A differenza di Koca però la ricostruzione storica dei disegni del Conte è molto difficile da fare visto che sembrano esserci pochi indizi sulle fonti di ispirazione, ma è tuttavia possibile ricreare la sua psicologia e il ruolo determinante che ha avuto nell'inizio della storia. Come ben ricordiamo, infatti, egli è stato il nemico principale di Guts a partire dalla seconda metà del primo volume fino alla metà del terzo.
Il profilo del personaggio
Partendo da come lo abbiamo conosciuto all'inizio, il Conte è un potente signore feudale che ha sottoposto la sua città sotto una vera e propria politica del terrore. Nota è la sua guerra agli eretici che nel manga vengono descritti non solo come nemici della Santa Sede ma anche come i responsabili della morte della moglie, la quale fu sacrificata al dio caprino Baphomet.
Il suo aspetto da umano è orripilante: a parte la sua grossa stazza, a intimorire è anche il suo aspetto poco rassicurante per non parlare della curiosa forma della testa che differisce parecchio rispetto a quando era un umano. Il Conte non fa alcuna distinzione: se un uomo era anche solo sospettato di eresia veniva immediatamente arrestato, condannato e giustiziato con la decapitazione in piazza, davanti alla folla di cittadini.
Il Conte odia così tanto gli eretici che giustiziarli è ormai un passatempo ma, essendo la sua vera natura spietata e famelica, questo personaggio è noto per non aver pietà di nessuno, nemmeno dei bambini. Infatti, tramite i racconti di Vargas apprendiamo che lui è un torturatore, ama troncare gli arti alle sue vittime, spellarle, squartarle ma soprattutto divorarle in un solo boccone.
Quando intravede il guerriero nero nel suo feudo lo accoglie divertito e riconosce fin dall'inizio il marchio che porta sul collo: Guts per lui sarà il prossimo pasto, sarà l'opera di completamento dell'Eclissi (visto che il nostro eroe sopravvisse). Non a caso conosce molto bene il suo nemico perché durante la cerimonia dell'avvento di Phemt, il lumacone uccise il povero Pipin sotto gli occhi di Guts.
Ed è proprio quella di una gigantesca lumaca la vera forma mostruosa del Conte, il cui volto compre in cima alla testa delle creatura che lo rappresenta e che il male ha scelto per lui. Tra le sue capacità c'è anche quella di creare delle sue piccole copie e inserirle nel corpo delle persone come dei parassiti: tramite queste riproduzioni riesce ad avere il controllo della vittima. L'esempio in questione è quello del suo soldato più importante, Zondark, diventato più potente proprio dopo il trattamento che l'ha reso una specie di falso apostolo (ma in questo caso il termine sarebbe sbagliato perché non vive di coscienza propria al cento per cento).
Ora, cos'è che l'ha resto apostolo? Quale fatto terrificante l'ha indotto a diventare il mostro che è ed accettare di unirsi al male? Il lettore alle prime armi non sa come funziona la cerimonia di consacrazione ma inizialmente deduce che il suo cuore si sia spezzato per colpa degli eretici che hanno assassinato la sua amata compagna, madre della sua unica figlia di nome Teresia.
E invece, dopo essere stato ridotto a un colabrodo da Guts e pochi istanti dopo l'evocazione della Mano di Dio scopriamo un aspetto più macabro del passato del Conte. Egli un tempo era un uomo buono e giusto, capace di giudicare gli eretici con logica e senza pregiudizio. La sua strada ha preso una brutta piega quando scoprì che sua moglie faceva parte di una setta dedita a riti orgiastici in onore a Baphomet. Il Conte, preso dall'ira, uccise tutti i partecipanti a quello scempio ma non riuscì a porre fine all'esistenza della moglie, la quale lo pregava di perdonarlo con aria però di vittoria, di chi sa di aver una potente influenza sul prossimo anche in condizioni estreme.
È questa la crepa che si aprì nel cuore del nostro personaggio: il fatto di non riuscire a punire la moglie, mentre il dolore per quelle scoperte gli stavano logorando le interiora. Ebbene, essendo in possesso di un Behelit artificiale in quel periodo, il Conte sfruttò quel dolore per evocare inconsapevolmente gli angeli custodi dei desideri, di cui ignorava l'esistenza. L'unico modo per dimenticare tutto e superare i limiti dei sentimenti umani era quello di sacrificare la moglie e diventare un apostolo: il Conte accettò la fine della propria umanità e una volta trasformatosi in lumaca sbranò la donna condannandola a una fine terribile.
Durante il secondo richiamo della Mano di Dio notiamo tuttavia che il Conte ha una debolezza che lo tiene stranamente stretto al suo passato da comune mortale: la figlia Teresia. Per anni ha cercato di riavvicinarsi alla sua unica genita, la quale l'ha allontanato perché spaventata dal suo cambiamento anni prima. Questo loro rapporto costringe il mostro a tenerla chiusa nelle sue stanze ma nel contempo soffre, soffre così tanto da sfogare la sua rabbia contro il prossimo.
Eppure, ridotto ormai in fin di vita, si mostra alquanto tentennante davanti alla richiesta di Void di consacrare la sua metà: lui la ama profondamente e sa che non merita di fare la fine della sua genitrice. La costernazione dell'apostolo aumenta quando poi la figlia scopre la triste verità sulla fine della mamma, un particolare che viene mostrato da Urbick attraverso una finestra temporale sul passato. Dopo l'ennesima umiliazione, la fine del Conte è segnata da un punto interrogativo: ha deciso di non sacrificare Teresia o alla fine non ha avuto il tempo di pronunciare la parola "magica" per tornare a nuova vita? Il filo del Karma infatti si spezza e il lumacone viene portato via dal vortice di spiriti infernali. Per quanto fosse perfido e spietato, il Conte forse è stato il più umano tra tutti i suoi simili, mostrando aspetti della sua indole che forse altre creature non hanno ancora mostrato e probabilmente mai mostreranno.
La creazione
È quasi impossibile risalire a delle possibili fonti d'ispirazione per la creazione del Conte da parte del suo autore, Kentaro Miura. Un rimando però al solito cinema americano ci sarebbe e vediamo qual è. Secondo quanto riportato dalla pagina Facebook "The Fellowship of the Dragonslayer - Berserk Italian Page", il villain dei primi volume di Berserk sarebbe ispirato al personaggio di Gonzo del film "Giochi di Morte" del 1986, diretto dal regista David Webb Peoples e con protagonista Rutger Hauer.
Gonzo presenta alcune cicatrice sul volto, per non parlare di una vistosa "crepa" al lato sinistro della testa che lo rende decisamente inquietante. Il Conte ha qualcosa di questo personaggio nella sua versione umana, prima dello scontro con Guts: la forma della sua testa pelata come quella di Gonzo ma differisce per la stranezza della forma e le guance molto pronunciate.
Per la sua realizzazione però non da escludere che Miura abbia fatto riferimento anche a Vlad L'Impalatore, cioè l'antagonista di Guts in Berserk The Prototype. Il loro modo di vestire con lunghe toghe, il loro ruolo da padroni feudali, la testa pelta e altre caratteristiche dei loro aspetti sono fattori che possono sicuramente accomunarli. Differiscono tantissimo solo nella loro forma apostolica.
Le apparizioni in Berserk
Il Conte è il villain per eccellenza dei primi tre volumi della storia: egli compare a metà del primo e muore a metà del terzo, prendendosi quindi una bella fetta di trama. Il suo volto viene avvistato anche al momento dell'Eclissi. Qui lo vediamo in forma umana e nudo in attesa che la Mano di Dio avvii Griffith verso la nascita di Phemt.
Appena il falco decaduto consacra Guts e gli altri, eccolo che lo vediamo in azione a massacrare l'intera banda di soldati insieme ai suoi simili. Sarà proprio lui che porrà fine alla vita di Pipin sotto agli occhi del povero Guts. Per questo motivo sembra che nel manga si conoscano piuttosto bene. Tutto questo questo è raccolto ovviamente nei volumi 12 e 13 di Berserk Collection.
Ma il Conte appare anche nell'anime del 1997, prima e durante l'Eclissi, svolgendo sempre l'orribile ruolo assegnatogli da Miura. C'è da dire però che la sua caratterizzazione umana non rende proprio giustizia a quella originale, dove i dettagli fanno da padrone nell'aspetto mastodontico del lumacone più cattivo della storia dei fumetti nipponici (e forse non solo).
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L'unico Conte che mi preoccupa fa l'allenatore.
RispondiEliminaL'altro al governo, che peste lo colga.
Se ben ricordo la prima apparizione del conte nella scena della decapitazione in piazza di una donna, giusto? Con tanto di testa schiacciata dallo stesso...brutalissimo.
RispondiEliminaEsattamente, dopo la decapitazione il Conte ha schiacciato la testa anche perché sulla fronte c'era il marchio dei sacrificati. È stata una chiara dichiarazione di guerra da parte di Guts
EliminaMe lo ricordo bene. Anche se non mi ha mai fatto realmente compassione, lo considero un povero disgraziato bastardo difficile da detestare: non si può negare che gliene siano veramente capitate di tutti colori, per spezzarlo e ridursi così.
RispondiEliminaE' il genere di avversario che ucciderei motivato anche dal desiderio di porre termine alla sua miseria, senza particolare pietà ma anche senza particolare odio: lo vedrei come un favore da fare al mondo, alle sue vittime ma anche al Conte stesso.
eh, mi sa che avrei fatto lo stesso. Questa mi è davvero piaciuta XD
EliminaSì, anche per me il conte lumacone è una rielaborazione di Vlad, dal Prototype.
RispondiEliminaCome giustamente hai detto, è importante per la sua caratterizzazione, che si contrappone (e a un certo punto si mescola) con quella del protagonista.
Moz-
E questo lo dice anche lo stesso Miura in una sia dichiarazione presente sulla GuideBook
EliminaYes! Scena stupenda quella a cui fa riferimento!
EliminaMoz-
quella cosa lì la tratterò in maniera più dettagliata nell'articolo dedicato a Guts (che vedremo forse solo alla fine di tutta l'analisi di Berserk). Per ora mi faccio fuori i vari personaggi che escono fuori trama un po' alla volta.
EliminaBel post, soprattutto chi come me di berserk conosce veramente poco. Sicuramente da come ne parli il Conte risulta una figura tragica e a tratti eroicamente negativa.
RispondiEliminaDevi assolutamente recuperare Berserk perché ne vale davvero la pena. Il Conte è una figura strepitosa che alla fine di trasforma da mostro a vittima più umana di un vero umano
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