giovedì 19 agosto 2021

Diabolik Swiisss 326 - Malavita: la recensione della nuova ristampa

Oggi era l'ultimo giorno per acquistare in edicola "Diabolik Swiisss" 326. Si tratta dell'ultima ristampa della storia intitolata "Malavita" ed è stata pubblicata per la prima volta il 6 dicembre del 1976 (anno XV). Soggetto e sceneggiatura all'epoca erano ancora delle sorelle Giussani, mentre i disegni furono realizzati da Zaniboni, Paludetti e Fiumali

La trama in breve

Diabolik è intenzionato ad appropriarsi delle ricchezze della malavita di Clerville passando prima per la droga e poi attraverso la terrificante strada della prostituzione. Il re del terrore ed Eva Kant però non possono lasciare le povere ragazze, picchiate e derubate, ai loro aguzzini: per questo motivo avvieranno una doppia battaglia per ottenere i diamanti e salvare le ragazze. 


Recensione

Si tratta della classica storia malavitosa vista però dietro alle quinte. Come notato in altri albi, il lettore si ritrova a passare da una situazione all'altra, per non parlare del doppio obiettivo dei nostri protagonisti. Siamo sempre negli anni in cui i "romanzi criminali" italiani andavano fortissimi sia al cinema sia in letteratura e questo per le sorelle Giussani significò cavalcare un'onda che sicuramente servì molto anche a loro.


In "Malavita" notiamo ancora il dualismo tra Diabolik ed Eva Kant: lui lotta per il bottino, lei per salvare delle ragazze dalla loro condizione di sfruttamento sessuale. La materialità e la morale ancora una volta si fondono tramite la forza della coppia di criminali più famosa del fumetto occidentale. In effetti Diabolik è pronto a uccidere i "magnaccia" solo dopo la richiesta della sua donna, anche se a un certo punto deve constatare in prima persona la brutalità di quelle barbarie (e qui emerge il lato umano del genio del male). Anche lui non può ignorare tutto, specie dopo aver visto tutto vestendo i panni di uno degli antagonisti della storia.


Il tema dello sfruttamento della prostituzione è quindi il tema principale di "Malavita". Del resto quelli erano gli anni d'oro della mafia e della camorra in Italia, per non parlare anche della Banda della Magliana. I bordelli e il mercato del sesso andavano a gonfie vele. Tante erano le storie tristi di ragazze costrette a concedersi fisicamente, così come quelle disposte a fare questo lavoro anche di buon grado ma dietro sevizie e torti immani. Non a caso, al cinema la figura della prostituta comincerà verso la fine degli anni '70 (e con forze negli anni '80) ad aver anche un ruolo fondamentale anche dal punto di vista morale (al di là di tutto) in numerose pellicole hollywoodiane


"Malavita" tra le letture più classiche e semplici del Diabolik anni '70. La storia, se vista come un inedito di quella generazione, è sicuramente tra le più importanti e belle di casa Astorina. Oggi naturalmente verrebbe vista in maniera diversa, come il solito intrattenimento (decisamente buono) per gli appassionati dei fumetti e delle storie dell'inafferrabile criminale. Quindi, ai lettori più giovani e ai neofiti consiglio di inquadrare bene il contesto storico di ambientazione e narrazione del volume. 


I disegni per me sono molto belli e mostrano alla perfezione ogni minimo dettaglio dei volti dei personaggi, dei luoghi, degli accadimenti e anche delle morti. I visi delle donne sono senza dubbio la parte migliore di "Malavita", come dimostrato anche dalla retrocopertina che ospita Genny (in realtà presenta anche sulla copertina), una delle prostitute protagoniste della sceneggiatura.

Per oggi è tutto. Proprio domani potrete acquistare Diabolik Swiisss 327, "Fatalità". Io mi scuso come sempre per i ritardi delle ultime settimane ma anche io ho voluto un po' godere delle ferie (oggi tra l'altro ultimo giorno). Buona lettura e buon proseguimento a tutti!

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