venerdì 19 marzo 2021

Arriva Matana... Preparati a Morire: lo speciale di Rat-Man ambientato nel west. Recensione


Leo Ortolani e il suo Rat-Man tornano in edicola e in fumetteria con una nuova storia tutta speciale: Matana, edito ovviamente da Panini. Si tratta di un'avventura ambientata nel vecchio west e che l'autore ha diviso in sei volumi bimestrali di una trentina di pagine ciascuno. Andiamo a vedere insieme le tavole del primo albo intitolato "Arriva Matana... preparati a morire" che apre così questa nuova saga. 


La trama in breve (no spoiler)

Matana è un cacciatore di taglie che è sulle tracce del Muerto, un pericoloso criminale impossibile da catturare. Tra dialoghi divertenti e anche un pizzico di azione, Matana andrà alla ricerca di bandito insieme a dei nuovi compagni di avventura, anche loro molto veloci e letali con la pistola: Speranza e Djanga. Con loro anche lo schiavo Isaia. 

 

Recensione

Come inizio non c'è davvero male perché in questo caso Ortolani ha creato una vera e propria parodia western prendendo scherzosamente in giro gli stereotipi visti in celebri film come "C'era Una Volta il West", "Per un Pugno di Dollari" e "Django" (incluso anche quello di Tarantino). Il primo volume è divertente fin dalla prima pagina perché riproduce suoni e musiche attraverso le parole e i versi dei personaggi: abbiamo un cavallo che canta e imita il rumore dei suoi zoccoli.


Geniale addirittura la scena in cui c'è un vero e proprio trombettista ad accompagnare la resa dei conti tra il misterioso pistolero Speranza (ispirato evidentemente a Clint Eastwood) e uno degli uomini del Muerto. Matana è un improbabile eroe alto un metro e una banana ma vanta una straordinaria freddezza con la sua arma, inoltre crea un rapporto molto dissacrante con il suo "schiavo" di colore, Isasia (il nostro caro Bracco): i due mettono in piedi dei siparietti in cui elegantemente vengono sbeffeggiati stereotipi e luoghi comuni, aggiungendo quel pizzico di politicamente scorretto che non guasta mai.

In effetti, il tema del razzismo contro gli schiavi afroamericani ricorda un po' quanto visto nel film "Django Unchained" dello stesso Tarantino: infatti Isaia ha dei tratti che ricordano molto Samuel L. Jackson (ma non necessariamente il personaggio di Stephen). La parola "negro" viene usata tante volte (ma non troppe) come se volesse in realtà annullare qualcosa di già visto ma che, nel contempo, in passato rappresentava qualcosa di inevitabile. 


C'è molto humor anche dietro i discorsi dei personaggi e al loro aspetto: tutti infatti ricordano anche vagamente i divi degli spaghetti western. Abbiamo il tipo misterioso con lo sguardo di ghiaccio, lo sfregiato, l'eroe che non ti aspetta e anche la vecchia Cinzia nei panni di Djanga (guarda caso). Proprio in quest'ultimo caso emerge la componete sessuale, dove vediamo una trans particolarmente eccitata e con un passato molto particolare alle spalle. Ovviamente, per concludere è doveroso sottolineare che Ortolani non ha mai fatto mancare momenti di riflessioni tra le sue vignette. Dietro a un'ironia accesa, a volte, si nota qualcosa di più amaro che esploderà certamente nei capitoli successivi. 

Appuntamento tra due mesi!

4 commenti:

  1. Da appassionato degli spaghetti western non possono non approvare! Anche la scritta stile film, quella delle pagine successive alla splendida copertina stile locandina.
    Però nei prossimi capitoli aspetto i messicani, non possono mancare!

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    1. ma penso proprio di sì. A parte il fatto che a inizio del volume vengono menzionati tre messicani. Penso cmq che altri messicani appariranno nei prossimi capitoli. Può darsi che "El Muerto" sia proprio uno di loro

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  2. Ne parlerò stasera, per il resto concordo in tutto :D

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