, è una parentesi su problematiche ancora attuali. La depressione (o esaurimento nervoso) può essere una delle bestie più immonde al mondo e può distruggere persone e rapporti con ferocia inaudita, spazzando via ogni bel ricordo, ogni buon sentimento, ogni desiderio di amore.
È proprio questa influenza "comune" a rendere Jenny come l'albo più interessante da un punto di vista analitico. Sally e Albachiara sono stati due buoni volumi, ma quest'ultimo colpisce per le riflessioni e le sensazioni che lascia.
Con Dylan Dog è tutto. Dal prossimo mese si torna alla produzione regolare con il numero 421 "La Variabile". Attenzione però perché in occasione del 35esimo anniversario della nascita dell'indagatore del buio, Bonelli rilascerà anche una ristampa tutta a colori del primo volume "L'alba dei morti viventi".
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mmh
RispondiEliminanon mi ispira particolarmente anche se i disegni sono fenomenali; mi sembra una storia senza storia ma solo una collaborazione
Mi è piaciuto questo numero, tratta la depressione con la sensibilità tipica del personaggio, e il finale speranzoso mi ha emozionato :') Cosa pensi del cambio di copertinista dal prossimo numero?
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