Finalmente riesco a ritagliarmi un po' di tempo per recensire e vedere insieme a voi un volume molto prezioso: si tratta del primo numero delle collezione storica a colori di Dylan Dog, distribuito in tutte le edicole il 21 febbraio 2013 insieme al quotidiano Repubblica o L'Espresso. Questo libro di oltre 300 pagine contiene le prime tre storie dell'investigatore dell'incubo e cioè "L'Alba dei morti viventi" (ottobre 1986), "Jack Lo Squartatore" (novembre 1986) e "Le notti di luna piena" (dicembre 1986).
Come riportato dall'introduzione dell'articolo vediamo il nostro inquilino di Craven Road in una veste sgargiante e tutta colorata, così da rivivere le sue prime avventure in maniera più vivace e contemporanea.
La raccolta a fumetti si apre con una ricca prefazione che vede da un lato un'apertura riportante un'immagine di Dylan Dog che guida una parata di divi della musica e dello spettacolo vestiti da mostri, mentre dall'altro un articolo a cura di Luca Raffaelli intitolato "Dylan Dog: ragione, emozione e sentimento". Si parla del successo del fumetto, delle influenze dei film dell'horror anni 70 e 80, in particolare "La Notte dei Morti viventi" di Romero.
Segue poi un breve scritto di Gianmaria Contro, "Io sono i mostri. Voi chi siete? Parola di Tiziano Sclavi". Si tratta di un viaggi nella letteratura del creatore di Dylan Dog, delle sue concezioni del male e della paura. Contro infatti menziona i tempi in cui Bonelli e Sclavi idearono e poi pubblicarono questo nuovo eroe della nona arte italiana, senza dimenticare anche riferimenti a libri come "Mostri", "Apocalisse", "Tre", "Nero", "La Circolazione del Sangue" e il "Tornado di valle Scuropasso".
A pagina 15 troviamo un'intervista a Tiziano Sclavi, accompagnata da diversi disegni che rimandano allo stesso autore, a Dylan Dog e ai mostri più famosi di sempre come la Mummia, l'uomo lupo, Frankestein e altri.
Quanto sono importanti gli zombie nel mondo di Dylan Dog? Ce lo spiega Luca Crovi nel suo pezzo "La Carica Dei Morti Viventi", un glossario delle più grandi opere di questo sottogenere horror che ricorda il peso di opere come Weird Tales, Io sono leggenda, Brother Vodoo e addirittura il mitico Zagor. Questi ultimi due fumetti vengono ricordati e utilizzati per l'analisi di Maurizio Colombo in "Si fa presto a dire Zombie!". Possiamo dunque passare ai tre albi di Dylan Dog.
Dylan Dog: L'alba dei morti viventi (ottobre 1986), Soggetto e sceneggiatura di Tiziano Sclavi, Disegni di Angelo Stano
Il biologo John Browning muore in circostanze misteriose. La moglie Sybil cerca di fare sull'accaduto soprattutto dopo aver notato una strana mutazione nel marito. Vengono dunque ingaggiati Dylan Dog e il suo assistente Groucho, i quali scoprono che i morti sono usciti dalle loro tombe per minacciare il genere umano. In questo albo Dylan si troverà faccia a faccia con l'acerrimo nemico Xabaras, il vero responsabile di una nuova razza di zombi sfruttata per portare avanti alcune ricerche su una nuova vita dopo la morte.
Un serial killer sfrutta la leggende di Jack lo Squartatore per commettere una serie di omicidi tutti collegati tra loro. L'ispettore Bloch e Dylan Dog cercheranno di risolvere il caso scoprendo che dietro a quelle morti probabilmente non si cela un terribile fantasma evocato dall'aldilà.
Dylan Dog: Le Notti di Luna Piena (dicembre 1986), soggetto e sceneggiatura di Tiziano Sclavi, disegni di Montanari e Grassani
Una ragazza di nome Mary Ann scompare da un collegio femminile in Germania. Dylan e Grocuho si recano a Wolfsburg per scoprire che dietro alla quella sparizione si nasconde una terribile strega che ha intenzione di creare una razza di licantropi "al contrario": non più uomini trasformati in lupi ma bestie che diventano persone. Mary Ann è solo la cavia per dar vita a un nuovo incubo.
In questo albo sono evidenti i rimandi ai film di Dario Argento come "Suspirua" e "Phenomena". Il nome della direttrice del collegio è Frau Blucher, dunque un omaggio al personaggio presente in Frankestein jr del regista Mel Brooks. Il nome del commissario Durrenmatt invece è preso da quello di Friedrich Durrenmatt, autore di romanzi gialli.
Un numero storico.
RispondiEliminaSereno giorno.
sereno giorno a te
EliminaGrandissimo albo e per la prima volta sono orgoglioso di dire: ce l'ho in libreria!
RispondiEliminaPurtroppo è l'unico volume storico a colori che ho e l'ho scoperto pochi mesi fa tra le cose di mio padre. Ora ovviamente è mio!
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